Era una delle mete gastronomiche dei Castelli Romani, un luogo che aveva saputo coniugare la cucina tradizionale con il fascino dell’edificio in cui si trovava, un antico carcere del 1732. Oggi, però, la trattoria Le Carceri di Genzano chiude i battenti, dopo la scomparsa della sua cuoca e colonna portante, la signora Franca Mattoccia. Il ristorante, situato in via Nazario Sauro, era noto non solo per i suoi piatti tipici della cucina romana e castellana, ma anche per l'atmosfera unica che si respirava all'interno delle sue mura di pietra, vestigia delle prigioni attive fino agli anni Sessanta. Dopo decenni di attività, però, la famiglia Zaccheri, che ne ha portato avanti la gestione fin dagli anni Settanta, ha deciso che non era più possibile continuare.
La trattoria amata per i piatti di selvaggina
Il locale era stato rilevato nel 1976 da Aldo Zaccheri e sua moglie Franca, quando decisero di trasferirsi da Roma a Genzano. Alla morte di Aldo, la gestione era passata completamente alla signora Franca, con l’aiuto della figlia Antonella e del marito Vincenzo Chiari. Antonella Zaccheri racconta senza giri di parole: «Mia madre era la forza del locale, senza di lei non potevamo più andare avanti. Ci abbiamo pensato a lungo, ma la chiusura era inevitabile». Franca era infatti una donna forte, generosa e ben voluta da tutti, sua figlia Antonella ricorda: «Non faceva distinzioni, offriva un piatto di pasta a chiunque ne avesse bisogno, anche a chi non poteva permetterselo. Li faceva sedere al ristorante come se fossero clienti qualsiasi».
La chiusura de Le Carceri ha avuto un impatto importante sulla comunità di Genzano. «È un profondo dispiacere perdere un pezzo di gastronomia genzanese», ha commentato sui social il consigliere delegato al commercio, Luca Temofonte. Il locale, infatti, era considerato una vera istituzione: le sue specialità a base di carne di selvaggina come cervo, cinghiale e lepre avevano attirato clienti da tutta Roma e provincia per anni.
La fine di un'epoca, ma non del locale
Con la chiusura, finisce un capitolo della storia gastronomica dei Castelli, ma il locale potrebbe avere una nuova vita. Antonella e Vincenzo stanno cercando una soluzione: «Siamo in trattativa per vendere o per trovare una nuova gestione, non vogliamo che tutto il nostro lavoro e i sacrifici di anni vadano persi». Ora, mentre la famiglia Zaccheri-Chari si gode la meritata pensione, ciò che resta è l’incertezza sul futuro del ristorante, ma si dicono fiduciosi che possa continuare sotto una nuova guida, mantenendo sempre il suo nome storico.