Un simpatico omino (un po' in carne) che sorseggia Champagne e morde un panino al pollo fritto. Questo è il simbolo di Fat Sam at the Winery, la vineria tra i navigli e Porta Ticinese che ha conquistato Milano con la sua offerta tanto audace quanto goduriosa. Tre giovani soci: Samuele Luè, Vincenza e Costanza Vergolino, hanno dato vita a un progetto che rompe gli schemi e non fa mai annoiare. In un panorama saturo di locali dedicati ai vini naturali, Fat Sam si distingue per il suo carattere provocatorio, con una bella selezione di vini che attraversano tutta l’Europa e una stuzzicante carta di Champagne e Crémant, da abbinare a piatti che sembrano usciti da un diner statunitense anni Sessanta.
Basta con i soliti wine bar
Samuele Luè non è nuovo al mondo della ristorazione milanese, già a 20 anni, finite le superiori, era ai fornelli. «Ho lavorato anni con Giacomo Gallina, mio grande maestro, che mi ha insegnato soprattutto ad avere curiosità, poi ho avuto l’opportunità di collaborare con Cracco, ma è stata New York a farmi scoprire la mia vera vocazione», racconta. L’esperienza newyorkese - durata 4 anni - tra locali fusion e street food, ha influenzato profondamente la sua idea di cucina. Dopo il ritorno a Milano, nel 2017, Luè ha aperto Chihuahua Tacos, un mexican bar con due sedi – una in via Paolo Sarpi e uno in zona Bocconi – ma sentiva il bisogno di sperimentare qualcosa di diverso.
Nasce così Fat Sam at the Winery, un nome che evoca la personalità del progetto: «Volevamo qualcosa che rompesse con l’offerta ripetitiva delle vinerie milanesi», spiega Samuele. «Fat Sam è un alter ego: un amante del vino e del comfort food, che non si fa problemi a godersi una serata con gli amici e a lasciarsi andare». La location, poi, non poteva essere più particolare: una corte nascosta all’interno della chiesa di Corso San Gottardo, dove le bottiglie di vino convivono con un soffitto in legno che richiama la vecchia Milano. «Era il luogo perfetto per unire tradizione e contemporaneità, con un tocco irriverente» aggiunge Luè.
Pollo fritto e bollicine? Sì, chef
Se da una parte Fat Sam accoglie il trend delle vinerie naturali, dall’altra non nasconde la sua anima più golosa e beffarda. «Abbiamo puntato su un menu che fosse divertente, con piatti ricchi e fuori dagli schemi», dice Luè. La proposta gastronomica si articola in due anime, così le definisce Sam: quella più classica, da enoteca, con bottiglie selezionate da Vincenza, wine specialist del locale, e una serie di piccoli piatti da condividere (ma con sempre un po’ di «politicamente scorretto», scherza Sam) come la tartare di carne (con ottima salsa tartara) o il burro&salami (selezione di tre salami con burro montato e pane caldo), o il camembert al forno con marmellata di cipolle, e quella più "grassa", dove il protagonista indiscusso sono i bun con pollo fritto e salse fatte in casa.
Marinato per 24 ore in sale, zucchero e spezie, poi altre 24 ore nel latticello. Infine, viene fritto con una panatura speziata e servito in tre varianti: il classico con cetrioli in agrodolce, il piccante con salsa habanero e quello più sofisticato con cipolla rossa e uova di salmone ikura. Non mancano, poi, gli stuzzichini come i popcorn di pollo fritto con miele e peperoncino o le patatine al tartufo e parmigiano, che completano un'offerta pensata per chi non vuole prendersi troppo sul serio a tavola. Ma la vera chicca del menu è il gelato artigianale servito in una coppa di Champagne, un dolce che richiama l’estetica degli anni Sessanta.
La messa della domenica
Nonostante l'apparente spensieratezza, il progetto di Fat Sam at the Winery ha richiesto mesi di lavoro, soprattutto per adattarsi ai vincoli imposti dalla struttura storica, all’interno della corte di San Gottardo. «Ci abbiamo messo otto mesi per aprire, ma volevamo farlo bene», racconta Luè, ricordando le sfide logistiche e burocratiche. E ora, con il locale in piena attività da marzo 2024, Samuele si concede anche qualche riflessione sul panorama milanese: «Milano vive di trend, ma devi saperli accogliere e reinterpretare». A differenza di molti wine bar che hanno proliferato negli ultimi anni, tra Milano, Roma - ma anche Torino e Bologna - Fat Sam non si limita a seguire la moda del momento, ma cerca di rompere con la tradizione delle enoteche troppo seriose. «Non volevamo proporre i soliti piatti trendy, come tristi verdure o humus», afferma Samuele, con una punta di provocazione. «La nostra è una critica velata a tutti quei locali che, a forza di aprire tutti uguali, finiscono per essere noiosi».
Ed è proprio qui che, ogni domenica, si celebra la Messa: una giornata di festa e convivialità tra musica jazz, hip-hop e vino, dalle 12 alle 22, ma non si tratta di nulla di blasfemo, ci rassicura Sam, «è un omaggio alla chiesa che ospita il locale». Per ora però, l’evento della domenica è stato sospeso, ma riprenderà a novembre, con l’aggiunta di un format brunch.
Chi è Fat Sam?
Alla domanda su quanto ci sia di lui in Fat Sam, Samuele risponde con un sorriso: «Fat Sam è un po’ il nostro alter ego: siamo tutti e tre io, Vincenza e Costanza». Il locale riflette non solo il loro amore per il cibo e il vino, ma anche una filosofia di vita che invita alla convivialità e alla leggerezza. «Divertiamoci, prendiamoci una bottiglia e proviamo qualcosa di nuovo», sintetizza Luè, «Fat Sam è leggero nell’approccio, ma non nel cibo», chiude ridendo di gusto Samuele. Il locale, infatti, è frequentato da una clientela eterogenea, che varia dagli amanti del vino naturale agli appassionati di comfort food.
E il momento in cui i tre soci hanno pensato “abbiamo spaccato”? «All'inizio eravamo preoccupati di aver creato qualcosa di troppo fuori dagli schemi, la prima settimana eravamo vuoti», racconta Samuele. «Ora abbiamo una fanbase affezionata, che viene anche due volte a settimana, ci ha sorpreso la risposta del pubblico a distanza di otto mesi». Per ora, l'obiettivo è consolidare l'identità del locale e prepararsi a nuove sfide, come il brunch domenicale che verrà lanciato a novembre, con una proposta di bun con pollo fritto e uovo cotto a bassa temperatura. Ma, in attesa della prossima messa domenicale, Sam ci svela. «Ci piacerebbe espandere il progetto, portare Fat Sam non solo “at the winery” ma anche “at the taqueria” o “at the pizza spot"», sempre con una buona dose di ironia e sregolatezza.
FAT SAM at the Winery - Corso S. Gottardo, 6, Milano - Tel. 0236754483