Aumentano le vendite di caramelle: le ripiene le più vendute
Mentine, rotelle alla liquirizia, mou, gelée: qualunque sia la scelta, le caramelle riportano alla memoria sempre gli stessi ricordi. Quelli dell’infanzia, della nonna che ne aveva sempre qualcuna a disposizione, la calza della Befana ricca di delizie, e anche la tradizione tutta americana di Halloween, ormai da tempo approdata in Italia a suon di dolcetto o scherzetto. Un mito che sembra destinato a non tramontare, quello delle caramelle, apprezzate non solo dai più piccoli ma anche da tutti gli ex bambini che le riassaporano per un dolce tuffo nel passato: dopo anni di stasi, le caramelle stanno tornando di gran moda, con un +8.8% di confezioni vendute nel 2022 rispetto al 2021. Una crescita al valore del +12.4%, in parte legata anche all’aumento dei costi, per un totale delle vendite pari a 375 milioni di euro, come riportato dai dati Circana elaborati da Unione italiana food. Le più vendute? Le classiche, quelle dure ripiene (+18.7%), seguite dalle morbide toffee (+13.9%) e infine dalle gommose (+10.4%).
Caramelle in Italia: la storia è al Nordovest
Numeri significativi per l’universo technicolor delle caramelle, un business che in Italia vede da sempre un’intensa produzione, artigianale e industriale: a fare la parte del leone è il Nordovest, dove si concentrano alcune delle più grandi aziende come il Gruppo Elah Dufour Novi, casa della mitica caramella Mou, felice intuizione del fondatore Francesco Moliè nel 1909. In Piemonte, invece, c’è la Fida Candies, azienda con un fatturato di 25.7 milioni con il 15% di quota export, custode della caramella italiana per eccellenza, dal packaging iconico e il sapore inconfondibile: sua maestà, la Rossana. È sempre lei il fiore all’occhiello della produzione, il dolciume che occupa oltre il 30% delle vendite totali. I canali di distribuzione sono quelli classici dei supermercati e negozi al dettaglio, ma anche le botteghe sanno dire la loro, come le confetterie di una volta, quelle con le vetrine dal look d’antan e i barattoli di vetro colmi di confezioni eleganti. È il caso delle Pastiglie Leone, brand piemontese che ha saputo mantenere gli (alti) standard di una produzione artigianale nonostante i grandi numeri, conservando lo stile delle origini che continua a fare tendenza e catturare l’attenzione dei consumatori più curiosi, stuzzicati dai packaging di sempre e dalle lattine in edizioni limitate (ricordiamo, tra le più divertenti, le “Palle di Natale” del 2020).
Generazioni a confronto: caramello ai giovani, menta ai baby boomers
Industriali o artigianali, poco importa: a mangiare le caramelle sono perlopiù i Millennials, i nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90, attuali trentenni e quarantenni che oggi affermano di ricercare nelle caramelle i ricordi di quando erano piccoli (sentimento condiviso dal 41% delle persone), i momenti di festa (31%), i pomeriggi a casa (24%) ma anche i viaggi in macchina (23%) e le persone care (23%). Prediligono ancora le caramelle classiche (53%), mentre le versioni senza zucchero sono più amate dalla Generazioni X, i nati tra il 1965 e il 1980, gli stessi che preferiscono i gusti agli agrumi. A essere attratti da caramelle al caramello (26%) e alla cola (29%) sono invece i giovani della Gen Z – nati tra il ’97 e il 2012 – mentre i Baby Boomers, persone che hanno tra i 58 e i 77 anni, restano affezionati a mentine e caramelle alla liquirizia.
a cura di Michela Becchi