Oggi forse più che in passato c'è la tendenza all'abuso di alcuni termini, all'uso a sproposito di altri, e la lingua italiana sembra non essere più l’unico riferimento linguistico nel paese. Gli anglicismi recepiti per esempio sono evidenti, e derivano tanto da tendenze giovanili quanto da espressioni tecniche utilizzate in ambito professionale; si pensi nel primo caso a parole come hype, mentre nel secondo a tecnicismi quali core business. Sebbene qualche purista sia allarmato da questo stato di cose, che riguarda il nostro paese come altri — si chiama globalizzazione — potremmo anche considerare che non tutti i “mali” vengono per nuocere, valutandone magari i lati positivi (si abbraccia il "diverso"), oppure guardando al fenomeno con ironia. In questo ci viene in soccorso un simpatico personaggio, il nostro mitico Giorgione, che con i suoi neologismi sembra aver conquistato persino la Treccani.
Lo “sdigiunino” entra nel Libro dell’Anno Treccani 2024
Come riporta l’Ansa, entrano a far parte dell’edizione del 2024 del volume della Treccani vari neologismi relativi ai più disparati settori della società, dalla politica all’economia, fino a forme di espressione artistica come la musica. Tutte parole divenute di uso comune (per motivi a volte inspiegabili), ma non per forza destinate ad essere accolte dai dizionari. Ma allora il Gambero Rosso che c’entra? C’entra eccome, perché fra i neologismi che hanno conquistato uno spazio nel volume della Treccani rientrano pure vocaboli appartenenti a quel variegato mondo che è l’enogastronomia. Uno su tutti però - occorre ammetterlo - ha ricevuto il nostro placet. Stiamo parlando dello «sdigiunino», senza dubbio uno degli hashtag più ricercati del momento, selezionato a più non posso sulle piattaforme social. E lo dobbiamo soprattutto alla simpatia del suo artefice, il talent di Gambero Rosso Tv, Giorgione, al secolo Giorgio Barchiesi. Davvero encomiabile per la capacità dimostrata di creare una connessione con il pubblico, anche solo partendo da una semplice patata bollita.
Che cosa è lo sdigiunino
Sembra quasi un ossimoro. A sentirlo così, potrebbe far pensare a un piccolo digiuno. Cadrebbe poi a nozze dopo il periodo natalizio, giorni di maratone culinarie senza sosta. E invece basta quella “s” iniziale, magari sfuggita, per indicare praticamente il contrario: uno spuntino fondamentale per spezzare l’appetito, bloccare la sensazione di fame che ogni tanto può assalirci. Languorino di cui non sembra mai soffrire il protagonista. Per lui ogni momento sarebbe buono per lo sdigiunino, uno snack sfizioso, ma soprattutto molto gustoso, il più delle volte extra calorico. Bocconcini a dir poco opulenti, raccontati con toni scherzosi, talvolta goliardici e popolari, in pieno stile Giorgione. Come si fa a non riderci su?
Neologismo enogastronomico inserito nella Treccani
Ad essere contenti dei neologismi inseriti nel Libro dell’Anno della Treccani 2024 non saranno tuttavia solo i fan accaniti di Giorgio Barchiesi. Può sorridere anche la categoria degli appassionati del sidro, una bevanda ricavata dalla fermentazione alcolica delle mele — spesso insieme a una percentuale di pere — più che apprezzata nel Regno Unito, per quanto sia in realtà originaria della Francia. Infatti è la provenienza transalpina che sembra aver ispirato un altro neologismo, quello di «pommelier»: sostanzialmente un sommelier del sidro (dal francese pomme, che significa mela). E non vogliamo pensare a tutti i neologismi che usciranno fuori con il nuovo Codice Salvini. Intanto, il web si è già scatenato.