Nemici dappertutto. La vita surreale delle donne che assaggiavano il cibo al posto di Hitler

24 Mar 2025, 14:58 | a cura di
Un film racconta la vita e il "lavoro" delle donne usate dalle SS per controllare che il cibo di Hitler non fosse avvelenato

Il film diretto da Silvio Soldini, tratto dall'omonimo romanzo di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello 2018, e best-seller internazionale pubblicato in 46 paesi con oltre un milione di copie vendute in tutto il mondo, racconta la storia di un gruppo di giovani donne che, durante la seconda guerra mondiale, è stato costretto ad assaggiare i pasti prima di Adolf Hitler. Il romanzo e il film sono un adattamento di vicende realmente accadute e rivelate in prima persona pochi anni fa dalla vera protagonista.

Le assaggiatrici di Hitler

Ispirata dalla testimonianza dell'ultima assaggiatrice di Hitler, la storia ci porta all'autunno 1943 quando una giovane donna, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato della Prussia, vicino al confine orientale, dove vivono i suoceri. La donna scopre presto che quel villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all'interno della foresta con cui confina, c'è il Wolfsschanze, il quartier generale e covo segreto di Hitler, la terribile "Tana del Lupo".

Il Führer vede nemici dappertutto, e venire avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all'alba la protagonista del romanzo da cui è tratto il film viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, e portata in una caserma. Qui le donne sono costrette a mangiare tutto quello che viene messo nei piatti davanti a loro. Con sgomento capiscono che ogni boccone può essere l'ultimo della loro vita, per salvare quella del leader del Terzo Reich. Divise tra il terrore di morire e la fame che le attanaglia, le "assaggiatrici" per due anni e mezzo mangiano il cibo destinato a Hitler, e stringono tra di loro alleanze, rivalità, amicizie e patti segreti. Sono tante le storie avvincenti quanto dolorose che questo tragico periodo storico ha ispirato, ma questa non è frutto dell'immaginazione dell'autrice. A differenza di molti racconti, questo si ispira alla vera e incredibile storia di Margot Wölk.

Margot Wolk

Chi ha ispirato Le Assaggiatrici

La donna, deceduta nel 2014 all'età di 97 anni, ha tenuto segreta la sua storia per tutta la vita, finché, in un'intervista rilasciata nel 2013 a EinesTages, rubrica storica del settimanale tedesco Spiegel, non ha rivelato di essere stata, insieme ad altre 14 donne, una delle assaggiatrici di Hitler. Wölk, segretaria venticinquenne nata a Berlino nel 1917, cresce in una famiglia anti-nazista: rifiuta di aderire all'organizzazione giovanile della Gioventù Hitleriana, Bund Deutscher Mädel, la Lega delle Ragazze Tedesche, e suo padre non viene promosso sul lavoro perché non ha la tessera del partito. Il marito, Karl, è al fronte e non manda sue notizie da due anni.

L'assaggio dei piatti

Secondo i ricordi di Margot Wölk, il sindaco del piccolo paese in cui si era appena trasferita era «un vecchio nazista» che probabilmente l'aveva segnalata alle SS. Poco dopo il suo arrivo, degli ufficiali in divisa nera infatti si presentano alla sua porta, obbligandola a seguirli. È così che inizia il suo periodo come assaggiatrice. «Hitler era terrorizzato dal poter essere avvelenato dagli inglesi, lo sapevano tutti», racconta Wölk. Ogni mattina, alle otto in punto, le SS prelevavano le ragazze e le trasferivano alla caserma nel vicino villaggio di Krausendorf. Qui dei cuochi preparavano i pasti destinati al Führer. Il rituale macabro della "degustazione" avveniva tutti i giorni dalle 11 a mezzogiorno, e il cibo veniva servito loro su un grande tavolo: piatti di verdure con pasta o riso, salse, e frutta esotica. «Non c'era mai carne o pesce», racconta Wölk «perché Hitler era vegetariano». Questo dettaglio è dibattuto tra gli storici perché la cuoca di un hotel dove il dittatore si recava molto spesso, racconta in un libro di ricette che Hitler era grande amante dello stufato di piccioni. «Il cibo era buono, persino squisito, ricorda Wölk nell'intervista, ma non potevamo godercelo. Era legato alla paura». Le ragazze erano obbligate a terminare fino all'ultimo boccone, e alla fine del pasto non si poteva tirare alcun sospiro di sollievo. Perché dopo l'assaggio, le SS trasportavano le pietanze al quartier generale con imballaggi speciali, ma Hitler attendeva sempre almeno un'altra ora prima di consumarle, come ulteriore misura precauzionale. Le assaggiatrici dovevano essere sempre disponibili quando Hitler si trovava alla Tana del Lupo, cosa che accadeva frequentemente: tra il 1941 e il 1944 vi si recava in media due giorni su tre. Wölk non lo vide mai di persona.

L'attentato fallito, la fuga e la presunta relazione

Il 20 luglio del 1944 segna un drastico cambiamento: dopo il fallito attentato a Hitler, la Germania entra in un clima di repressione feroce. Migliaia di membri della resistenza e oppositori vengono arrestati, incarcerati e giustiziati. Anche le misure di sicurezza attorno alla Tana del Lupo si inaspriscono: le assaggiatrici non possono più vivere nelle proprie abitazioni e vengono trasferite in un edificio scolastico abbandonato, vicino al quartier generale. Quando l'Armata Rossa è ormai vicina al covo segreto, Wölk riesce a fuggire salendo su un treno per Berlino. Nel libro e nel film ispirati alla sua storia, questa fuga avviene grazie all'aiuto di un alto ufficiale tedesco con cui la donna avrebbe avuto una relazione. Sebbene Wölk non ha mai confermato di aver avuto un legame sentimentale con un comandante delle SS, è stato effettivamente uno di loro a permetterle di lasciare la zona prima dell'arrivo dei russi. Questa versione dei fatti trova conferma nelle sue dichiarazioni: anni dopo la guerra, Wölk incontra di nuovo l'ufficiale che l'aveva aiutata a fuggire, che le dice che le altre assaggiatrici rimaste alla Tana del Lupo sono state uccise dai soldati sovietici.

Per decenni, Wölk non ha raccontato a nessuno la sua esperienza come assaggiatrice di Hitler. Solo nel 2013, in occasione del suo 96° compleanno, quando il giornalista le fa domande sul suo passato, lei rompe il silenzio sui "peggiori anni della sua vita". Aver tenuto in vita Hitler per due anni e mezzo era una colpa impossibilke da accettare, e il mangiare era diventato per lei metafora di morte e paura, «Mi ci è voluto molto tempo per tornare a godere del cibo, ma ce l'ho fatta, non è stato facile ma credo di aver finalmente sconfitto le mie paure».
La sua incredibile storia racconta la guerra dal punto di vista delle donne, e questo manipolo in particolare, che ha costituito un piccolo esercito senza armi: cavie sacrificabili, costrette a mettere a rischio quotidianamente la propria esistenza a servizio del Terzo Reich.
Il film Le Assaggiatrici è una co-produzione fra Italia, Belgio e Svizzera alla cui sceneggiatura ha anche collaborato l'autrice del libro da cui è tratta la pellicola. Molte sequenze sono state girate in provincia di Bolzano, con un cast tutto tedesco. Il film è in uscita nelle sale il 27 marzo.

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