«A me preoccupa vedere che dai centri storici stanno scomparendo i negozi tradizionali: questo vuol dire che tra non molto sarà impossibile vivere qui per gli stessi residenti, che d’inverno non sapranno dove fare la spesa». Donatella Bianchi, presidente del Parco delle Cinque Terre, Patrimonio Unesco dal 1997, lancia l'allarme. Nei pittoreschi borghi della Riviera ligure di levante, una volta villaggi di pescatori, il turismo di massa è sempre più pesante (come succede in molte altre zone d'Italia e d'Europa): quest'anno il Parco prevede di superare i 4 milioni di turisti. In particolare, secondo quando ricostruito dal Corriere della Sera, ci sono sempre più visitatori "mordi e fuggi", ovvero stranieri e italiani che visitano la costa rimanendo solo per poche ore senza usufruire dei servizi di ristorazione e, soprattutto, alberghieri. «Magari si fermassero a mangiare e a pernottare - dice Massimo Giacchetta, presidente di Cna Liguria - Il punto è che bisogna invogliarli a restare: sconti per chi pernotta, agevolazioni per chi si vuole spostare».
Ogni giorno - scrive il Corriere - a Vernazza, Riomaggiore, Monterosso e negli altri borghi «si riversa una quantità enorme di gente che arriva (via acqua e via terra), scatta qualche foto vista mare, affolla gli stretti "budelli" del centro, mangia un cartoccio di fritto bollente, finisce di sudare nelle stazioni dove il Cinque Terre Express accumula ritardi con puntualità londinese e, infine, quando il sole non è ancora tramontato, queste legioni di americani, tedeschi e francesi svaniscono come lacrime nella pioggia di luce occidentale».
Il caso delle crociere
Un esempio su tutti, sono i turisti che viaggiano con le navi da crociera. Una volta che le grandi navi attraccano nei porti, rimangono sulla terra ferma per poche ore, aumentando notevolmente l'afflusso all'interno delle strade dei piccoli borghi ma con un impatto in termini economici ridotto. «Quelli che vengono con le crociere spesso hanno appena venti minuti per visitare un borgo», fa notare Tiziano Pavanini, ricercatore dell’Università di Genova e uno degli autori di un recente studio sul turismo in questo territorio.
Ci sono i croceristi statunitensi che arrivano il mercoledì, mentre il giovedì è il turno degli italiani «e poi ci sono quelli che vengono dirottati dalla Toscana o dal Piemonte, via treno o via pullman», scrive il Corriere. Alla fine - aggiunge Bianchi - «la maggior parte di quelli che arrivano vedono sì e no il tre per cento del territorio».
La Via dell'Amore
È molto difficile quantificare questo tipo di turismo. Ma certo è che i croceristi «hanno appena il tempo di un selfie e di un kebab», scrive il Corriere. Visitano i singoli borghi e da qualche settimana la Via dell'Amore, riaperta il 27 luglio 2024 dopo diversi anni in cui sono stati fatti lavori di messa in sicurezza. «L’ingresso contingentato del sentiero (al massimo cento persone nella via a senso unico, ndr) - prosegue Bianchi - è un primo tentativo di numero chiuso: bisogna prenotarsi e avere la Cinque Terre Card, uno strumento che ti permette di prendere mezzi di trasporto, fare le visite guidate e visitare altri percorsi, avere il wifi e tanti altri servizi». Non è gratis: da 7,50 a 15 euro nell’alta stagione per la giornaliera trekking e da 19,50 a 32,50 nel periodo di alta affluenza per quella treno . E in più ci vogliono dieci euro per fare la Via dell’Amore.
Il semaforo controlla flussi
Per arginare il problema dell'overtourism (qui il nostro appello ai sindaci), all'inizio della stagione (fine aprile) sono state introdotte in via sperimentale una serie di iniziative: il primo Piano digitale biennale, approvato dall'Ente parco e realizzato con la consulenza della società esperta in mobilità Mic Hub, prevede una serie di iniziative per suddividere e a distribuire i flussi, come l'utilizzo di droni e totem contapersone all’imbocco dei sentieri del Parco, mentre è in cantiere l'introdurre un sistema per il "numero chiuso". Non un ticket come a Venezia (in verità, la Cinque Terre Card è una forma di ticket) ma piuttosto una sorta di semaforo: attraverso un sistema di controllo digitale di arrivi, si proverà a capire quando è il caso di rallentare il flusso verso un borgo per indirizzarlo, magari, verso un altro che in quel momento ha meno presenze. I dati e le immagini – raccolte anche grazie ai droni – confluiranno in una dashboard, che servirà per gestire chiusure e informazioni. Che arriveranno ai turisti semplicemente consultando un’app sul telefonino.
E ancora: per la prima volta in Italia, nelle acque di un’area marina protetta viene istituita una “Ztl”, zona a traffico limitato, per ridurre l’inquinamento acustico. La zona di tutela speciale, che comprende alcune aree particolarmente minacciate dai rumori delle imbarcazioni, consentirà la navigazione solo in elettrico. Inoltre, entro i prossimi tre anni tutti i noleggi di imbarcazioni dovranno adeguare i loro mezzi agli standard di ecosostenibilità e mitigazione dell’impatto acustico.