Sarà perché sono un po’ le Cenerentole dei loro mondi, l’enogastronomia e le arti visive. O perché nell’immaginario fanno parte di una certa cultura pop, facile e divertente. O magari per i colori sgargianti e a volte un po’ chiassosi: quei rossi svettanti, di Spiderman e di un Negroni, i gialli semplici, come il sole dei disegni dei bambini o di un Whisky Sour, l’azzurro cielo. Sta di fatto che sì, fumetti e miscelazione incrociano spesso le loro strade formando alleanze improbabili quanto solide. Sarà poi anche perché tanti fumetti, dall’hard boiled alla fantascienza, sono ambientati di notte, perché quell’atmosfera dark e alcolica, ammettiamolo, affascina e ispira come nessun’altra. E sono tanti i disegnatori e scrittori che, come i bartender, lavorano dopo il calar del sole, specie quando le consegne pressano. Alack Sinner, il detective dalla faccia da pugile, disperato e fascinosissimo di Muñoz e Sampayo, è solo uno dei personaggi dei fumetti che troviamo più davanti a un bicchiere in una bettola di New York che alla scrivania del suo ufficio da detective.
Sta di fatto che sono tanti i bartender che amano e frequentano i fumetti, e alcuni di loro hanno reso questa passione esplicita nei loro locali. Abbiamo parlato con loro per caprine di più.

Lubna e Moebius, nomen sunt omen
Tutti questi pensieri alla fine sono nati da una chiacchierata con Lorenzo Querci nel suo nuovo cocktail bar milanese, Lubna. I nomi dei suoi locali sono infatti citazioni fumettistiche. Il suo primo, Moebius, è ispirato non al matematico e astronomo tedesco August Ferdinand Möbius, noto per il nastro impossibile che tutti conoscono grazie alle formiche di Escher, ma da Jean Giraud, che si firma Moebius, uno dei più grandi fumettisti francesi di sempre.
Lubna invece è il nome dalla trucidissima, tossica e sguaiata fidanzata dodicenne dell’androide Ranxerox, personaggio del geniale fumetto della coppia Tamburini e Liberatore pubblicato a cavallo tra gli anni ’70 e ‘80. Tutto il contrario dell'elegante complesso industrial chic nato all’ombra della fondazione Prada in un ex edificio industriale che, oltre al bar, ospita il ristorante "flambé" Magma guidato da Enrico Croatti, uno spazio eventi e la galleria d'arte Scaramouche (fino al 5 aprile sono esposte le opere di James Brown, interessante e poco noto artista newyorkese contemporaneo di Basquiat ed Haring).
Chissà quanti dei raffinati frequentatori del locale coglieranno mai il riferimento. Quel che è certa è la passione di Querci per i fumetti, che emerge dalle assai curate grafiche delle drink list e degli eventi dei locali, realizzata da un grafico assunto ad hoc. Ma, da Lubna, anche dalle immagini prese dalle Anime, i cartoni animati giapponesi, che scorrono dietro il banco del Dj.

Fumetteria al bar da Salomon Guru
Il proprietario di Salmon Guru, cocktail bar madrileno considerato tra i migliori al mondo, ora anche a Dubai e da pochi mesi sbarcato a Milano, è Diego Cabrera, argentino. Popolo che di fumetti se ne intende: basti pensare a Héctor Oesterheld autore dell’Eternauta, a José Muñoz e Carlos Sampayo, a Hugo Pratt che ha iniziato a lavorare in Argentina «e al più grande di tutti: Quino».
Ci ha raccontato che la sua passione per la nona arte, evidente dalle decorazioni à la Roy Lichtenstein dei suoi locali, è avvenuta per caso: da bambino la sua scuola era frequentata anche dalla vicina comunità giapponese e tutti i suoi amici portavano giocattoli e fumetti dal Giappone, nuovissimi per l’epoca: così Mazinga Z, Meteor, Astro Boy si sono mescolarti ai supereroi Marvel e DC, Aquaman, i Fantastici 4 e Lanterna Verde, molto diffusi in Argentina.

«Quando abbiamo aperto Salmon Guru, ho voluto mettere dei fumetti nella stanza dove c'è il tavolo del barista, perché i fumetti rappresentano le persone più creative del mondo, i bambini, e in quella stanza, quando il tavolo si apre, vengono mostrate cose diverse e creative. Ho pensato che fosse un bell’omaggio a chi è capace di immaginare e giocare. Non l’ho fatto per moda, o almeno non era mia intenzione».
Oggi da Salmon Guru Madrid ancora si trovano diversi fumetti, da leggere e acquistare («anche se penso che la gente preferisca prenderli senza pagare» scherza Cabrera) provenienti da tutto il mondo: Argentina, Italia, Grecia, Giappone, e in tutte le lingue. «Le persone lo adorano e tendono a scattare molte foto e si divertono quando aspettano il drink. Ed è anche molto semplice cambiare la decorazione cambiando i fumetti» dice Cabrera. A Milano l’angolo fumetti non c’è, purtroppo, ma sono stati chiamati un artista locale (Sanfe per studio Rebel rebel) per disegnare i fumetti non sulla carta, ma sul muro.

Photo @flawleger
Al Lutétia è il momento di Lucas Harari
Nel Paese dove la “BD” (Bande dessinée) è probabilmente più diffusa e apprezzata al mondo, la Francia, non poteva mancare un progetto particolare. Siamo al Lutétia, un hotel storico della Rive Gauche che ha ospitato negli anni artisti di ogni genere: da Josephine Baker che visse per un periodo qui e ha dato il nome a uno dei bar a Picasso e Matisse, da William Carlos Williams a James Joyce. Fu frequentato Serge Gainsbourg e Isabella Rossellini e i grandi del jazz come Miles Davis e registi come Francis Ford e Sophia Coppola. Da quedta profonda associazione è nata l’idea di onorare la nona arte nel Bar Josephine con una drink list illustrata con le tavole di uno degli autori francesi più in vista del momento: Lucas Harari. Un oggetto prezioso che è anche possibile acquistare.
«Per ma il legame tra fumetti e cocktail è molto evidente – ci ha detto Angelo Forte, bar manager dei due locali dell’Hotel, il Josephine e l’intimo Aristide -. Come una tavola descrive un momento di una storia, così un cocktail racconta una storia pensata attraverso gli ingredienti, odori e sapori. Sono due modi diversi per trasmettere un messaggio, suscitare emozioni. Ho scelto il fumetto come metodo di comunicazione e rappresentazione per il mio menù perché volevo qualcosa di leggero e diretto. Qualcosa che potesse dare ai nostri clienti una sensazione familiare (tutti abbiamo letto i fumetti da bambini), anche perché il bar è un mondo reale, ma anche leggermente astratto. Tutto si concentra in un solo instante e il resto del mondo non esiste. Come quando leggiamo il nostro fumetto preferito».

Come si è sviluppato in concreto il dialogo tra bartender e fumettista nell’elaborazione della drink list? «Con Lucas Harari, dopo esserci confrontati, abbiamo scelto delle pagine già pubblicate nei suoi fumetti, in particolare da “L'aimant” e “La dernière rose de l'été”. La scelta è ricaduta su delle tavole che nella loro singolarità potessero raccontare una piccola storia e dare allo stesso tempo al cliente la sensazione di quello che c’è stato prima o ci potrebbe essere. Per creare i drink da abbinare abbiamo applicato lo stesso concetto: guardando le tavole ci siamo lasciati ispirare dai colori, dalle sensazioni e dalle storie rappresentate».
Forte è da sempre un appassionato di fumetti «passione trasmessami da mio padre, lettore e collezionista di Tex. Il mio primo amore è stato Dylan Dog. Crescendo mi sono appassionato ai manga giapponesi. Tra i miei preferiti ci sono Kentaro Miura (Bersek) e soprattutto Eiichiro Oda (One Pièce) che ancora oggi seguo assiduamente».

Il menù illustrato da Lucas Harari sarà al bar fino ad aprile, ma il matrimonio con la nona arte non si ferma qui: «Stiamo lavorando al nuovo menu in uscita a maggio – rivela Forte -: vogliamo dare una continuità creativa e grafica al nostro lavoro. Si chiamerà “Vol2” perché continueremo a rappresentare i nostri cocktail attraverso i fumetti, coinvolgendo un nuovo artista dallo stile differente: il francese Serge Clerc».
E la storia continua…