L'erbazzone, la torta salata di origine medievale che nasce come piatto povero contadino, tra i piatti più amati e riconoscibili della tradizione reggiana, ha fatto un balzo in avanti verso il riconoscimento di Indicazione geografica protetta. Il ministero delle Politiche Agricole ha accolto le controdeduzioni dell'Associazione dei produttori bocciando l'opposizione di un'azienda produttrice di pasta sfoglia surgelata, che intendeva trasferire parte della produzione in Piemonte, pur continuando a usare il nome tipico.
L'opposizione piemontese
Grande soddisfazione è stata espressa dal settore della ristorazione locale e dall'Associazione produttori erbazzone Reggiano, che è nata appositamente per tutelare e promuovere la specialità ripiena di spinaci, bietole e Parmigiano-Reggiano stagionato. Ne fanno parte Nonna Lea, Fattoria Italia, Bottega Gastronomica, La Vecchia Resdora e Big. Nella documentazione fornita dall'Associazione al ministero, si precisa in modo chiaro che la zona di produzione dell'Igp «è costituita dall'intero territorio della provincia di Reggio». A gennaio 2024 un'altra società del settore ha presentato ricorso alla valutazione, ma ha perso la causa. Il team legale dell'Associazione ha avuto l'incarico a seguito dell'opposizione pervenuta infatti da Sfoglia Torino Srl (che nel 2017 ha acquisito Righi Srl). L'azienda piemontese che ha perso la causa è in attività dal 1978 nel settore dei semilavorati di pastasfoglia, e produce tra le altre cose nei suoi tre stabilimenti nel Monferrato, torte salate surgelate, inclusa una linea con il nome "erbazzone".
Il riconoscimento del prodotto
L'iter per il riconoscimento dell'erbazzone reggiano come prodotto Igp è iniziato nel dicembre 2022 quando la Regione Emilia-Romagna ha avviato la valutazione della domanda di registrazione. L'anno seguente si sono superate due importanti tappe: la conclusione dell'istruttoria del Mipaaf, e il vaglio del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle indicazioni geografiche e delle Denominazioni di origine. Il fascicolo di domanda, comprensivo del Disciplinare che specifica le caratteristiche del prodotto, gli ingredienti, la preparazione e la cottura, il legame con l'ambiente di produzione, i controlli, il confezionamento e l'etichettatura, è stato trasmesso alla Commissione Europea per l'ultima fase di valutazione. Ora il fascicolo è infatti giunto sui tavoli a Bruxelles per l'ultima fase di valutazione, dove si deciderà se l'erbazzone reggiano otterrà il definitivo riconoscimento come Indicazione geografica protetta, diventando a tutti gli effetti un prodotto tipico esclusivamente reggiano.