Il tortellino e la sua storia
Una giuria composta da 40 Cavalieri assaggiatori della Confraternita dello Gnocco d’Oro ha assaggiato 400 portate di tortellini (un sacrificio, ma qualcuno doveva pur farlo) per decretare i migliori nelle due categorie: ristoranti e pastifici. A Bologna il tortellino è una cosa seria e muove gli animi, non solo per la ricetta del ripieno (la diatriba sul tortellino ripieno di pollo ha fatto molto discutere) ma anche sul luogo di nascita: Bologna, Modena, o Castelfranco Emilia come vuole la leggenda? Al di là di questi aspetti tra storia e mito, la vera disputa si gioca su chi offre il migliore tortellino.
L’incoronazione
La cerimonia si è svolta lunedì scorso a Bologna alla presenza del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il capo di gabinetto della Città metropolitana Giuseppe De Biasi, il Presidente Comm. Politiche Economiche Regione Emilia Romagna Luciana Serri, 50 ristoratori, pastifici e gastronomie di tutta la Provincia di Bologna, 13 Sindaci dei Comuni bolognesi aderenti al progetto, 40 Cavalieri assaggiatori della Confraternita del Gnocco d’Oro, Luca Bonacini - Gran Maestro della Confraternita del Gnocco d’Oro - e Giancarlo Roversi – giornalista e scrittore - che hanno decretato i vincitori che quest’anno potranno fregiarsi del tortellino d’oro.
La classifica: i migliori tortellini di Bologna
Per la categoria ristoranti il primo posto è stato conquistato dallo storico Ristorante Pappagallo di Michele Pettinicchio ed Elisabetta Valenti (Bologna), al secondo posto il ristorante Il salotto di Filippo Baraldi e Chiara Nicoli (Crevalcore), mentre sul gradino più basso del podio l’enoteca Giro di vite di Federico Pettazzoni e Silvia Brandelli (Bologna).
E per la categoria dei pastifici? Qui il podio è andato a La Baita Vecchia Malga di Stefano Chiari e Francesco Mauro (Zola Predosa), mentre la medaglia d’argento è andata a Sfogliamo di Alessia Papalia, Liliana Sancini e Francesco Piggioli (Bologna-Fico), seguito da Pasta Fresca Simoni di Stefano Bicego e Laura Panatta (Bologna).
I tre ristoranti vincitori
Il Pappagallo di Bologna non ha bisogno di molte presentazioni, basti pensare che quest’anno ha compiuto cento anni di presenza sotto le torri (lo abbiamo raccontato qui) e da due anni vanta la nuova gestione di Michele Pettinicchio ed Elisabetta Valenti.
Il salotto di Crevalcore è una realtà giovane, coraggiosamente aperta in una città ancora segnata dal terremoto del 2012, e divide l’offerta tra una cucina più creativa e una tradizionale, fortemente ancorata al territorio.
L’Enoteca giro di vite di Bologna è un ristorante che ha fatto della ricerca delle materie prime uno dei suoi punti di forza. Attentissimi all’intera filiera di produzione e ai suoi passaggi, riescono ad assicurare una grande qualità ai piatti.
Le menzioni d’onore
Ai premiati seguono le menzioni d’onore (12 nella categoria pastifici e 27 nella categoria ristoranti) che comprendono tutta la provincia, inclusa Castelfranco Emilia - che è “modenese”, ma con il tortellino c’entra sempre - a dimostrazione che non solo la tradizione gastronomica è uno dei punti di forza del territorio, ma anche che è sempre più difficile scegliere tra molti ristoranti e produttori che offrono prodotti d’eccellenza. A tal proposito l’Osteria del Mirasole di Franco Cimini conquista la targa per il Miglior tortellino alla crema di latte, la cui fama ha da tempo oltrepassato i confini regionali; mentre sempre a San Giovanni in Persiceto finisce il titolo per il miglior pastificio storico, che spetta a La lanterna. Ma tra i premi speciali si segnalano anche quello per il miglior tortellino gluten free, a La Spiga amica, per la miglior bottega al femminile – la Bottega del Cappello – e per la gastronomia esordiente, la Fermata del Gusto.
a cura di Luca Cesari