Da Joe Biden a Re Carlo: gli chef raccontano cosa mangiano i potenti della terra. E degustano Grana Padano 20 mesi

1 Ott 2024, 14:35 | a cura di
I cuochi dei Capi di stato di tutto il mondo arrivano a Roma e raccontano la loro vita dietro le quinte delle cucine istituzionali

I cuochi dei Capi di Stato di tutto il mondo sbarcano a Roma, riuniti nel club Chefs de Chefs, e raccontano la loro vita dietro le quinte delle cucine istituzionali. Joe Biden e Kamala Harris sono «persone molto normali e quando tornano alla Casa Bianca dopo una giornata di duro lavoro vogliono piatti semplici e nutrienti», dice Cris Comerford, chef che per 25 anni ha lavorato alla Casa Bianca cucinando per cinque presidenti americani e per le loro famiglie, secondo quanto riporta l'agenzia stampa LaPresse. «Amano la pasta al pomodoro», racconta del presidente in carica e della sua vice candidata alla Casa Bianca contro Donald Trump. Gli chef di India, Finlandia, Francia, Svezia, Danimarca, Canada, Estonia, Malta, Norvegia, Lussemburgo, Olanda, Irlanda, Sudafrica, Monaco, Kazakistan, Thailandia, Uk, Cina e naturalmente Italia si sono riuniti nel Salone delle Feste al Quirinale alla presenza del presidente Sergio Mattarella, durante una serata organizzata da La Differenza, nota bottega romana con gastronomia e bistrot.

Chefs des Chefs è il più esclusivo club gastronomico al mondo, che ogni anno riunisce gli chef dei Capi di Stato dell'intero pianeta. Il club nasce il 21 novembre 1977, quando Bragard organizza una cena fra "amici" a Collonges, Mont d'Or, in Francia. Ai fornelli c'è il "padre" della nouvelle cuisine, Paul Bocuse, e i commensali sono gli chef dei Capi di Stato di vari Paesi. «Il nostro motto è 'Se la politica divide gli uomini, la buona cucina può riunirli'. Napoleone diceva datemi dei buoni cuochi e vi darò dei buoni trattati perché la gastronomia è una parte importante del soft power dei Paesi», ha raccontato il fondatore del Club Gilles Bragard.

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella con "il suo" chef Fabrizio Boca

Cosa mangiano i potenti della terra

Ad aprire l'incontro è stato Fabrizio Boca, capo del settore Cucina del Segretariato generale, da 33 anni ai fornelli per gli inquilini del Colle. Cosa mangia il presidente Mattarella? «Non c'è un piatto preferito - risponde - la nostra scelta è la tradizione. Noi usiamo i nostri piatti, promuoviamo il Made in Italy. Tutti gli altri capi di Stato e di Governo hanno un piatto della cucina italiana nei loro menu, noi in realtà non abbiamo piatti esteri, al presidente piace la nostra tradizione. Così riscopriamo le aziende piccole e abbandonate che cercano di fare un lavoro di qualità e che cercano di fare tradizione». Tanti gli impegni in questi anni, con ricevimenti da organizzare per i grandi della terra. «Una delle cene più complicate è stata quella dell'ultimo G7 - racconta - o anche un pranzo per il vertice Arraiolos nell'immediato post pandemia». Tanti, però, anche i riconoscimenti ricevuti: «Un capo di Stato mi ha chiesto la videoricetta di una torta alle pere, un altro, molto appassionato di Italia, mi ha fatto i complimenti per la fregola e la regina Elisabetta, invece, ha definito il mio risotto alle erbe fresco e interessante».

Cosa mangiano i reali

Al Quirinale c'era anche lo chef dei reali di Inghilterra Mark Flanagan. «I sovrani sono molto attenti alla stagionalità dei prodotti e dei piatti, il menu cambia spesso. Mangiano in modo molto sano: pesce e verdure la fanno da padrona», assicura. Anche in questo caso «per motivi di sicurezza» un'indicazione precisa del piatto preferito del re non può esserci, ma chef Mark, non nascondendo l'emozione per il pranzo preparato in occasione dell'incoronazione, rivela: «Carlo è molto interessato e curioso rispetto al cibo e ha una grandissima passione per la cucina italiana».

Anche il principe Alberto di Monaco, rivela il suo chef Christian Garcia, «ama molto la cucina italiana, in particolar modo quella della riviera, mezza francese e mezza italiana». Anche per lui le emozioni, in 38 anni di carriera, non sono mancate: «Il pranzo più importante per me a palazzo è stato - racconta - quando il principe ha invitato Nelson Mandela, è stato un momento incredibile. Ho preparato per lui del caviale con aceto balsamico di Modena invecchiato per 150 anni, è stato incredibile».

Laura Ferrari al Quirinale con le chef Cristeta Comerford (Usa) e Elmarie Pretorius (Sud Africa)

Viaggio alle origini del Grana Padano

Sul fronte ingredienti, gli chef hanno anche visitato il caseificio Ferrari di Bedonia,in Alta Val di Taro nel Parmense, dove viene prodotto il Parmigiano Reggiano di montagna e sono domani in tour all'Abbazia di Chiaravalle, il luogo dove storicamente ha visto i natali la tradizione e l'arte del Grana Padano all'interno del complesso benedettino, nel tardo Medioevo. Un tour esperienziale in cui gli chef possono fare l'esperienza di degustare - proprio lì, in un luogo storico - il Grana Padano Riserva Ferrari stagionato oltre 20 mesi, una forma che ha ottenuto 5 medaglie d’Oro e un bronzo assegnate dalla giuria dell’International Cheese Award, tra 2019 e 2024.
«È un grande onore e una grande gioia per la famiglia Ferrari e per i nostri collaboratori ospitare questo prestigiosissimo club e concordiamo con il suo motto: la buona tavola riunisce le persone. Lavoriamo con passione e attenzione alla qualità per portare nella vita di ogni giorno e nelle occasioni speciali gusto e creatività in cucina», è il commento di Laura Ferrari, Presidente dell’azienda. Insomma, dopo la cena di gala al Quirinale, una full immersion nel mondo di uno dei più forti simboli del made in Italy nel mondo.

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