Un lavoro di due anni che ha coinvolto le varie reti operative nel settore della sicurezza alimentare europea, tra cui la Rete di scambio dei rischi emergenti (EREN), le unità scientifiche dell'EFSA e il suo comitato scientifico e i cui risultati mettono in risalto 18 potenziali problemi emergenti: 8 di questi sono stati giudicati veri e propri rischi.
Esempi di rischi a cui va incontro la popolazione europea
Sull'esempio di quanto successo in Francia tra il 2019 e il 2020, un rischio emergente è stato riscontrato nella vitamina D presente negli integratori alimentari che avrebbe provocato casi di ipercalcemia estrema. In quel periodo, infatti, i centri antiveleni francesi sono stati contattati per almeno 23 casi di overdose dovuti al consumo di un integratore di vitamina D per bambini. Nel 2020, sono stati segnalati due casi gravi di avvelenamento da vitamina D in seguito all'assunzione di integratori acquistati su Internet da parte di bambini. L'olio di cocco ha rappresentato un altro fattore di rischio per la salute. Gli esperti hanno affermato che sono necessarie ulteriori ricerche per rafforzare la base di prove sulla potenziale tossicità e ai paesi è stato chiesto di controllare i dati nazionali per verificare se è possibile confermare una tendenza all'aumento del consumo alimentare di olio di cocco.
Sono state, inoltre, menzionate le brevetoxine presenti nei molluschi francesi. Si tratta di biotossine marine responsabili di avvelenamento neurotossico da crostacei in seguito al consumo di molluschi contaminati. Non essendo ancora regolamentate in Europa, gli scienziati hanno raccomandato il monitoraggio delle brevetoxine nelle acque continentali. Altri problematiche trattate sono state il crescente consumo di carne di coccodrillo, l'aumento delle intossicazioni da funghi Chlorophyllum molybdites (chiamati in gergo "falsa mazza di tamburo") in Italia, i cannabinoidi sintetici negli alimenti e il bocavirus umano nei molluschi.
Tra i rischi sottostimati, ma non per questo sui quali abbassare la guardia, ci sono le infezioni umane da arcobacter (batterio presente in acqua marina, ma anche carni di pollo e suino), i pericoli derivanti dalla fermentazione domestica degli alimenti da parte di non esperti, il potenziale avvelenamento da spugnole asiatiche e gli integratori alimentari contenenti cumarina.
Cosa è l'EREN e perché i suoi monitoraggi sono importanti
La Rete di scambio dei rischi emergenti è un importante mezzo d'informazione per le problematiche alimentari e comprende i 27 Stati membri dell'UE, la Norvegia e la Svizzera e gli osservatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), della Food Standards Australia New Zealand (FSANZ), della Food and Drug Administration (FDA) statunitense e dell'Agenzia canadese per l'ispezione alimentare (CFIA). Il ruolo della rete è quello di fornire una piattaforma per la cooperazione scientifica tra i valutatori del rischio degli Stati membri dell'UE, l'EFSA, la Commissione europea e gli osservatori di altre parti interessate. Nel 2021, i membri di EREN hanno discusso 35 segnalazioni e potenziali questioni emergenti identificati dalle attività di horizon-scanning.