Negli ultimi anni, Halloween ha conquistato sempre più terreno in Italia. Le origini di questa festa appartengono alle tradizioni celtiche, che risalgono a pratiche antichissime legate al culto dei morti e alla celebrazione del raccolto. In Italia, negli ultimi 50 anni questa curiosa festa si è sviluppata crescendo e coinvolgendo sempre più la comunità di grandi e bambini. Nei secoli le tradizioni legate alla vigilia di Ognissanti oltreoceano perdono i connotati religiosi e la festa diventa una celebrazione popolare di maschere e dolcetti a suon di Trick or treat, ovvero "dolcetto o scherzetto", il motto di generazioni di bambini statunitensi per chiedere dolci in cambio della promessa di non fare una marachella.
Halloween in Italia grazie a Charlie Brown
Le immagini di bambini mascherati da mostri che appena cala il buio girano per il quartiere a caccia di caramelle, e le zucche intagliate hanno avuto un grande seguito in tutto il resto del mondo, compresa l'Italia. Le prime testimonianze della festa nord-americana di Halloween in Italia risalgono agli anni Sessanta, principalmente attraverso le traduzioni delle strisce di Charles Shultz, Peanuts, con Charlie Brown e Linus che aspettavano tutto l'anno l'arrivo del "Grande Cocomero" – una cosa all'epoca incomprensibile in Italia. Tuttavia, a partire dalla metà degli anni Novanta, Halloween inizia a prendere piede nel nostro paese come festa partecipata. A contribuire a questo fenomeno è Hollywood, con il film horror Halloween di John Carpenter, ma il carico da novanta l'hanno poi messo E.T. di Steven Spielberg, Beetlejuice e l'intera filmografia di Tim Burton.
L'evoluzione di "dolcetto o scherzetto"
Dodici anni fa, quando mio figlio era piccolo, Halloween era una ricorrenza molto sentita in famiglia. Parecchi giorni prima del 31 ottobre era mio compito creare con ago, filo e cosmetici baby-friendly, il travestimento più spaventoso della sua cricca di amichetti. E poi bisognava pensare allo scherzetto, ogni anno diverso. Nell'arsenale, a seconda del tema della maschera, un ragno o una vipera di gomma, un aggeggio che emetteva urla spaventose, o la semplice minaccia della bomboletta di schiuma da barba. A quell'epoca nello stabile dove abitiamo ancora oggi, ma anche nel resto della nostra strada, nessun inquilino era pronto a ricevere la visita del vampiro, zombie e strega del piano di sotto. L'unica che ogni tanto elargiva qualche caramella frizzante era Rosetta, la dirimpettaia del nostro pianerottolo.
Il meglio che poteva fare quel gruppetto di nani mascherati era bussare ai negozi del circondario prima che tirassero giù le saracinesche. Tornavano a casa elettrizzati dall'indipendenza di girare non supervisionati, trionfanti col loro carico: un paio di confezioni di chewing gum, un tubo di Mentos, una manciata di caramelle Golia nell'iconica carta cerata, e qualche cioccolatino. Man mano che passavano gli anni, il bottino diventava sempre più abbondante, perché gli esercizi commerciali erano sempre più attrezzati per l'arrivo dei bambini la sera di Halloween. Grandissime haul che lui si centellinava dicendo smargiasso, «Mi deve bastare fino alla Befana!» Poi, finite le scuole primarie, la voglia di mascherarsi è iniziata a svanire, e i canini di plastica, il mantello nero e i ragni di gomma sono finiti nel dimenticatoio. Ma Halloween ha continuato nel frattempo a crescere: adesso da mamme più giovani so che persino i vicini di casa dispensano ogni bene per i questuanti mascherati. Molti ristoranti hanno anche iniziato a proporre menu speciali per l'occasione, con piatti che richiamano il tema della festa, dolci a base di zucca e cocktail macabri. Quest'anno perlopiù, i dolcetti saranno salati, l'ennesima evoluzione di Halloween.