100 Best Chefs in the World 2020. La classifica votata dagli chef
100 Best Chefs in the World, edizione 2020. Ci risiamo. Casomai qualcuno lamentasse la mancanza di classifiche che mettono in fila cuochi e ristoranti del mondo per qualità - ci sentiamo di dire - insondabili, eccone un'altra che puntuale torna a premiare gli chef più noti nel panorama internazionale. La top 100 proclamata in occasione dello Chefs World Summit 2019, ancora in corso, è frutto del lavoro editoriale del magazine francese Le Chef, che da qualche anno a questa parte ha preso a pubblicare la sua lista; chi maligna, dice per contrastare la scarsa attenzione per la ristorazione francese da parte della World's 50 Best Restaurants. Assunto che quest'anno è poco fondato, considerando che il vincitore assoluto di entrambe le classifiche coincide, e risponde al nome di Mauro Colagreco. Per la verità non un cuoco francese, sebbene il suo ristorante porti l'indirizzo di Menton, sulla Costa Azzurra. E anzi uno chef lungimirante che ha fatto dell'incontro tra culture che porta nel cuore – per radici o affetto – una nota distintiva della sua personalità, e quindi della sua cucina. A differenza della World's 50 Best, però, la 100 Best Chefs è frutto esclusivo delle preferenze dei cuochi – ma solo quelli che detengono 2 o 3 stelle Michelin - chiamati a votare i colleghi che meglio rappresentano i valori della professione, in cucine che valgono il viaggio. In un raggio d'azione che è però limitato, sempre a partire dalle coordinate della guida Rossa: ogni chef coinvolto può esprimere 5 preferenze, scegliendo tra cuochi che operano in Paesi coperti dagli ispettori della Michelin.
La Top 100 per nazioni. Vince ancora la Francia
Ne risulta, e questo perché il numero dei ristoranti a due e tre stelle è molto più alto in Francia che altrove, una classifica che da quando è nata – nel 2015 – è sempre particolarmente favorevole ai cuochi francesi. Che finora hanno sempre raggiunto la vetta. Pur lavorando in Francia, dunque, Mauro Colagreco, italo-argentino, è il primo elemento di discontinuità col passato. I francesi, comunque, restano i più presenti in lista, conquistando 30 posizioni (di cui sei in top 10); seguono sul podio per nazioni Spagna e Giappone – 11 chef ex-aequo – e poi Stati Uniti e Italia.
L'Italia in top 100
I cuochi che rappresentano l'alta cucina italiana, quest'anno, sono 7, uno in più rispetto all'anno passato: nell'ordine Nadia Santini (al 26, in ascesa), Enrico Crippa (36), Massimiliano Alajmo (48), Stefano Baiocco (60), Norbert Niederkofler (88, new entry), Fabio Pisani e Alessandro Negrini (92), Ciccio Sultano (96). La Santini, chef patronne del ristorante Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio, è tra l'altro una delle poche donne presenti in top 100, 5 in tutto, facendo il giro del mondo tra Clare Smyth (Londra), Dominique Crenn (San Francisco), Anne-Sophie Pic (Francia) e Carme Ruscalleda (Spagna), che però ha di recente chiuso il suo ristorante di punta. Un copione che dunque si ripete con tutti i limiti del caso, e senza troppi elementi di interesse. Ma sancisce l'anno incredibile di Mauro Colagreco, e una sorpresa poco gradita per l'Italia, con Massimo Bottura assente, in uscita dalla top 100 (l'anno scorso era al numero 57).
La Top 10 2020
1 Mauro Colagreco, Mirazur (Francia)
2 Cristophe Bacquie, restaurant Ch. Bacquié (Francia)
3 Arnaud Donckele, La Vague d'or (Francia)
4 Emmanuel Renaut, Flocons de sel (Francia)
5 René Redzepi, Noma (Danimarca)
6 Laurent Petit, Le Clos des Sens (Francia)
7 Dan Barber, Blue hill farm (Usa)
8 Jonnie Boer, De Librije (Paesi Bassi)
9 Bjorn Frantzen, Restaurant Frantzen (Svezia)
10 Arnaud Lallement, L'Assiette Champenoise (Francia)