Prendiamo spunto da un articolo pubblicato su Environmental Science & Technology dai ricercatori dell’Università del Nebraska che hanno condotto dei test sui biberon (fatti perlopiù in polipropilene) scaldati al microonde per tranquillizzarvi: biberon al microonde o non, i nostri figli li stiamo avvelenando con le microplastiche in altri miliardi di modi. Microonde scagionato.
Cosa dice la ricerca pubblicata su Environmental Science & Technology
Nell'abstract dell'articolo in questione si legge: “Questo studio ha analizzato il rilascio di microplastiche e nanoplastiche da contenitori di plastica e buste alimentari, riempiendoli con acqua deionizzata e acido acetico al 3%, per simulare alimentari “acquosi” e alimenti acidi (il latte, ad esempio). I risultati hanno dimostrato che il riscaldamento al microonde ha causato il rilascio di microplastiche e nanoplastiche negli alimenti. È emerso che alcuni contenitori potevano rilasciare fino a 4,22 milioni di microplastiche e 2,11 miliardi di nanoplastiche da un solo centimetro quadrato di plastica in soli 3 minuti di riscaldamento al microonde”. Poi, per far comprendere la mole, continua dicendo che pure la refrigerazione e la conservazione a temperatura ambiente rilasciano da milioni a miliardi di microplastiche e nanoplastiche, ma lo fanno nell'arco di mesi. E continua: “I risultati hanno suggerito che l'assunzione giornaliera stimata per i neonati che bevono latte contenuto in contenitori di polipropilene scaldato al microonde è di 22,1 nanogrammi per kg”.
Non è questione di microonde
Risultati che fanno il paio con un altro articolo uscito sempre su Environmental Science & Technology nel 2019 dove – riassumiamo in pochissime parole – si diceva che le microplastiche sono onnipresenti e che il consumo annuale (lo studio si riferiva agli americani) vada da 39000 a 52000 particelle di microplastiche a seconda dell'età e del sesso. E queste stime aumentavano a 74000 e 121000 se si considera l'inalazione. Inoltre, gli individui che bevono solo acqua o bevande in bottiglia in plastica potrebbero ingerire altre 90000 microplastiche all'anno, rispetto alle 4000 microplastiche di chi beve acqua del rubinetto.
Quello che non dice questo studio
Tornando allo studio più recente, questo ha poi analizzato l’effetto delle particelle di plastica sui tessuti umani. Come? I ricercatori tramite uno studio in vitro (quindi eseguito fuori da un organismo vivente) hanno dimostrato che le microplastiche e le nanoplastiche rilasciate dal contenitore di plastica possono causare, dopo solo 48 ore, la morte di quasi l'80% di cellule renali embrionali (simili a quelle di un neonato). Un dato allarmante, che però rimane incompleto perché trattasi di un test eseguito con le cellule. A oggi, purtroppo, esistono ancora poche informazioni riguardo l’impatto delle microplastiche sulla salute dei bambini, e in generale dell’uomo.