Paola Chiesa è la consigliera di opposizione ed ex vice-sindaca che ha chiesto ai magistrati di indagare sulla questione del "Fricassé ‘d Baudissé an girula" che ha messo nei guai Luca Ferrua, direttore de Il Gusto, e con lui altri quattro personaggi a vario livello e con diversi incarichi sia istituzionali che manageriali. La raggiungiamo al lavoro a Torino per chiederle di raccontarci perché ha voluto coinvolgere la Procura e cosa le ha fatto nascere il sospetto che qualcosa non andasse per il giusto verso. "Certo - afferma Chiesa - uno dei motivi principali è stata la poca chiarezza. Questa maggioranza alla guida del Comune si è rivelata strutturalmente antidemocratica. Ed è anche questa sua caratteristica la causa dell'inchiesta: se avessero dato risposte chiare, trasparenti ed esaustive non sarei certo andata dai giudici. Anzi, la cosa mi ha messo non poca ansia e preoccupazione. Tanto che spero proprio che si arrivi a un finale positivo per la comunità".
Ma scusi, se non vuole creare problemi al paese, perché ha fatto l'esposto?
Perché io al mio paese ci tengo. Sono partita da una richiesta di accesso agli atti, come consigliera di opposizione. Dai documenti pubblicati e pubblicizzati da parte del Comune ho riscontrato poca trasparenza, indicazione di costi generici, non chiari oltre che alti: è da qui che son partita. Mi è stato risposto solo parzialmente e genericamente. Sono anche andata oltre per vedere chi fossero i soggetti coinvolti. Sono risalita alla società, alla sua composizione e ho rilevato chi fossero i soggetti. Quando poi ho visto che il sindaco e i suoi delegati non rispondevano, allora ho preso i miei faldoni e li ho portati in Procura: io potevo solo arrivare all'accesso agli atti. Il seguito possono farlo solo i magistrati.
Ma cosa le ha fatto scattare la pulce all'orecchio?
Sa, quando si vive sul territorio, ci si rende conto sia se le iniziative vengono davvero svolte e sia quanto davvero possano costare.
E cosa ha riscontrato?
Documenti poco trasparenti e poco dettagliati, assenza di qualsiasi iniziativa sul territorio. Ho insistito con l’amministrazione, ma non avendo risposte ho preso i miei fascicoli e mi sono rivolta alla magistratura. Poi, mi auguro che tutto finisca bene, ma c’è qualcuno che deve andare oltre e spiegarci cosa sia successo.
Le indagini si stanno allargando... Lei ha avuto sentore di altre iniziative sospette?
Io mi fermo a Baldissero… Non posso dire altro. Non andrei oltre. Lascerei fare il lavoro a chi di dovere, ovvero alla magistratura.
Come giudica l'impatto sul territorio di iniziative di promozione turistica come quella sul fritto, per esempio? Ha senso realizzarle e farlo con soldi pubblici?
Io credo che sì, possono portare vantaggi al territorio – e parlo da amministratrice – ma solo se sono fatte come si deve. So un po’ come funzionano queste cose. Innanzitutto, al centro dell'iniziativa pubblica devono esserci trasparenza ed economicità. Nella progettazione, poi, si deve partire da obiettivi concreti. A maggior ragione se ci sono risorse ingenti da gestire: per una realtà come Baldissero 70mila euro sono risorse ingenti.
Va be', ma in concreto cosa c'era che non andava?
Tanto per cominciare, la rendicontazione in questo caso è stata fatta ricalcando esattamente i preventivi e sempre in modo molto generico. Ma poi, i cittadini si sono resi conto da soli che sul territorio non è stato fatto assolutamente nulla. E allora si capisce - o comunque viene il dubbio - che non è il territorio al centro degli interessi. Però, appunto, ora serve che qualcuno possa andare a scandagliare meglio.
E le altre manifestazioni sotto la lente dei giudici?
Spero che le altre manifestazioni non siano gestite nello stesso modo…
Aveva senso un'azione dal costo di 70mila euro per promuovere il fritto di Baldissero?
Si parlava di rilancio di quel piatto. Ma in realtà non c’è nessun rilancio da fare. È un piatto che viene realizzato ogni giorno da diversi ristoranti di Baldissero ma anche di tutta la collina. Non ci vedo particolarità specifiche nel legame con Baldissero. Poi, si dovrebbe coinvolgere una squadra e non solo due ristoranti. Insomma, bisogna imbastire politiche importanti per il e sul territorio. Baldissero fa parte anche del "Distretto del cibo del Chierese e Carmagnolese: ma non c’è stato nessun coinvolgimento di questa realtà che pure è istituzionale e importante. I fondi avevano anche un carattere e una valenza internazionali, ma devo dire che non c’è stato neppure un carattere locale nel coinvolgimento. Diversamente, nessuno si sarebbe mosso. Nessuno sapeva nulla, nessun cittadino ne sapeva nulla, non ci sono stati manifesti né altro. E così sono nati dubbi e sospetti.
Ma le cene sono state fatte, c'è anche un video.
Le cene sono state in due ristoranti di Baldissero, mentre a Torino è stata fatta una degustazione o una cosa simile. Le cene erano a pagamento per i commensali: ma chiunque, in qualsiasi sera, avrebbe potuto fare quelle cene, pagando. Perché il fritto misto lo fanno tutti e si può gustare sempre! Quello che ci tengo comunque a precisare, è che la gestione dei soldi pubblici va fatta con la massima trasparenza e si deve capire chiaramente che c’è coinvolgimento e ritorno per la comunità, con obiettivi chiari e ambiziosi e col coinvolgimento dei diversi attori sul territorio. Non si capisce quale possa essere, in questo caso, il ritorno per il territorio".
Ma almeno, le piace 'sto fritto misto? Merita?
Il fritto è buono, certo… (sorride) Poi, ognuno ha le sue varianti, ognuno ha il suo.
Invece, le differenze col fritto misto ascolano?
Sinceramente non so risponderle, non saprei le differenze rispetto a quello all’ascolana.
Ci dica la verità: dove le batte il cuore? A destra o a sinistra? Non è una sorta di guerra colorata di politica, questa sul fritto misto?
Capisco la sua curiosità, ma gliela lascio… Se io o il sindaco siamo di destra o di sinistra non ha alcuna importanza, non interessa nessuno. Siamo espressioni in tutto e per tutto di due liste civiche. Certo strutturalmente, però, da quello che può vedere anche lei, questa maggioranza appare quantomeno strutturalmente antidemocratica. Ma io davvero mi auguro che questa situazione si concluda al meglio per il paese. Purtroppo, però, vedo un modo di gestire la cosa pubblica che si deteriora sempre più nel tempo.