Sì, arrestate Giorgione. Ve lo consegniamo noi, lo facciamo arrestare noi perché è colpevole di traviare gourmet e casilingh* , innocenti food lovers che apprendono dalle sue esibizioni a cucinare, a nutrirsi, a come approcciarsi al cibo, che lo idolatrano senza rendersi conto che lui li sta ingannando e li sta mettendo sulla strada del non ritorno da grasso, trigliceridi, food porn. Insomma, sì: in manette Giorgione perché è colpevole di ricette laide e corrotte.
Da 13 anni Giorgione aizza contro il salutismo
Beh, direte voi: e qual è la novità? Sono tredici anni che Giorgione – al secolo Barchiesi Giorgio – si presenta sugli schermi di Gambero Rosso Channel per traviare i telespettatori. Il fatto è che sempre più spesso troviamo sui social – ma anche molto molto vicino a noi, più di quanto potessimo credere – polemiche e crociate anti-Giorgione all’insegna del cookly correct (si scrive così? Sennò ditemi come si definisce il politically correct culinario). In effetti, è vero che Giorgione dovrebbe essere fermato: da 12 anni scorrazza in TV dove ha dato vita a una settantina di serie per oltre 400 video, da una decina di anni pubblica libri e firma copie in gallerie strapiene di fan, ha pubblicato con il Gambero almeno 5 libri di ricette di vario genere (ma sempre laide e corrotte). Insomma, un esagitato scorretto che incita alla disobbedienza culinaria e a farsi male con dosi eccessive di tutto – grassi in primis e olio extravergine di oliva – che continua a mietere vittime e ad avere successo. Tanto che se non lo arrestate davvero, non riusciremo mai a fermarlo.
Dopo le accuse, il processo. E le prove
Una volta in manette, però, un processo dovremmo pur farglielo. È lo stato di diritto, bellezze! Bisogna che ci sia un’accusa e una difesa. Che ci sia un contraddittorio. Insomma, che il tutto possa essere provato e motivato. E io, che mi sono eretto ad accusatore, devo anche tener conto, nel processo, delle scusanti e delle circostanze attenuanti e di quelle scriminanti. In effetti, Giorgione lo dice chiaro che le sue sono “ricette laide e corrotte”: quindi, non imbroglia nessuno! Poi, leggo un attento censore sui social che scrive: “Giorgione non è altro che una caricatura di se stesso”. Beh, vero! Non è una accusa, però questa: è la ricaduta dell’assunto iniziale. Se definisce le sue “ricette laide e corrotte”, sembra abbastanza chiaro che è Giorgione stesso a presentarsi come una caricatura, no? Una sorta di Don Quijuote contro le pale del Mulino Bianco, del finto salutismo, contro la sterilizzazione della cucina e la messa all’indice dei grassi. Certo che Giorgio esagera: lo fa apposta, è il suo personaggio. È uno che fa satira: a modo suo, certo, ma fa satira e a quanto pare gli riesce anche bene. Coinvolge, ma non affabula: coinvolge, spaventa, scuote, provoca, certo che provoca. Insomma, è esattamente il contrario di Benedetta Rossi. Ma questa, allora, diventa quasi una circostanza esimente? Non va più arrestato, Giorgione? Mica, davvero, finiremo per cambiare capi di accusa e ci mettiamo a ricercare i suoi detrattori per scarsa capacità di ironia? Per pesantezza, ma non di stomaco: di pensiero!
Giù le mani da Giorgione!
Giorgione è Giorgione, ce ne sarà sempre più bisogno: più si prova a industrializzare, a sterilizzare, a far diventare asettico il cibo, un Giorgione avrà sempre ragione di essere. A morte Giorgione. Ma evviva Giorgione, sempre!