“Chi può metta, chi non può prenda”. È questa la frase che si legge sempre più spesso in molti angoli delle città italiane e che, come un codice segreto, serve per condividere la generosità alimentare al tempo del coronavirus in un momento in cui la povertà, stando ai dati pubblicati dalla Caritas, è più che raddoppiata ed è in continua crescita.
E sono molte le azioni di solidarietà nate tra i ristoratori, chef e pasticceri che, nonostante il momento impegnativo che sta vivendo la loro categoria, non dimenticano, come hanno sempre fatto, di aiutare chi si trova in difficoltà tutti i giorni dell’anno.
Food delivery sociale e solidale
E la generosità si esprime, oggi, anche attraverso il “delivery” (che tradotto si legge “consegna”) che diventa solidale, di aiuto e assume le forme più diverse offrendo molteplici possibilità: dalla cena acquistata dal cliente affezionato, cucinata e consegnata a chi invece in questo momento non riesce a mettere il pane sotto i denti, alla torta o alla colazione sospesa da inviare al domicilio di chi non si può muovere; dalla spesa solidale con relativa brigata di cucina coordinata dallo chef che trasforma i prodotti in pasti per i più bisognosi, all’evento online organizzato dal ristorante per raccogliere i fondi necessari per aiutare la mensa in città. Tutte iniziative che hanno un filo comune: è il cibo, che viene cucinato e donato a chi, anche a causa del virus, vive un momento di disagio. L’ingrediente segreto? Facile, è la solidarietà.
Food delivery solidale. Alcuni progetti
A Torino Maria Zingarelli, chef del ristorante Il Giardino, dai primi giorni di marzo ha dovuto chiudere il suo piccolo ristorante vegetariano in pieno centro, molto apprezzato dai torinesi. Con l’aiuto di Antonella Giani dell’associazione culturale Giardino Forbito e dell’hastag #cifailaspesa ha deciso di non spegnere i fuochi e continuare a cucinare pasti caldi (ormai duecento ogni giorno) per chi si trova in difficoltà, e lo ha fatto chiedendo a produttori locali di donarle ciò che possono, che al resto ci avrebbe pensato lei. È stata una gara di solidarietà (le uova di Fantolino, il riso e i cereali donati da Bonifiche Ferraresi, solo per fare qualche esempio) che ha coinvolto altri ristoratori (come il team di Tre Galli, e di Oinos) in una catena virtuosa in cui il cibo, consegnato alle associazioni, diventa mezzo e fine per mantenere unita la comunità.
Vicino a Ferrara, a S. Agostino, la storica Trattoria La Rosa 1908 si è messa a disposizione della Caritas locale e si è inventata la Rosa Sospesa sulla falsariga dell’ormai celebre caffè sospeso napoletano. È possibile acquistare una cena, un pranzo, una bottiglia per chi ne ha bisogno, scegliendo dalla carta del menu predisposto per la consegna a domicilio, unica modalità in questo momento. I piatti vengono consegnati alle persone segnalate e il valore viene raddoppiato dal ristorante che si fa carico di aggiungere così una “Rosa” sospesa a favore di chi ne ha più bisogno. Un modo questo per stare vicino alla propria comunità.
Food delivery solidale a Roma, Milano e Bologna
Stessa cosa accade a Roma ma in questo caso i protagonisti sono i dolci. Bompiani di Walter Musco (ex allievo del Gambero Rosso), fresca del premio speciale di miglior pasticceria salata in Italia nella guida Pasticceri & Pasticcerie d’Italia 2020 del Gambero Rosso, ha deciso di collaborare con il progetto Torta Sospesa. L’idea è semplice: dare la possibilità ai propri clienti di donare un box di specialità ad associazioni che si occupano di minori senza famiglia o di anziani che, soli, si trovano in strutture di degenza geriatrica, tra le più colpite da questa vicenda. A fronte di trenta euro del voucher Torta Sospesa acquistata dal cliente, la pasticceria aggiunge un secondo box prodotti. Un aiuto dolce per un momento fin troppo amaro.
A Milano il cibo consegnato diventa un vero e proprio “delivery solidale” grazie anche alla cooperativa sociale Betania che ha fatto incontrare domanda e offerta (piccoli produttori locali di cibo di qualità) su una piattaforma digitale (www.nonsolospesa.org). Ogni volta che si acquista online, il 2% del valore della transazione viene accantonato per attivare progetti di solidarietà sociale, che in questo momento non sono mai abbastanza.
Anche il mondo del vino si è mosso con velocità in questo momento difficile e così, sempre a Milano, l’enoteca e/n - enoteca naturale ospitata nel cortile con vista su Sant’Eustorgio in cui ha sede anche Casa Emergency, ha lanciato un’iniziativa solidale virtuale. Sul suo sito destinato al delivery delle loro etichette è possibile acquistare, oltre a decine di etichette, anche un pasto sospeso per Emergency: aggiungendo 10 euro, si dà un contributo allo staff impegnato nelle attività in risposta all’emergenza sanitaria.
E poi c’è Bologna che dal 1953 ospita l’Antoniano Onlus, realtà molto attiva in città per l’accoglienza nei confronti dei più bisognosi. La porta è sempre aperta per offrire un pasto caldo, e da sempre molti chef organizzano eventi unici, e molto partecipati, per raccogliere fondi che poi si trasformano in cibo. Quest’anno, il 15 maggio, accadrà qualcosa di speciale: assieme all’Emporio Armani Ristorante in Galleria Cavour hanno pensato a un’intera giornata di delivery solidale. Un menu gourmet dall’antipasto al dolce, compresa una bottiglia, a 75 euro a persona (con l’aiuto della Banca di Bologna, della cantina Paltrinieri e della stessa galleria) che potrà essere acquistato e verrà consegnato a casa dalle 19.30 alle 21. L’intero ricavato della serata verrà devoluto all’Antoniano che lo trasformerà in posti a tavola nella mensa sotto le due torri.
a cura di Tommaso Costa