I cinghiali continuano a devastare l'Italia: scatta la protesta degli agricoltori

13 Lug 2024, 09:14 | a cura di
Da nord a sud del paese in migliaia protestano contro la piaga dei cinghiali che devastano le colture e chiedono un intervento immediato da parte delle regioni

Onnivori e prolifici, i cinghiali causano problemi che possono essere divisi in 5 diversi ambiti: agricolo, stradale, sanitario, biodiversità e sociale. Per i primi tre ambiti, i danni sono abbastanza quantificabili, a seguito delle denunce registrate. In questi mesi migliaia di agricoltori sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro l'invasione dei cinghiali, chiedendo alle regioni un intervento immediato, per ridurre la popolazione di ungulati che devastano le colture e causano incidenti stradali. Le mobilitazioni, organizzate da Coldiretti, puntano a far applicare le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno.

Le ragioni della protesta

Secondo Coldiretti, la popolazione di cinghiali in Italia ha raggiunto numeri allarmanti: 2,3 milioni di esemplari che devastano coltivazioni e rappresentano una minaccia per la sicurezza stradale. Gli agricoltori chiedono interventi urgenti per contenere questo fenomeno e prevenire ulteriori danni. Il problema dei cinghiali è diventata una vera emergenza per l’agricoltura italiana, spingendo migliaia di agricoltori a scendere in piazza da nord a sud per protestare e ragionare sulle misure da adottare nei prossimi anni. Le mobilitazioni, partite dalla Lombardia e dalla Calabria, si estenderanno a tutte le regioni d’Italia, con manifestazioni sotto le sedi delle Regioni per sollecitare l'applicazione del piano straordinario per la gestione della fauna selvatica. Ogni anno, i cinghiali causano danni per circa 200 milioni di euro alle produzioni agricole. Le coltivazioni più colpite includono mais, orzo, vigneti, ortaggi e frutteti. I danni non sono solo economici, ma mettono a rischio la sopravvivenza di molte aziende, già provate da altre difficoltà economiche. Oltre ai danni alle coltivazioni, i cinghiali rappresentano un pericolo per la sicurezza stradale: nel 2023 si sono registrati 170 incidenti stradali con morti e feriti, un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente, secondo i dati di Coldiretti su analisi Asaps.

La mobilitazione nazionale

Le manifestazioni degli agricoltori, iniziate in Lombardia e Calabria, hanno raggiunto la Capitale, Roma, oltre a Trento e Cagliari. Migliaia di agricoltori hanno protestato sotto le sedi delle Regioni con cartelli, trattori e striscioni, chiedendo interventi immediati per la gestione della fauna selvatica incontrollata. Gli agricoltori chiedono l'applicazione delle misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno e, tra le proposte, c’è quella di costituire un corpo di Guardie volontarie a livello provinciale. Queste misure mirerebbero a colmare il deficit di organico della polizia locale e a permettere interventi anche nelle aree protette.

Le regioni italiane in allarme

Secondo le analisi di Coldiretti, in Calabria si stimano 300.000 cinghiali, con gravi danni alle colture e rischi sanitari. La Lombardia ha circa 70.000 esemplari, mentre in Puglia e Lazio la popolazione è di 250.000, causando devastazioni e incidenti stradali. La Toscana conta 200.000 cinghiali, che danneggiano uva, mais e altre coltivazioni. In Piemonte, 110.000 cinghiali danneggiano seminativi e pascoli, con perdite di circa 5 milioni di euro. In Liguria, 55.000 cinghiali colpiscono le aziende orticole, mentre in Umbria e Veneto, con rispettivamente 150.000 e 110.000 esemplari, i danni riguardano seminativi, oliveti e vigneti. Marche e Molise hanno circa 40.000 cinghiali ciascuna, con costi elevati per i risarcimenti.

In Campania, Basilicata, Sardegna, Abruzzo, Emilia-Romagna e Sicilia, le popolazioni variano tra 60.000 e 110.000, causando danni alle coltivazioni. In Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige si contano rispettivamente 20.000 e 1.000 esemplari. La mobilitazione degli agricoltori italiani contro l'invasione dei cinghiali rappresenta un grido d'allarme per la protezione delle colture e la sicurezza dei cittadini. Le proteste hanno evidenziato l'urgenza di applicare misure efficaci per la gestione degli ungulati, coinvolgendo attivamente proprietari dei terreni e costituendo un corpo di Guardie volontarie. Solo un intervento coordinato a livello regionale potrà contenere questa emergenza e salvaguardare il futuro dell'agricoltura italiana.

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