Ron DeSantis, il repubblicano governatore della Florida, ha scelto il giorno della Festa dei Lavoratori per firmare la legge che mette al bando la produzione di carne coltivata nel suo Stato, sulle orme della normativa approvata lo scorso anno in Italia. Una scelta che va in controtendenza con le aperture della Usda (il Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti) del 2023 che hanno permesso la produzione e la vendita di carne coltivata nel territorio americano.
Carne coltivata e complottismo
«Oggi la Florida si oppone al piano dell'élite globale di costringere il mondo a mangiare carne cresciuta in provetta o insetti per raggiungere i propri obiettivi autoritari», ha dichiarato il governatore DeSantis. «La nostra amministrazione continuerà a concentrarsi sugli investimenti nei nostri agricoltori e allevatori locali, e salveremo la nostra carne bovina». Nello storytelling repubblicano la Florida sta agendo per fermare l'obiettivo del World Economic Forum di costringere il mondo a mangiare carne e insetti allevati in laboratorio. Infatti, mentre il World Economic Forum dice al mondo di rinunciare al consumo di carne, la Florida sta aumentando la produzione di carne e incoraggia i residenti a continuare a consumare e gustare il 100% di vera carne bovina della Florida.
Cosa prevede la legge
Il "bill SB 1084" rende inoltre illegale per chiunque produrre per la vendita, vendere, detenere o offrire in vendita o distribuire carne coltivata nello Stato della Florida. I trasgressori saranno punibili con un massimo di 60 giorni di carcere. Anche gli esercizi alimentari che vendono o servono questa carne saranno soggetti a sanzioni, tra cui la perdita della licenza commerciale.
Il disastro ambientale di Tyson Foods
«Stiamo proteggendo l'industria contro gli atti dell'uomo, contro un'agenda ideologica che vuole additare l'agricoltura come il problema, che considera cose come l'allevamento del bestiame come la distruzione del nostro clima», ha continuato DeSantis. Dichiarazioni che si scontrano con la cronaca di questi giorni che ha messo in luce il disastro ambientale operato da Tyson Foods, gigante della trasformazione della carne. Negli ultimi cinque anni, infatti, l'azienda americana ha scaricato circa 170mila tonnellate di sostanze inquinanti pericolose direttamente nei fiumi e nei laghi americani, come riporta The Guardian. Una pratica illegale, ma che rappresenta anche una minaccia significativa per gli ecosistemi vitali e mette a repentaglio sia la fauna selvatica che il benessere umano. Tra gli inquinanti sono stati riscontrati azoto, fosforo, cloruro, olio e cianuro rilasciati nelle acque da 41 macelli e impianti di lavorazione tra il 2018 e il 2022. Il volume delle acque reflue scaricate illegalmente equivale a circa 132.000 piscine olimpioniche.