Musicista, autrice e cantante dei suoi brani, una voce davvero unica nello scenario della musica italiana, Gianna Nannini sarebbe potuta essere una pasticciera anziché una rocker eccezionale. Ma in ogni caso, sempre a una pasticceria, quella di famiglia, deve il suo grande successo. Sì perché fu proprio un incidente accaduto nel laboratorio, dove da bambina aveva cominciato a decorare le torte, a farla allontanare per sempre dai dolci e a farla scappare verso la sua unica grande passione: la musica.
Gianna Nannini pasticciera anziché rockstar?
Nannini sogna di fare la cantante da quando è bambina e non importa se a 7 anni la sbattono fuori dal coro perché stonata: «Mi sembrò solo un’ingiustizia, perché già a quell’età ero convinta di dar corpo al coro, di avere una voce che si sollevava rispetto alle altre» dirà poi su quella vicenda. Il suo obiettivo è andare negli Stati Uniti, ma vuole farcela con i suoi soldi: «Mi impegnai per imparare un mestiere - racconta lei stessa nelle varie interviste rilasciate - E se fare i ricciarelli in azienda mi avrebbe portato fuori da lì, ero disposta al compromesso. Guadagnavo 1.740 lire all’ora, come le altre donne, gli uomini molto di più e per questo litigavo sempre con il babbo».
L'incidente e la svolta
Ma è proprio in fabbrica che ebbe il famoso incidente che viene descritto anche nel biopic Sei nell'anima che sbarcherà il 2 maggio su Netflix, un viaggio nella vita di un'artista fuori da qualsiasi schema che ha fatto della musica e della libertà il suo manifesto. «Due delle mie falangi finirono nella macchina per i ricciarelli, ma nessuno le ha mangiate, le ritrovarono il giorno dopo nell’impasto dei dolci. Mi ricordo che lanciai un urlo pazzesco, probabilmente il roco della mia voce deriva da quello. Poi svenni. Al conservatorio mi bocciarono perché al pianoforte le scale venivano un po’ zoppicanti. Ridiedi l’esame con due piccole protesi di plastica e lo passai».
L’assicurazione per quell’incidente versò due milioni: «Mi ci pagai la fuga a Milano. Per anni non parlai coi miei genitori. Andavo alla Ricordi alle 7 del mattino, quando non c'era ancora nessuno, per esercitarmi al piano e telefonare a mia nonna che era preoccupatissima: era convinta fossi andata a caccia di uomini».
La pasticceria, una tradizione di famiglia
La cantautrice, nata a Siena il 14 giugno 1954, è figlia dell’industriale dolciario Danilo Nannini e di Giovanna Cellesi. I dolci sono stati una vera tradizione per lunghissimo tempo e dal Panforte, ai Ricciarelli, ai Cantucci, tutte le eccellenze dolciarie senesi sono state firmate prima da Guido e poi da Danilo Nannini, anche storico presidente del Siena Calcio e padre, oltre che di Gianna, anche di Alessandro, ex pilota di formula Uno.
Ed è proprio quest'ultimo che, fermato all’apice della fama da un terribile incidente in elicottero a causa del quale rimane gravemente ferito, decide di entrare nell’azienda di famiglia, la storica «Pasticcerie Nannini». Un’impresa finita non troppo bene, con l'accusa di aver provocato il fallimento della società satellite del Gruppo fondata dal nonno Guido e chiusa con la decisione del giudice di accettare il patteggiamento.
Nannini, un marchio legato a Siena
Ma la storia del marchio Nannini è soprattutto quella legata da oltre cent’anni a Siena. È proprio nella città del Palio che nascono gli eleganti caffè e prendono forma i dolci tipici della tradizione senese che oggi sono apprezzati anche fuori dalle mura cittadine. Fu Guido Nannini, agli inizi del Novecento ad aprire il “Bar Ideale”, nel centro storico della città. E già nel 1930, l’azienda ottenne la licenza di “fabbrica di liquori e pasticceria” da cui iniziò l’attività dolciaria che avrebbe reso il marchio Nannini famoso nel mondo.
Ma in pochi anni le insegne Nannini trovano spazio in tante altre piazze cittadine con l’apertura di nuovi punti vendita e con l'avvio nel 1948 della produzione di panforti, ricciarelli e altri dolci tipici senesi. Sono passati molti anni da allora, ma ancora oggi il marchio continua a raccontare una storia secolare che unisce la capacità di innovare alla tradizione, riuscendo ancora a offrire in Italia e nel mondo, quel gusto originale di Siena e della Toscana che hanno conosciuto tante generazioni.