È crisi nera per i pub britannici. Le pinte costano di più, l’iva è alle stelle, così come i costi dell’energia e del personale: e ora che gli incentivi post Covid stanno per finire, le conseguenze dell’inflazione e della pandemia si fanno sentire ancora di più. Solo nella prima metà del 2024 hanno chiuso in Inghilterra e nel Galles 50 pub al mese.
Con la fine degli sgravi chiuderanno sempre più pub
Per un totale di 305 saracinesche abbassate in soli sei mesi, che hanno fatto scendere il numero complessivo di pub del Regno Unito a 39.096 (secondo i dati forniti dalla società immobiliare Altus Group). E sembra che le cose nel 2025 non miglioreranno granché: gli incentivi statali per le bollette – che ora coprono il 75% - e gli sgravi fiscali attivati dopo la pandemia stanno per finire, e intanto la crisi energetica non sembra arrestarsi. A partire dal prossimo anno, non ci saranno più agevolazioni per i locali simbolo del Regno Unito e, stando a quanto riportato da UK Hospitality, l’impatto sarà di circa un miliardo di spese totali in più.
L'aumento dell'alcol
C’è poi da considerare l’aumento dei prezzi delle bevande, dovuto anche alla tassa sugli alcolici voluta dal primo ministro Keir Starmer per disincentivare l'abuso di vino e superalcolici. E pensare che un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha proposto di ridurre la classica unità di misura della pinta a 3/4 per contrastare i problemi di alcolismo (un esperimento che ha riscontrato una grande resistenza da parte della maggior parte dei titolari dei locali). Gli inglesi non l’hanno presa bene e molto probabilmente non sarà questa la via per uno stile di vita più sano.
Intanto, non sembra esserci pace per le birrerie, come ha spiegato Miles Beale, amministratore delegato della Wine and Spirit Trade Association, al Guardian:«Le dannose riforme dello scorso anno al sistema delle accise sull’alcol, compreso il più grande aumento degli ultimi 50 anni, hanno colpito le imprese, i consumatori e le finanze del governo. I prezzi sono aumentati, le vendite sono diminuite, così come le entrate derivanti dai dazi per oltre 1,3 miliardi di sterline».