La crisi legata alla produzione olivicola, che ha visto la Spagna come causa scatenante con il suo secondo anno di repentino calo produttivo, sta coinvolgendo anche i paesi del Nord Africa che cominciano ad assumere comportamenti protezionistici. Con la drastica riduzione della produzione europea, infatti, si vedono sempre più spesso bottiglie che contengono oli extravergine non provenienti dalla UE. In pratica significa che la gran parte di questi prodotti provengono dalle produzioni nordafricane come quelle di Tunisia e Marocco. Ed è proprio quest'ultimo paese che ha deciso di bloccare l'esportazione sia di olive che di prodotto finito, una misura dettata dal calo di produzione e dai prezzi in crescita.
Il provvedimento del governo
Il decreto, ancora in attesa di pubblicazione sul bollettino ufficiale, è stato firmato dal ministro dell'agricoltura Mohamed Sadiki. La misura è stata giustificata come unico mezzo per proteggere il potere d'acquisto e salvaguardare l'approvvigionamento del mercato interno, dato che i prezzi stanno per toccare i 15 euro al litro per l'extravergine. Il problema del calo di produzione legato alla campagna olearia siccitosa, infatti, ha riguardato anche il Marocco.
La produzione olivicola marocchina
In Marocco per la campagna 2022/23 si è attestata intorno alle 156.000 tonnellate di olio d'oliva, in lieve calo rispetto alla precedente che ha visto la produzione record di 200mila tonnellate. Numeri che lo fanno posizionare al secondo posto tra i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente e come nono produttore mondiale.