Apre a Roma un hotel firmato Luca Guadagnino. Il regista di Challengers e di Call me by your name affianca al lavoro nel cinema una seconda vita da designer che ora sposa la passione per il mondo dell'ospitalità. Se la sua frequentazione di ristoranti d'autore è infatti nota, lo è forse meno la sua attività da interior designers: suoi sono i negozi Aesop di Roma e di Londra, due spazi diversissimi tra di loro che interpretano lo spirito dei luoghi rifuggendo dalla standardizzazione, con la cura del dettaglio e lo sviluppo di un'estetica che diventa contenuto. Oggi lo studiolucaguadagnino, creato dal regista nel 2017, entra nel mondo dell'hospitality a tutto tondo firmando un nuovissimo 5 Stelle nel cuore capitolino, parte di Small Luxury Hotels of The World: Palazzo Talìa. Talìa come abbondanza e prosperità, ma anche come la musa della commedia e della poesia leggera di cui si rintracciano riferimenti negli affreschi e opere d'arte presenti nell'hotel. È qui che si sviluppa un concetto di ospitalità intima, in cui la luce ha un posto centrale per costruire un comfort raffinato e intellettuale seppure in un luogo maestoso, alleggerito e interpretato con semplicità.
Il design di Palazzo Talìa
26 tra camere e suite, l'hotel occupa gli spazi che sono stati del Collegio Nazareno, la più antica scuola di Roma, nata nel Seicento in un edificio che ha ospitato santi e intellettuali, visto il passaggio di truppe napoleoniche e l'occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale, dove hanno studiato registi, attori, politici, e nomi famosi di oggi e di ieri. Chiuso nei primi anni duemila e interessato da un lungo restauro conservativo, oggi riapre nella nuova veste di hotel, dando seguito al progetto del Gruppo Federici che ha voluto mantenere l'unicità di questi spazi, a partire dal grande portone di legno e dall'insegna antica, rimando immediato al passato di questo posto, passando per il nuovo e originale allestimento degli spazi: «Non ha i vincoli delle catene alberghiere, non presenta un lusso omologato. Al contrario, è molto caratterizzato, con uno stile riconoscibile e un timbro personale. Un palazzo con un sincretismo di tre secoli di storia, ma da cui traspare anche molta contemporaneità» spiega Elia Federici, anima del progetto.
È proprio l'incontro di elementi di epoche diverse il punto di partenza per un design originale, tra opere di epoca romana del I e II secolo, eredità del Collegio come la Statua di Menade nella hall, oggetti di designer storici ed emergenti, dettagli contemporanei, disegnati su misura per questo posto, valorizzando appieno il valore dell'artigianalità. Gran parte degli arredi, delle finiture, degli accessori e degli oggetti di design sono infatti stati disegnati ad hoc, come pure i rivestimenti, gli spazi wellness e la scenografica moquette di Nigel Peake, nelle tonalità che identificano l'hotel: rosa, rosso, vinaccia.
È uno studio di cromatismi precisi con un risultato eclettico, intenso, «una sintesi decorativa equilibrata» dichiara Pablo Molezum, project manager di studiolucaguadagnino che spiega: «L’aspetto più entusiasmante è stato chiedersi come intervenire in un luogo così carico di storia e cucirgli addosso una veste totalmente diversa, su misura, per donare al palazzo una nuova vita». Una nuova identità che si muove tra pubblico e privato, con l'intimità che un hotel deve trasmettere ai suoi ospiti. La relazione tra lo spazio e le persone che lo vivono è il fulcro centrale del progetto, il modo in cui questa relazione muta nel tempo, durante il giorno o le diverse stagioni, in base a chi lo abita e ai suoi comportamenti.
Tre designer per un hotel
Lo Studiolucaguadagnino ha firmato spazi comuni – ristorante, bar, hall e al al piano nobile l'enorme Aula Magna con affreschi settecenteschi di Gaspare Serenari – e una sola stanza, la Terrace Suite all'ultimo piano con camino e boiserie in legno di pesco, colori tenui e uno spazio esterno di 66 metri quadri sul cortile interno, salotto urbano verdeggiante curato dalla paesaggista Blu Mambor. Le restanti 25 camere e gli spazi comini del primo e secondo piano sono stati invece firmati dalle architette Marianna Lubrano Lavadera di Mia Home Design Gallery e Laura Feroldi di Laura Feroldi Studio che hanno voluto ambienti tutti diversi, spaziosi, accoglienti, con oggetti di design tradizionali reinterpretati in chiave contemporanea. Al centro di tutto un prolifico dialogo tra vecchio e nuovo, tra i nuovi elementi e le stratificazioni architettoniche che la storia ha lasciato in questi ambienti.
Tramae di Palazzo Talìa. Il gran tour a tavola
Al piano terra c'è il ristorante Tramae, guidato da chef Marco Coppola che vuole offrire una panoramica della tradizione italiana, come a costruire le tappe di un gran tour tra i piatti italiani più famosi, e i preferiti dei patron Federici: dalla milanese con l’osso al vitello tonnato. agli spaghetti alla Nerano, soffermandosi su alcuni capisaldi capitolini, rivisti con una misurata creatività: raviolo con la coda alla vaccinara o millefoglie di filetto con carciofi o patate, o ancora anellini di calamari impanati o minestra di arzilla, in stagione. Le materie prime – ortaggi, legumi, ma anche carni, olio, miele - arrivano da da Solaria Azienda Agricola Boccea: 270 ettari a 40 minuti dal centro di Roma, di proprietà della famiglia Federici e parte del progetto di ospitalità per esperienze nel verde, così come lo sarà a breve anche Villa Pepoli con la sua vigna nel centro di Roma, sopra le Terme di Caracalla, dove già ai tempi del Grand Tour si produceva vino per il Vaticano, reimpiantata nel 2018 con sei varietà di Cabernet Sauvignon, per una produzione di circa 10mila bottiglie all’anno, a breve a disposizione dell'hotel.
Hotel Talìa - Roma - largo del Nazareno, 25 - 06 692521 - www.palazzotalia.com/it/