Decreto Ristori. Un miliardo di euro già stanziati
Mentre l’Agenzia delle Entrate inizia a dispensare gli indennizzi previsti dal Decreto Ristori, l’esecutivo ha già stabilito nuove misure di supporto per sostenere le attività travolte dalle restrizioni ulteriori imposte alle zone rosse e arancioni d’Italia. Da un lato, dunque, i primi aiuti a fondo perduto hanno già raggiunto oltre 210mila imprese per l’ammontare complessivo di 964,8 milioni di euro. Di questi, 726 milioni sono pervenuti tramite accredito diretto sul conto corrente a 154mila esercizi di ristorazione e somministrazione, (tra bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti), secondo i coefficienti stabiliti dal Decreto Ristori (ma non senza qualche anomalia che abbiamo segnalato). La fotografia nazionale, inoltre, evidenzia come più di un terzo dei contributi erogati finora sia distribuito tra Lombardia, Lazio e Veneto. E di questo sono testimoni diversi ristoratori, che nelle ultime ore sottolineano l'effettiva tempestività con cui sono stati versati loro gli indennizzi a fondo perduto.
Ma, di fronte a un Paese che progressivamente sta procedendo verso il lockdown - seppur in forma probabilmente diversa rispetto alla scorsa primavera - è già il momento di articolare un programma di sostegno più corposo e capillare per le imprese costrette a fermarsi.
Decreto Ristori Bis. Si amplia la platea dei destinatari degli aiuti
Il testo del Decreto Ristori Bis non è ancora entrato in Gazzetta Ufficiale, ma l’approvazione del Consiglio dei Ministri è già arrivata nella notte tra il 6 e il 7 novembre scorsi. Ed è quindi noto come si strutturerà il piano di indennizzi e agevolazioni fiscali che dovranno bilanciare gli effetti delle nuove restrizioni. Il pacchetto di misure vale 2,5 miliardi di euro, e protegge soprattutto le attività in zona rossa, oltre a estendere il contributo a fondo perduto ad alcune categorie rimaste escluse dal Decreto Ristori seppur penalizzate dalle chiusure. Per quel che ci interessa, nella lista ampliata di Codici Ateco ora figurano anche gli ambulanti e le pizzerie al taglio, mentre restano fuori, nonostante i ripetuti appelli, circa 4mila aziende di distribuzione all’ingrosso di food&beverage, comunque penalizzate dalla contrazione del mercato del fuori casa. Una misura dedicata, invece, è prevista per la filiere agricola, della pesca e dell’acquacoltura, che potranno beneficiare della decontribuzione per il mese di dicembre (per le imprese previste nel Decreto Ristori e operative nei settori indicati).
Zone rosse e arancioni: aumenta l’importo degli aiuti
Nelle zone rosse e arancioni, dunque, potranno beneficiare del coefficiente 2 (ristoro al 200%, con il raddoppio della somma ricevuta in primavera) anche bar, pasticcerie e gelaterie, come già previsto per i ristoranti. L’erogazione del contributo seguirà la stessa procedura utilizzata dall’Agenzia delle Entrate per i fondi previsti dal Rilancio e per quelli introdotti dal decreto Ristori (quindi sempre in base alla dichiarazione del fatturato di aprile 2019, e con accredito diretto tramite bonifico). A queste attività sarà esteso anche il bonus affitto, con un credito di imposta al 60% del canone, sempre nel periodo compreso tra ottobre e dicembre (tre mensilità). È sospeso anche il pagamento dell’Iva di novembre per tutte le attività già chiuse sul territorio nazionale e per quelle che dovranno fermarsi nelle zone rosse. La sospensione darà l’opportunità di congelare i versamenti fino al prossimo 16 marzo 2021. Solo i titolari proprietari di un locale costretto a chiudere in zona rossa, invece, avranno diritto alla cancellazione della seconda rata dell’Imu. Ma la suddivisione in colori influisce anche sulla sospensione dei contributi Inps: i codici Ateco interessati, su tutto il territorio nazionale, possono usufruirne per il mese di novembre; mentre solo nelle zone arancioni e rosse l’agevolazione sarà estesa anche al mese di dicembre.
Le richieste di Fipe
E Fipe già avanza le richieste di un settore che continuerà a essere fortemente penalizzato (il quadro l’ha illustrato personalmente a Giuseppe Conte un volitivo Massimo Bottura, in occasione del confronto andato in scena a Cibo a Regola d’Arte): un maggiore coefficiente di moltiplicazione per il calcolo degli aiuti a fondo perduto, ulteriori settimane di cassa integrazione e liquidità a lungo termine. Inoltre, Fipe ritiene necessario un patto con il sistema bancario che garantisca di spalmare il debito contratto nel 2020 in un arco temporale di almeno vent’anni, per evitare che molte imprese di ristorazione soccombano nel tentativo di risollevarsi.