Il tema della candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco ha animato l’ottava edizione di The Queen of taste, festival gourmet che ha registrato il tutto esaurito a Cortina d’Ampezzo il 7 e 8 settembre scorsi, con vista sui Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina, in programma per l’inverno del 2026. Il presidente del Gambero Rosso, Paolo Cuccia, intervenuto alla tavola rotonda dedicata alla candidatura Unesco ha parlato di «ulteriore riconoscimento» per il patrimonio millenario italiano. «Siamo ottimisti sul recepimento della candidatura – ha detto – e collaboriamo per il raggiungimento di questo successo». Ma lo stesso Cuccia ha scelto di porre l’accento sui temi del turismo e del ruolo della politica: «Il turismo di qualità è notoriamente una leva economica indispensabile per lo sviluppo dei territori. Il suo contributo – ha sottolineato – è costituito non solo dalla crescita delle presenze, ma anche dalla diffusione della conoscenza e del consumo dei prodotti agroalimentari, con conseguente crescita dell’export made in Italy». In questo senso, secondo Cuccia, i Giochi olimpici rappresentano una «straordinaria vetrina per la cucina, per i prodotti della Regione Veneto, già oggi in vetta alle classifiche delle esportazioni, così come per la città di Milano».
Ma è sulla politica, sul ruolo dei poteri centrali e periferici in relazione alla promozione turistica ed enogastronomica, che il presidente del Gambero Rosso ha soffermato le attenzioni, per suggerire possibili miglioramenti al sistema. «Il settore agricolo e il turismo condividono la triste sorte di essere coordinati da ministeri che devono districarsi con la frammentarietà dei poteri affidati alle Regioni. Non si tratta di un attacco alle autonomie – ha chiarito il presidente Cuccia – siamo il Paese somma di storie e di tradizioni che più tardi di altri ha raggiunto l’unità. Si tratta, piuttosto, della complessa esigenza di una nazione, comunque piccola e ricchissima di magnifici prodotti e meravigliosi scenari, di comunicare e promuoversi in maniera adeguata». Il presidente del Gambero Rosso ha ricordato l’idea da tempo sostenuta: «Costruire un ministero del Made in Italy (al momento accorpato alle imprese) che raccolga il bello e il buono italiano (non solo agroalimentare) e al contempo rappresenti e aiuti lo sviluppo delle piccole e medie aziende. Esse sono non solo un tessuto connettivo economico-sociale, ma sono dotate di ampia capacità di innovazione e resilienza».
Il quadro descritto dal presidente del Gambero Rosso illustra anche una situazione di debolezza dell’attuale ministero del Turismo: «Sparito nei decenni, palleggiato poi in altri più grandi dicasteri, è da poco rinato con scarse dotazioni ed esile struttura». E anche il «famoso e criticato» portale Italia.it e i suoi social «hanno, non a caso e dopo rilevanti investimenti, pochi contenuti e meno follower del combinato di Gambero rosso e di Artribune che ho l’onore di presiedere». In conclusione, secondo il presidente Cuccia, l’Italia «merita e necessita di un centro di regia e promozione più forte, altrimenti anche la medaglia dell’Unesco non ci aiuterà nel risultato più consistente di primeggiare per numero di turisti e per export».
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