Meno carne rossa e più vegetali: così le nuove linee guida nutrizionali fanno infuriare l'industria della carne Usa

1 Nov 2024, 15:39 | a cura di
Entro la fine del 2025 saranno pubblicate le indicazioni ufficiali, ma intanto la bozza è stata respinta dall'industria della carne, preoccupata dei potenziali danni al mercato

Le linee guide stanno tornando, e così anche le polemiche delle aziende. È arrivato quel momento in cui gli scienziati condividono le raccomandazioni nutrizionali per i prossimi anni e questo, in un paese come gli Stati Uniti dove il consumo di carne (rossa, soprattutto) è ancora molto elevato, equivale a pestare i piedi a un'industria che continua a essere florida.

La dieta carnivora negli Stati Uniti

La bozza delle linee guida ha suscitato già le proteste da parte degli allevatori: i ricercatori hanno da tempo sottolineato il rischio di malattie cardiovascolari derivato da un abuso di hamburger e bistecche, ma fino a oggi le indicazioni nutrizionali parlavano generalmente di «grassi saturi» senza fare accenni alla carne rossa. Quelle previste per la fine del prossimo anno, invece, affrontano di petto la questione, andando a toccare uno dei capisaldi della cultura gastronomica americana: il manzo. Considerando anche che il recente trend della dieta carnivora – un’alimentazione fatta di soli prodotti animali, senza frutta o verdura – in voga sui social è partito proprio dagli Stati Uniti, auspicare a un cambiamento nelle abitudine dei consumatori è tutt’altro che banale.

Come le linee guida influenzano il governo statunitense

«Sembra che sarà difficile cambiare» ha detto Lindsey Smith Taillie, professoressa presso il dipartimento di nutrizione dell’Università della Carolina del Nord. «Abbiamo delle forti preferenze per la carne rossa legate a fattori sociali e culturali» ma le abitudini di consumo dovranno presto evolversi. Aggiornate ogni cinque anni, le linee guida dietetiche hanno un forte impatto sul paese: è su queste, per esempio, che vengono modellati i programmi delle mense scolastiche. Le indicazioni, inoltre, influenzano le aziende, che sono così spinte a mettere in campo prodotti studiati per rispecchiare il più possibile i suggerimenti.

La bozza degli scienziati respinta

Naturalmente, l’industria della carne non ha gradito queste nuove indicazioni più orientate a un’alimentazione vegetale, e ha così respinto la bozza. «È sconcertante che dobbiamo cercare di convincere gli americani a eliminare la carne quando le prove indicano che le malattie croniche stanno aumentando con il calo del consumo di carne rossa» ha detto Shalene McNeill, direttore esecutivo della National Cattlemen’s Beef Association, organizzazione commerciale che raduna gli allevatori. Le linee guida, invece, vogliono dare più risalto ai prodotti di origine vegetale, inserendo fagioli, piselli e lenticchie nella categoria degli alimenti proteici, e spostando carne, pollame e uova all’ultimo posto, dopo i frutti di mare, la frutta secca e i prodotti a base di soia.

I danni della carne rossa

È vero che la carne rossa contiene una buona percentuale di ferro, ma questo può essere assunto anche attraverso verdure a foglia larga e legumi, senza contare che un consumo eccessivo di ferro può causare «infiammazioni che innescano processi alla base delle malattie cardiache» ha spiegato Maya Vadiveloo, professoressa del dipartimento di nutrizione dell’Università di Rhode Island e presidentessa del comitato dell’American Heart Association. Inoltre, l’alto contenuto di grassi saturi aumenta il livello di colesterolo cattivo (LDL), tra i maggiori fattori di rischio per gli arresti cardiaci. In ogni caso, è preferibile consumare carne fresca rispetto a hot dog, salsicce e altre specialità processate tipiche della cultura statunitense.

Il rapporto del comitato scientifico deve essere ancora finalizzato e mandato poi al Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, oltre a quello dell’Agricoltura. Entro la fine del 2025, verranno pubblicate le linee guida ufficiali, che sicuramente avranno un impatto sulla popolazione, ma non necessariamente determineranno un cambiamento decisivo: nel 2020, per esempio, il comitato aveva chiesto al governo di apportare tagli significativi al limite di zuccheri aggiunti ai prodotti e al consumo di alcol, iniziativa rifiutata dal governo. Che la stessa sorte tocchi anche alla carne?

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