L'affascinante storia del gelato made in Vermont che difende i diritti umani

31 Gen 2025, 14:46 | a cura di
Ingredienti naturali, gusti insoliti e attivismo sociale. E così il gelato buono diventa manifesto politico

Il conflitto tra Israele e il popolo palestinese è una delle dispute più lunghe e violente della storia, le cui origini risalgono a più di un secolo fa. Le conseguenze dello storico scontro su questioni di territorio, confini e diritti civili sono alla base di tante guerre, l'ultima è quella scoppiata nell'ottobre del 2023, tra Israele e Hamas a Gaza. All'alba del cessate il fuoco, la presa di posizione del brand di gelato statunistense Ben & Jerry's ha innescato molte polemiche, una causa legale, ma anche tanti consensi.

La storia di Ben & Jerry's

Per comprendere la politica dell'azienda serve guardare indientro alla nascita di quel gustoso gelato, famoso per i suoi pezzettoni all'interno della densa crema. La creatura è quella partorita da un'amicizia nata alle scuole medie. I due ragazzi di Long Island, Ben Cohen and Jerry Greenfield, entrambi ebrei, poco atletici e sovrappeso vogliono buttarsi nel business dei bagels, ma i macchinari sono troppo costosi. E allora con un corso per corrispondenza della Pennsylvania State University del valore di 5 dollari su come fare l'ice cream, e un investimento di 12 mila dollari (di cui 4 mila presi in prestito), nel 1978 Ben e Jerry aprono la loro prima gelateria in una ex-stazione di servizio a Burlington, nel Vermont, l'unica città universitaria a non avere all'epoca una gelateria. Nell'intenzione di creare un prodotto di livello, i due soci sono anche motivati a realizzare un prodotto su misura per Cohen. Soffrendo di anosmia, l'incapacità di sentire gli odori, volevano un'esperienza sensoriale per chi come lui ha questa limitazione. Greenfield prepara i gusti e Cohen li assaggia alla cieca. «Quando abbiamo iniziato, il gioco era che Jerry faceva un gusto che potevo assaporare a occhi chiusi. Per questo, doveva creare gelati dal sapore intenso», racconta Cohen. «A causa di questa disabilità, ho un eccellente percezione delle consistenze. La cremosità e la croccantezza sono molto importanti per le persone che non possono gustare», ha aggiunto. La cifra stilistica del loro gelato, la firma è una ricca, densa e gustosa base zeppa di diverse consisteze.

Ben Cohen e Jerry Greenfield

Ted Dully Boston Globe/Getty Images

Il successo è immediato. Con la crescita dell'azienda e l'apertura di altri punti vendita, Ben & Jerry's si concentra ancora di più sulla mission di offrire un prodotto artigianale. Greenfield e Cohen hanno continuato ad acquistare il latte dai produttori del Vermont e si sono rivolti ad artisti locali per il design dei negozi, del merchandising e delle confezioni. Nel 1980, l'azienda si espande oltre le gelaterie e inizia la vendita nei supermarket, in vasetti da una pinta (circa 470 grammi). Nel 1985, quando era evidente che l'azienda aveva bisogno di più capitale per crescere, invece di lavorare con investitori e capitale a rischio, vende 500 mila azioni ai residenti del Vermont. Due anni dopo, Ben & Jerry's è valutata 30 milioni di dollari. I due fondatori attribuiscono il successo del loro marchio a tre fattori: gelato di alta qualità fatto con ingredienti naturali, gusti insoliti e attivismo sociale. L’azienda da subito infatti si schiera in difesa dei diritti umani e della giustizia economica e sociale. Nel 2000, quando viene acquisita dal gigante Unilever, mantiene il diritto di avere un consiglio di amministrazione indipendente per mandare avanti la propria politica sociale.

gamma di gelati ben e Jerry's

L'attivismo dei gelatai

Negli anni, l'impegno sociale e politico, ha portato l'azienda a sostenere apertamente cause come il cambiamento climatico, i diritti LGBTQ+ e la riforma della giustizia penale. La Ben & Jerry's Foundation, ad esempio, sostiene i movimenti grassroots che si occupano di riforme carcerarie, equità razziale e disparità economica. Nel 2009, l'amato gusto "Chubby Hubby" (vaniglia con pretzel al caramello e burro d'arachidi) ha assunto il nome di "Hubby Hubby" (vezzeggiativo per il termine "marito"), sostenendo i diritti del matrimonio tra persone dello stesso sesso. In segno di sfida contro le posizioni del presidente Trump nel suo primo mandato, su questioni come i diritti delle donne, immigrazione, e ambiente, nel 2018 è stato introdotto il gusto "Pecan Resist". I proventi del gelato hanno sostenuto organizzazioni come Color of Change, Honor the Earth, Women's March, e Neta. "Cherry Garcia" è fra i gusti più longevi, chiamato così in onore del cantante e chitarrista dei Grateful Dead, Jerry Garcia: gusto ciliegia con pezzettoni di marasche snocciolate e caramello.
In merito al prodotto, Greenfield e Cohen puntano tutto sulla qualità delle materie prime e il benessere dei fornitori. L'azienda infatti investe più denaro in ingredienti rispetto a qualsiasi altra parte del business, quindi la scelta dei fornitori diventa fondamentale. «Ci impegniamo ad aumentare di anno in anno il numero di fornitori di proprietà o gestione afroamericana, nonché la spesa totale per l'approvvigionamento». La decisione di Ben & Jerry's di interrompere le vendite in Israele è stata coerente con questa linea, ma ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti, tra cui minacce di boicottaggio e pressioni politiche da parte di Israele e degli Stati Uniti.

Ben & Jerry's sostiene il popolo palestinese

Nel 2021, ben due anni prima dell'ultima esplosione di violenza a Gaza, Ben & Jerry's aveva già fatto alzare qualche sopracciglio quando si era espressa sulla questione palestinese. Aveva dichiarato di non voler più vendere i propri gelati nelle zone della Palestina occupate illegalmente dagli israeliani, tra cui la Cisgiordania e Gerusalemme Est. La decisione di Ben & Jerry's di sospendere le vendite nei territori occupati ha innescato una serie di eventi che hanno portato a un acceso conflitto con la società madre, Unilever, che ha cercato di estinguere la controversia vendendo le operazioni israeliane del brand a un distributore locale, permettendo così la continuazione della vendita dei gelati in quei territori. Per tutta risposta, la dirigenza di Ben & Jerry's ha intentato una causa legale accusando il conglomerato britannico di aver censurato le sue dichiarazioni a sostegno dei rifugiati palestinesi durante il conflitto a Gaza. Mentre Unilever nega le accuse e si prepara a difendersi in tribunale, la vicenda solleva una questione più ampia: fino a che punto una multinazionale può controllare l'identità e le scelte etiche di un brand che ha sempre fatto della giustizia sociale un elemento distintivo?

ben e jerry's

L'opinione pubblica e l'effetto boomerang

Le decisioni dell'azienda hanno acceso un'ondata di polemiche. Ma mentre la controversia si infiamma, Ben & Jerry's sta raccogliendo l'ennesima ondata di sostegno da parte di consumatori e attivisti pro-Palestina, trasformando quello che avrebbe potuto essere un boicottaggio in un fenomeno di supporto. In molte parti del mondo, il gelato di Cohen e Greenfield è diventato un simbolo di resistenza contro l'oppressione e il controllo corporativo, dimostrando ancora una volta come le scelte politiche dei brand possano influenzare non solo il mercato, ma anche il dibattito pubblico globale.

Quando Ben & Jerry's chiede pubblicamente per Gaza un «cessate il fuoco permanente e immediato», si inserisce nell'acceso dibattito sul conflitto e i boicottaggi globali che colpiscono grandi aziende statunitensi come Starbucks e McDonald's per il percepito sostegno a Israele. Sui social si scatena una valanga di consensi per la politica di Ben & Jerry's. Le vendite schizzano ancora una volta alle stelle. Ma c'è anche uno zoccolo duro a cui la cosa non va giù. In risposta alle accuse di antisemitismo, il consiglio di amministrazione ha dichiarato che l'azienda si è, come sempre, schierata a favore della pace, «Rifiutiamo e ripudiamo ogni forma di odio e razzismo. La nostra decisione si basa sulla convinzione che non è coerente con i nostri valori la presenza di Ben & Jerry's all'interno di un'occupazione illegale riconosciuta a livello internazionale. Parlare e agire secondo i nostri valori non è né anti-Israele né antisemita». I gelati Ben & Jerry's sono da sempre certificati kosher.

peace, love, ice cream

Un gelato per cambiare il mondo

«Amiamo fare il gelato, ma il nostro lavoro ha un senso se lo usiamo per rendere il mondo un posto migliore. Guidati dai nostri valori fondamentali», prosegue il comunicato sul sito web aziendale, «cerchiamo in tutto ciò che facciamo, a ogni livello della nostra attività, di promuovere i diritti e la dignità umana, di sostenere la giustizia sociale ed economica per le comunità storicamente emarginate, e di proteggere e ripristinare i sistemi naturali della Terra. In altre parole: usiamo il gelato per cambiare il mondo».
Dal 15 gennaio, è in corso il cessate il fuoco tra Israele e Hamas dopo 15 mesi di violenti scontri con migliata di morti, a seguito di lunghi negoziati condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto su una proposta avanzata dall'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, grande amante del gelato. E così, un cono alla volta, si possono anche fermare le guerre.

benjerry.it

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