All’indomani della chiusura delle Olimpiadi 2024, si contano le medaglie ma anche le delusioni. Una su tutte quella del campione Gianmarco Tamberi che ha fallito nell’impresa del salto in alto, durante la finale di Parigi, a causa delle condizioni di salute cagionevoli dovute a coliche renali che lo hanno colpito proprio nei giorni delle competizioni sportive. Oltre alla solidarietà per Gimbo, da giorni si parla della dieta dell'atleta, considerata da alcuni "troppo" drastica e causa dei calcoli renali. Tamberi ha smentito qualsiasi ipotesi con una serie di stories su Instagram: «Giusto per dare qualche informazione in più a chi scrive senza informarsi... È l'aumento di peso che porta ad un maggiore rischio di coliche renali non la perdita di peso...». A gennaio, invece, dopo un post in cui riferiva di aver superato la prima prova di preparazione atletica, in cui aveva perso 5 chili in 24 giorni, ha detto: «La mia è una dieta estrema per arrivare ad essere più leggero possibile alla gara». A GQ Italia invece ha raccontato cosa mangia durante le preparazioni: «A colazione mangio fette biscottate integrali con marmellata senza zuccheri e ricotta light, un cappuccino col latte scremato. A pranzo 120 grammi di pasta in bianco, a merenda 40 grammi di parmigiano o un toast con pane integrale, prosciutto senza grassi e formaggio senza grassi, a cena proteine con carne magra». Per fare chiarezza sulla questione, abbiamo raggiunto telefonicamente il professore Luca Piretta, nutrizionista e medico specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, professore presso l’Università Campus Biomedico di Roma.
Professore, la drastica perdita di peso, in questo caso dell’atleta Giamarco Tamberi, può essere collegata alle coliche renali che ha avuto?
Una perdita rapida di peso può favorire la comparsa dei calcoli renali, questo non vuol dire che nel suo caso questo sia il motivo, non ho nessun elemento per dirlo. La perdita di peso implica anche una perdita di acqua e quello può determinare maggior rischio di calcolosi renale per la minore possibilità di eliminare le scorie e far precipitare i cristalli che determinano la comparsa dei calcoli. Potrebbe essere un nesso.
Tamberi ha dichiarato di avere un dieta molto restrittiva per tutto l’anno, nello specifico ha detto che «il salto in alto prevede di superare la gravità, la gravità ti schiaccia a terra e meno pesi più è facile farlo. Quindi arrivo sempre all'appuntamento importante dopo mesi e mesi di dieta estenuante».
Lo capisco, però perdere peso non vuol dire dimagrire. Cioè la perdita di peso per essere più leggero la posso capire. Ma è la perdita di peso drastica che non ha molto senso. Cioè se uno ha l’obiettivo di raggiungere un peso per la competizione, ci deve pensare per tempo, bisogna valutarlo se è giusto o meno, ma comunque non ha senso raggiungerlo in brevissimo tempo.
Cosa comporta tutto questo?
Non ha nessuna logica questa. Perché poi va incontro a processi di disidratazione e depauperamento muscolare. Siccome sia il cervello che i globuli rossi si nutrono prevalentemente, quasi esclusivamente, di carboidrati, zuccheri, se tu non glieli dai, l'organismo se li procura da solo distruggendo il muscolo in un processo che si chiama neoglicogenesi. Questa è puramente teoria, non so se sia successo questo a Tamberi, però in linea di principio non è una cosa salutare neanche per un atleta, neanche per raggiungere un obiettivo, quello di perdere peso velocemente.
E quindi che avrebbe dovuto fare Tamberi?
Sì, bisogna essere leggeri di peso per fare questo sport, ma comunque c'è bisogno di energia, cioè di muscolo. Il corpo deve essere fatto di un peso che sia efficiente, altrimenti se uno si taglia un braccio, ha raggiunto il peso che voleva raggiungere, ma ha perso un braccio. Quindi non può essere il peso e basta l'obiettivo dell'alimentazione. Non è che mi prefiggo di arrivare a 50 kg. Non è che in qualunque modo ci arrivi vada bene, no, non è così. Non è assolutamente così.
Quindi, cosa comporta una dieta con poco apporto di carboidrati anche negli sportivi?
Fare una dieta povera in carboidrati non fa bene alla salute neanche per gli sportivi e neanche per perdere peso. Nei primi secondi dell’attività muscolare intensa il muscolo utilizza la creatina, dopo utilizza gli zuccheri per un certo periodo di tempo, dopo un quarto d’ora, venti minuti di attività si cominciano a usare i grassi, quindi gli zuccheri sono importanti per lo sfruttamento energetico dell'attività muscolare. L’attività di Tamberi non riguarda l'attività muscolare protratta nel tempo, perché non fa nessuna attività che richieda una riserva energetica, visto che lui fa il salto in alto. Quindi è un discorso teorico quello che ho fatto. Però una dieta salutare, se dobbiamo mettere al primo posto la salute, non può prescindere da un apporto adeguato di carboidrati.
Quindi non è un discorso universale: corpo sportivo non significa grandi muscoli?
Non credo che la forma fisica di un atleta che fa salto in alto abbia dei requisiti energetici tali come possono essere quelli di uno che fa il fondo, lancio del peso, uno che fa nuoto, sono esigenze diverse non si può omologare la prestazione sportiva a una dieta unica per lo sportivo. Ogni atleta ha delle prerogative personali che va al di là dell’attività sportiva che svolge.