La Docg Nizza non sembra conoscere crisi. In un anno come il 2023, in cui per i rossi italiani le difficoltà sono state molteplici sia sul fronte interno sia all'estero, la denominazione piemontese riesce a piazzare un +27%, che porta i volumi complessivi oltre il milione di bottiglie. Sono più di cento i produttori che oggi rivendicano la Dop e ben 85 sono riuniti nell'Associazione produttori del Nizza, presieduta da Stefano Chiarlo che al settimanale Tre Bicchieri ha spiegato il segreto di questo andamento anticiclico. Partita da un gruppo di dieci produttori, l'idea di valorizzare quest'area particolarmente adatta a coltivare uva barbera per produrre vini di alta qualità è stata azzeccata. Basti pensare che nel 2016 (con 35 aziende), le bottiglie vendute erano 315mila e che, da allora, si è registrata una costante crescita annua tra 10 e 15 per cento, che ha portato il numero complessivo a 1.050.000 nel 2023 e le etichette a superare quota 150.
Un potenziale da oltre 3 milioni di pezzi
Il progetto prevede di raggiungere in diversi anni al massimo a 3-4 milioni di bottiglie. Un tetto accettabile, come rileva il presidente Chiarlo, che confida nell'ulteriore allargamento della base associativa. Le potenzialità ci sono, dato che il Nizza ricade su un areale di 18 comuni della provincia di Asti: «Abbiamo il vantaggio di non avere un mercato dello sfuso, né imbottigliatori che vendono alla Gdo. La filiera - aggiunge - è quasi interamente in mano a produttori che concepiscono questo vino come progetto che parte dal vigneto». La Docg, che non ha più in etichetta il termine 'barbera', sta diventando un vino di territorio e può permettersi «il lusso di restare fuori dalle dinamiche ribassiste e talvolta speculative del mondo del Barbera».
La ricerca di un alto posizionamento
I prezzi di questa Docg riflettono la strategia sul posizionamento, perché si collocano in fascia premium e superiore: La forbice al consumo oscilla dai 15 ai 60 euro e il canale prevalente è l'Horeca, sottolinea Chiarlo. Oggi, quasi 6 bottiglie su 10 sono vendute sui mercati internazionali (più di 55 i Paesi clienti). «Pur essendo una Dop recente ci troviamo nelle enoteche di qualità e nei ristoranti di alto livello», spiega il presidente, che nota anche come lo stesso territorio del Monferrato stia diventando una terra interessante per investire (è relativamente recente l'arrivo di Curtis Frasca, produttore musicale italo-americano che ha creato l'azienda Frasca La Guaragna nel 2018). Un ettaro di vigna nell'areale del Nizza vale dai 100mila ai 120mila euro: «Una cifra tutto sommato ancora abbordabile rispetto alle quotazioni stellari dell'area delle Langhe», sottolinea Chiarlo.
L'apertura alle moderne chiusure come i tappi a vite
Intanto, il Nizza si prepara a introdurre dei cambiamenti nelle regole produttive. Partendo dalle delimitazioni suggerite dall'esperto Alessandro Masnaghetti, saranno introdotte le unità geografiche aggiuntive (uga). «Inoltre, modificheremo le forme di allevamento per adattarci al cambiamento climatico», aggiunge Chiarlo, sottolineando che oggi il guyot e il cordone speronato sono i sistemi prevalenti: «Ma dopo annate siccitose stiamo vagliando alternative». Una di queste l'ha suggerita recentemente il professor Mario Fregoni, docente di Viticoltura alla Cattolica di Piacenza, che ha parlato di uso della forma ad alberello. Non da ultimo, il Nizza si aprirà alle moderne chiusure. Per la Docg Nizza Riserva era consentito solo l'uso del sughero ma l'Associazione produttori sta pensando anche ai tappi a vite, che dimostrano di reggere i lunghi invecchiamenti.
Il percorso verso la Docg
Con la vendemmia 2000, Nizza divenne sottozona della Barbera d’Asti Doc Superiore. Nel 2008, fu riconosciuta la Docg per la Barbera d’Asti. Nel 2014, nacque la denominazione Nizza Docg, elevando la sottozona della Barbera a denominazione propria, con possibilità di aggiungere la riserva e la menzione vigna. La zona di Nizza è storicamente tra le più vocate per il vino Barbera. Negli anni 90, i produttori chiesero di riconoscere la sottozona: l'unico modo per far nascere in futuro il Nizza Docg.
L'articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 21 dicembre 2023
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