Lia Ferrarini potrebbe essere scivolata da un piccolo macchinario agricolo che serve per accudire gli animali da stalla o essere rimasta impigliata e trascinata a terra sbattendo la testa su un lastrone di cemento. È stata trovata da un operaio dell'azienda di famiglia.
Chi era Lia Ferrarini
Lia era la più giovane dei figli di Lauro Ferrarini, «una di noi, sempre alla mano, cordiale, parlava con gli operai e i dipendenti, trattava tutti allo stesso modo, italiani e stranieri, non c’era differenza», ricorda a il Resto del Carlino il veterinario dell'azienda. Pur svolgendo mansioni manageriali e dirigenziali, ci teneva a seguire personalmente i suoi animali, anche sabato 9 novembre quando è caduta dal trattore, sbattendo la testa e procurandosi un trauma cranico che le è risultato fatale nonostante i soccorsi arrivati tempestivamente. A trovare il corpo è stato un addetto, ma al momento dell'incidente Lia era sola.
Il prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti
La donna, a differenza dei fratelli Luca, Lucio, Licia e Lisa, non era particolarmente interessata all'aspetto imprenditoriale dell'azienda. Un'azienda agricola nata in un'antica villa sui campi, nelle verdi colline reggiane, a Rivaltella. Nel 1956, quando avvia la produzione di prosciutto cotto, è la prima azienda in Italia a proporlo sul mercato senza polifosfati aggiunti, una vera rivoluzione nel settore di cui diventa presto leader, sia nel canale della grande distribuzione organizzata, sia in quello del dettaglio tradizionale su tutto il territorio nazionale grazie a una struttura distributiva propria. Ferrarini è ormai una tra le più importanti imprese europee nel settore e propone in tutto il mondo i prodotti agroalimentari simbolo dell'italianità: dal prosciutto di Parma alle diverse specialità di salumeria, accompagnate dai prodotti dell'azienda agricola, come il parmigiano reggiano Dop, i vini, l'aceto balsamico di Modena Igp e il Tradizionale di Reggio Emilia Dop.