A tavola con il drago. Il nuovo segno dello zodiaco cinese, che entra in campo sabato 10 febbraio per restare titolare fino a fine gennaio del 2025, reca forza, coraggio, intelligenza e salute. Tutte merci preziose, difficili da trovare su Amazon, che magari non basterà una cena per assicurarsi. Ma in fondo, perché non provarci? A Milano molti dei più rinomati ristoranti cinesi hanno studiato un menu ad hoc per la sera del 10 o per i giorni circostanti: i festeggiamenti per quella che i cinesi amano chiamare “festa di primavera” del resto durano 16 giorni e si concludono con la “festa delle lanterne”.
“La festività è così importante e sentita che popolo cinese può godere, in questo periodo, ufficialmente di sette giorni di vacanza, mentre le scuole e alcune fabbriche chiuderanno per tutta la durata del periodo”, mi dice Giulia Liu, titolare di quello che è considerato il migliore ristorante cinese di Milano e forse d’Italia, Gong.
Ed è proprio da Gong che partiamo: lo chef del locale di corso Concordia 8 (che peraltro è bizzarramente romano e si chiama Guglielmo Paolucci) per la serata di sabato ha studiato una carta dedicata, in bilico tra i grandi classici del locale, come l’Uovo centenario Gong style (croccante con panko al carbone vegetale, brodo caldo al tè nero Lapsang Souchong, tagliatella di seppia), l’assortimento di ravioli al vapore (farciti con king crab, black cod, calamari bambu e curry, salmone, maialino laccato con salsa char siu) e il Raviolo d’oro Omaggio a Milano (in pasta di zafferano ripieno di ossobuco, servito con crema di risotto alla milanese) e piatti dedicati alla ricorrenza, come il Lamian all’astice: degli spaghetti di grano tirati a mano, saltati con ragù di astice e sfumati con vino di riso cinese, zenzero e erba cipollina. “Secondo la tradizione cinese – dice Giulia Liu - la pasta lunga, tirata a mano, è simbolo di lunga vita, prosperità, ricchezza e buona fortuna”. Ma il piatto signature della festa, studiato dal pastry chef Paolo Sistu, è il dolce “La Carpa e il Dragone”, che cita una antica leggenda cinese: in un fiume di diverse consistenze (ganache alla mandorla, cremoso alla cannella, gel all’arancia, crumble cannella e arancia, sponge alla mandorla, gelato alla cannella, sfera di cremoso alla cannella con interno all’arancia, kumquat candito) nuotano dischi di cioccolato bianco con la serigrafia di una carpa mentre su tutto vigila un dragone dorato a base di cremoso alla cannella dipinto con oro commestibile. Il menu costa 135 euro (il pairing 95).
Spostiamoci in via Castelvetro 16/18, da Bon Wei, il ristorante specializzato nelle cucine regionali della Cina, gestito dall’estroso Zhang Le, che in combutta con il papà Zhang Guoqing che ne è lo chef ha studiato un monumentale menu per la sera dell’11 febbraio a 160 euro (più 60 di pairing per chi lo desidera). Dieci le portate: si parte con una tazza di tè Long Jing (Tè del Pozzo del Drago), poi la Zuppa con pelle di cernia, maiale e funghi shiitake, i tre (Ostrica fritta in pasta kataifi, Nido di gambero al sesamo e Finger dorato con filetto di manzo e porcini), quindi i Niáng?o, piatto principe del Capodanno Cinese: gnocchi di riso conditi con uno scampo nella sua salsa. Poi le Lingue di fuoco (roll di branzino ripieni di tuorlo d’anatra salata) e le Uova di drago (di quaglia adagiate su una testa di fungo con pasta di gamberi). Poi Successo e Prosperità, una braciola di maiale (Hong zhu rou) in agrodolce con pomodoro e una punta di olio piccante accompagnata da Giardino fiorito, delicata macedonia di verdure con radice di shan-yao, asparago cinese e carota. Si chiude con il dessert intitolato Chunjié kuàilè! (“Buona Festa di Primavera!”) creato dalla pastry chef Sonia Latorre Ruiz: un drago ricreato con cioccolato fondente, arancia, rum e peperoncino. Per l’occasione si potrà bere (e poi portare a casa) una bottiglia di Champagne Duval Léroy tra le dieci dipinte a mano dall’artista Teo KayKay.
Spostiamoci al 22 di via Raffaello Sanzio, dove si trova il solenne Ba Restaurant di Marco Liu. Qui 9 al 15 febbraio ci sarà a pranzo e a cena un menù dedicato alla festa della primavera. Tra i piatti in carta le Canocchie crude marinate con insalata di cetrioli e wasabi kizami, il Riso Guo Ba croccante con salsa ai frutti di mare e verdure, il Salmone agrumato con salsa di soia, lime e passion fruit, l’Astice al sale e pepe, la Pancia di maialino da latte in salsa all’aglio nero e purea di mela, i Dim Sum (capesante, king crab e asparagi, black god guarnito con tartufo nero, seppia con curry e anatra piccante). A chiudere la cena un cremoso alla castagna, con crumble al sesamo nero, chantilly alla liquirizia, salsa al dattero rosso e sorbetto al mandarino. Il prezzo del menù è di 118 euro, bevande escluse.
Spostiamoci in pieno centro, a due passi dal Duomo. Al Giardino di Giada si festeggia venerdì 9, con un menu incentrato sui dodici segni dello zodiaco cinese. In carta tra l’altro l’Involtino tropicale mango e polli, la Polpetta fior di loto, i Raviolo vegetariano “Natura”, gli Gnocchi “Nian Gao” di riso saltati, il Branzino in salsa agrodolce, gli Straccetti di filetti di manzo con broccoli. Come dessert, i Lingottini dorati con soia rossa e il Gelato di Riso e tè verde “Speranza”. Chi lo vorrà potrà sapere cosa lo aspetta nel 2024 con l’oroscopo cinese. Certo è invece il costo del pasto: 63 euro bevande escluse.
Da Shoo Loong Kan (via Farini, 21), cene evento ogni sera dal 9 al 18 febbraio con il Bian Lian, lo spettacolo tradizionale dei Mille Volti, un mix tra magia e arte, simbolo dell’Opera del Sichuan. Costumi sgargianti che l’attrice Xinmei Lei cambia in pochi secondi con l’ausilio di un ventaglio. Per la parte commestibile della serata, il format dell’hot pot, in cui ci si cuoce da soli carne, pesce, verdure e noodles in brodi vari tenuti in caldo nella tradizionale pentola posta su un fornellino al centro del tavolo. Shoo Loong Kai è il primo indirizzo italiano di una catena che conta oltre 900 ristoranti in tutto il mondo, ma appena sette in Europa.
Cambiamo zona e torniamo in un ristorante assai elegante. Mu Dimsum, in via Caretto, 3, in zona Repubblica, dal 5 all’11 febbraio propone un menù composto da sei portate estremamente simboliche. Si parte con la cerimonia Yusheng, che affonda le sue origini nell’uso di consumare, proprio durante i festeggiamenti del Capodanno, i pesci con vegetali e diversi condimenti. Si prosegue con le Mazzancolle ubriache, simbolo di prosperità, e la Daikon Tart, che deve al suono del suo nome in lingua cinese, Cài Tóu, la sua virtù di piatto di “buon presagio”. Immancabili i Niáng?o, gli gnocchi di riso, che rappresentano la crescita e la ricchezza, e il pollo, simbolo di gioia. Il costo è di 68 euro a persona.
Ma parliamo anche di drink. Il Mandarin Garden, il bar dell’hotel Mandarin Oriental (via Andegari, 9) propone dal 10 al 24 febbraio una mini-drink list di tre cocktail ispirati rispettivamente alla Forza (con Whisky, Mezcal, pera Nashi, vermuth al caffè e latte di soia), alla Prosperità (gin, lampone, vermuth americano e cordiale di kaffir lime) e alla Fortuna (vodka, vermuth, soda al creamy oolong, e cordiale di litchi).