Dai laboratori alle prove in campo. Le Tecniche di evoluzione assistita (Tea), ovvero l'insieme di tecniche genetiche usate per il miglioramento delle piante (senza metodi che portino a organismi Ogm), ottengono il via libera del Parlamento per un'applicazione sperimentale nell'agricoltura italiana, in siti autorizzati. Merito di un emendamento approvato al Decreto Siccità in Senato (Commissioni riunite Ambiente e Agricoltura), che farà dell'Italia un Paese avanzato in Europa, capace di contribuire alla riduzione dei fitofarmaci e in grado di affrontare meglio gli effetti della crisi climatica.
Uno strumento in più contro il climate change
Dalla vite al frumento, dal pomodoro agli agrumi, dal melo al riso, i ricercatori potranno lavorare al miglioramento genetico (attraverso le più moderne tecniche di genoma editing, che utilizzano geni della stessa famiglia o specie) sia in materia di tolleranza o resistenza alle principali fitopatie sia per sviluppare piante in grado di resistere meglio a condizioni estreme, a partire dalla siccità, in un'epoca in cui i cambiamenti climatici stanno condizionando fortemente la sopravvivenza del settore primario. Il via libera del Parlamento italiano consente, di fatto, di applicare ciò che già in questi anni è stato sviluppato in laboratorio dal sistema scientifico nazionale. A partire dal contributo del grande progetto Biotech (e sotto-progetto Vitech), finanziato dal Masaf e coordinato dal Crea, giunto a termine a febbraio 2023. “Mai come ora in agricoltura” ha dichiarato il presidente del Crea, Carlo Gaudio “l’innovazione genetica è indispensabile a garantire la competitività e la sostenibilità delle produzioni agricole nazionali”.
I risultati del progetto biotech
Sono tre i principali esiti del progetto Biotech.
- Piante editate o cisgeniche capaci di accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari, come ad esempio pomodoro resistente ai parassiti, allo stress salino e idrico, basilico resistente alla peronospora, frumento duro resistente all’oidio, viti resistenti a peronospora e oidio, melo resistente alla ticchiolatura.
- Piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale.
- Conoscenze avanzate e competenze specialistiche in un settore innovativo ed emergente nel panorama della ricerca in agricoltura. L'Italia si mantiene al passo coi Paesi europei più avanzati. Le attività di BIOTECH hanno permesso un balzo in avanti sulla conoscenza delle basi molecolari dei caratteri alla base del miglioramento genetico, aprendo l’orizzonte alla selezione di piante più sostenibili e più adatte ai nuovi scenari climatici.
Per le associazioni agricole è “svolta storica”
La Cia-Agricoltori italiani parla di svolta storica: “Il settore primario” spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini “ha bisogno di accrescere la quantità e la qualità delle produzioni, assicurare un reddito agli agricoltori e realizzare la transizione verde. Solo nell’ultimo anno, gli eventi estremi sono raddoppiati, tra siccità, gelate, alluvioni, con un aumento di 5 volte delle perdite di raccolto di frutta e verdura. Ormai, i fattori climatici spiegano tra 20% e 49% delle fluttuazioni del rendimento agricolo”. Secondo Carlo Piccinini (Alleanza cooperative agroalimentari) il futuro e la sostenibilità della agricoltura passano dalle Tea “che consentono di ridurre l’impatto ambientale di molte colture, a partire dal vino, ottimizzando i consumi d'acqua e sostanze chimiche”. L'auspicio è che al al segnale italiano segua anche “un’iniziativa della Commissione Ue, che dovrebbe presentare a breve una nuova proposta di regolamento sulle tecniche genomiche che passi poi al successivo esame da parte del Parlamento europeo e Consiglio”. Positivo anche il commento della Copagri che, col presidente Tommaso Battista, ricorda come le Tea non vadano “assolutamente confuse coi vecchi Ogm transgenici, coi quali hanno ben poco a che vedere, in quanto non fanno altro che accelerare ciò che già avviene in natura, ovvero la selezione delle piante che meglio si adattano a determinati contesti”. Le associazioni, ora, confidano in una emanazione in tempi brevi dei decreti attuativi.