Il vino è una costante nelle canzoni di Carlo Luigi Coraggio, in arte Carl Brave. Il cantante romano, con un passato da cestista, è tra i protagonisti dell’estate, grazie a un paio di tormentoni vacanzieri, come “HULA-HOOP” e “Cristo di Rio”, e un tour che è partito venerdì 15 Luglio, in bello stile, proprio dalla sua città, Roma. 20mila persone hanno battezzato la strada dei live a Capannelle, assieme ai lui sul palco sono saliti artisti come Max Gazzè, Noemi, Pretty Solero, Gemitaiz e Mara Sattei. I testi delle canzoni di Carletto, così lo chiamano i fans, offrono una vivida cartina di Roma, dal Fontanone a Ponte Milvio, il Colosseo e i Fori accanto a Villa Phamphili (che “pare l’Amazzonia”), riferimenti come il kebabbaro di Talenti, Porta Portese (“isterica”) e la sua Trastevere tra le birre al San Calisto, la Basilica di Santa Maria, Piazza Trilussa, il tram dell’8 e il grattacheccaro da giugno a settembre; in sottofondo, la consueta ironia che ritma i testi “Hai postato quella foto al Louvre, ma ti ho vista eri in piazza Cavour”. E non mancano citazioni di celebri trattorie: “Da Sora Lella abbiamo fatto a la romana”, mentre “turisti pagano per farsi insultare a La parolaccia”. I riferimenti capitolini sono bagnati dal vino, ci ha impressionato sentire 20mila voci giovanissime cantare all’unisono nomi di note varietà. Siamo andati a studiare i suoi testi, partiamo dai bianchi e da “Chapeau”, singolo ancora molto passato in radio, dove si gioca con i riflessi dorati di una nota varietà internazionale:
E sai che c'è
C'è che se non penso più a niente finisco a pensa' sempre a te
E mi rifletto in un altro quartino di Chardonnay
Mentre lo specchio dell’iphone, nella canzone Enjoy, fa da sfondo a un altro bianco dal taglio internazionale, sempre meno apprezzato dai critici ma di continuo successo commerciale:
Lei si specchia con la selfie dell'iPhone
Beve Sauvignon
La passione per i bianchi aromatici risuona in “Glicine”, dove il vino prende il sapore della malinconia:
Ti ricorderai di me
In un Traminer da freddare
O un ritornello da cantare
Carl non si ferma, nel nuovo singolo "HOOLA-HOOP" (con Noemi) scherza con un classico stagionale, nonostante le accortezze di sommelier e i mille articoli estivi sui rossi da servire freschi:
Prеndi un casco e andiamo al mare, mare, mare
Bеvi il bianco d'estate che non si beve il rosso
Abbiamo ritrovato tracce anche in “Malibu”, sul tavolo è rimasta sola la bottiglia della disperazione: “Un'onda in mare che non sa nuotare / Un vino rosso che non si può bere Ma nient'altro da stappare / E tu sei ghiaccio dentro a un bicchiere”.
Mentre si sale, e non poco, in "Vivere tutte le vite", in compagnia di Elisa:
E t'ho beccata in quel baretto semivuoto
E ti spizzavo in mezzo ai fianchi di un Barolo
Non mi hai guardato ma mi hai visto e manco poco
Carl Brave e il riferimento al vino nei testi
Spesso utilizzato anche solo per la sua capacità di tingere e macchiare. In “Solo Guai”:“Vino rosso sopra i vestiti che non va più via. E tu che mi dai contro, tanto è sempre colpa mia”, mentre in “Polaroid” canta “Finestre appannate, ci disegno con il dito/ Te ne sei ita, si vede che era destino/Io c'ho le labbra rosse per il vino; tracce anche in E10 “un lampione spento, gocce di vino sopra al pavimento”; e ancora in “Noccioline”: “Voglio mangiare fino a stare male/ Acqua e vino a colorare”.
In alcuni casi è l’eccesso alcolico a farla da padrona, è il caso di “Red Wine”, una canzone degli esordi, è del 2014: “Vino rosso perdiamo i sensi/ So che vorresti, non lo fai da mesi”. E in “Shanghai”, tratta dall’album Coraggio del 2020 “Ho esagerato con il vino e lo champagne/ C'è rimasto solo un niente di dignità/Verso in terra mezzo sorso per chi non c'è più/ Brindo a quello che eravamo, ora sei solo tu/ Cin cin, cheers”.
Oltre l’ebrezza. Chiudiamo lontano dal vino, Carl Brave maneggia bene la materia e sa regalare paragoni alcolici calzanti: è il caso di Sempre in Due: “Io faccio lo scemo ma co' lei no, non attacca/Io tipo da Campari, lei da oliva nel Manhattan”.
foto di Sara Serra per Rock in Roma