Il gruppo francese Lvmh perde un punto, in sede di Tribunale dell'Ue, nell'ambito del contenzioso contro i tedeschi della Lidl che vorrebbero annullare la registrazione del colore giallo-arancio, che caratterizza le etichette e le confezioni di bottiglie di spumante del noto brand di Champagne Veuve Clicquot. Nel lontano 2006, la maison spumantistica, dopo anni di tentativi, aveva ottenuto dall'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo) che il marchio di colore avesse acquisito un carattere di distintività nel blocco dei Paesi dell'Unione europea. Ma il Tribunale Ue ha dato ragione ai tedeschi, evidenziando che il marchio di colore giallo-arancio non è sufficiente a dimostrarne la capacità distintiva agli occhi dei consumatori di tutti i Paesi dell’Unione europea.
Il ricorso del gigante Lidl in sede Ue
In particolare, nel 2015, la Lidl, insegna della distribuzione moderna (da oltre cento miliardi di fatturato, appartenente a Schwarz group) che utilizza un colore simile per commercializzare le proprie bottiglie di spumante nei diversi punti vendita, aveva presentato un ricorso contro la registrazione del marchio giallo-arancio della "grande dame" chiedendo l'annullamento . Nell'agosto 2022, l'Euipo si era pronunciato a favore della Veuve Clicquot sostenendo che i consumatori fossero ormai abituati a quelle etichette di tonalità arancione. La Lidl, a sua volta, aveva scelto di impugnare la decisione di fronte al Tribunale dell'Ue che, con la sentenza dello scorso 6 marzo, ha ribaltato la posizione di Euipo sottolineando che il brand del Gruppo Lvmh, presieduto da Bernard Arnault (secondo Forbes l'uomo più ricco al mondo), non avesse presentato prove sufficienti per dimostrare che il marchio giallo-arancio rappresenti un segno distintivo di una specifica marca per utenti e consumatori di tutta l'Ue, con particolare riferimento ai mercati di Portogallo e Grecia.
Anni di diffide, anche in Italia
Il gruppo francese precisa che il marchio di colore jaune-orangé resta tuttora validamente registrato (registrazione 747949) e che contro la decisione del Tribunale dell'Ue può essere presentato ricorso in sede di Corte di giustizia europea. Da oltre 20 anni, Veuve Clicquot, storica insegna francese fondata nel 1772 a Reims, si è messa in evidenza per aver avanzato diffide legali nei confronti anche di singole imprese vitivinicole, sempre per la stessa ragione: l'uso del colore giallo-arancione sulle bottiglie. In Italia, in particolare, ricordiamo il caso della campana Ciro Picariello, che ricevette una lettera di contestazione e diffida per l'uso di un colore arancio sull'etichetta di uno spumante a base di fiano, denominato Brut contadino (oggi venduto con un'etichetta bianca). Ma anche l'azienda emiliana Venturini Baldini ricevette una richiesta analoga per il suo Lambrusco Rubino del Cerro (la cui etichetta attuale è in una tonalità arancione-dorata).