Se la fettina panata di "Michelone" (Michele De Chirico) era in menu, prenderla era d'obbligo. Stessa regola aurea per lo spaghettone, cozze, zucchine, salicornia e 'nduja. C'era tanta goduria nei piatti di Epiro, ma soprattutto c’era coraggio, anche di cambiare quando è stato il momento di farlo, evitando di avvilupparsi in ambizioni che potevano renderlo uguale a molti altri indirizzi moderni. Ma come tutte le cose che cambiano «hanno anche una fine prima di un nuovo inizio».
Le motivazioni della chiusura
Epiro a Roma, dopo dodici anni portati alla grande, ha annunciato la chiusura tramite un sentito post sui social: «Dodici anni fa abbiamo aperto la strada al vino naturale in una città annoiata, abbiamo dato vita insieme ad altri colleghi ai “bistrot” di nuova generazione, format nuovi ed eclettici che hanno rivoluzionato la ristorazione romana, abbiamo fatto tanto, divertendoci, e ne siamo immensamente orgogliosi e grati», scrivono, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa. «Le cose in questa città e in questo paese stanno cambiando troppo velocemente e non tutte ci piacciono, per questo abbiamo deciso che con la fine del contratto di locazione, il nostro percorso a Roma si interrompe». L'ultimo servizio è andato in scena il 31 dicembre.
Il futuro di Epiro in Francia
Ma Epiro continuerà a vivere altrove: «Il percorso proseguirà in Francia dove Epiro da anni ha trovato una nuova casa», precisamente a Nizza sotto la direzione di Alessandra Viscardi. E che ne sarà del grazioso locale che prendeva il nome dalla piazza antistante e dal suo mercato (riferimento per la spesa nella Capitale)? «Lasciamo il nostro locale a un nuovo progetto in evoluzione», un gran bel progetto che non appena andrà “burocraticamente” in porto, ve lo racconteremo.