È stata di magnitudo 4.6 la scossa più forte che si è avvertita nei Campi Flegrei lo scorso 13 marzo, ma sia prima che dopo la terra lì non ha mai smesso di tremare. Una reclame non delle migliori per il turismo, con Pozzuoli e la caldera dei Campi Flegrei che già l’anno scorso erano entrate nella “black list” del Foreign & Commonwealth Office del Regno Unito. “Prestare attenzione viste le intense attività di bradisismo”, questo in buona sostanza avevano raccomandato, eppure quelle avvertenze sembravano non aver sortito effetti sull’economia locale. Sembrava, appunto.

Sos dei ristoratori dei Campi Flegrei e Pozzuoli
Ora l’sos arriva come un boato dopo che la terra ha tremato così tanto e per così tante volte che l’urlo d’aiuto dei ristoratori inizia a rimbombare nelle loro sale ormai semivuote. Il primo allarme arriva dallo chef Mariano Armonia del ristorante Armonì sul lungomare di Pozzuoli che ha organizzato l’incontro #CampiFlegreiLive tenutosi a Villa Avellino di Pozzuoli: «È necessario richiamare una comunicazione seria, non solo allarmistica – la sua mission – altrimenti qui si rischia davvero di chiudere».
Perché la paura non è tanto per le scosse, ma per il modo in cui vengono comunicate. Un allarmismo generato più dai titoloni che dall’effettivo stato dell’arte. Ed è un coro che dalle associazioni dei commercianti e dei ristoratori arriva agli albergatori e agli operatori turistici. Qui, dove tutto trema, tutto pare che si sia invece fermato: «L’onda emotiva che è seguita a queste scosse ha determinato una serie di cancellazioni alberghiere a raffica».

Nando Salemme patron di Abraxas Osteria a Pozzuoli. In apertura, vista sul lago di Lucrino
Calano del 30% le presenze e i fatturati
Si registra, infatti, un meno 30% sia di fatturato che di presenze, ci dice il presidente di Federalberghi Campi Flegrei, Roberto Laringe: «Sono settemila e cinquecento le prenotazioni cancellate, ma speriamo di recuperare nelle prossime settimane». Su una cosa insiste Laringe: «Questa terra tanto trema per quanto è viva. Qui si può venire in assoluta tranquillità e sicurezza». È per questo che è nato l’hastag #CampiFlegreiLive: «Per dimostrare in tempo reale, attraverso i canali social, la vitalità di questo territorio contrastando il senso di paura che si sta creando».
Bisogna evitare un clima di allarmismo, secondo Laringe, attraverso una comunicazione che non spaventi, ma riesca invece a incentivare. «Troppe testate giornalistiche nazionali e telegiornali si sono concentrati soprattutto sui titoli», gridati e sensazionalistici. Non è un caso, infatti – ragiona Laringe – che le disdette arrivate sono state solo degli italiani: «Neanche una è arrivata dall’estero».
La “colpa”, però, non sembra essere tutta e soltanto della caldera che sobbolle o della comunicazione allarmistica. «Ci portiamo in realtà alle spalle un anno molto difficile, con gli effetti del Covid che sulla ristorazione si sono fatti sentire molto – ci spiega Nando Salemme il cui ristorante Abraxsas nei Campi flegrei sembra però essere ancora un’isola felice – Noi siamo fortunati, il ristorante va, anche grazie a prezzi contenuti, ma ci sono clienti che in realtà oggi hanno paura di venire».
Il centro di Pozzuoli è deserto, ristoranti vuoti
Più che nei Campi Flegrei, però, il calo maggiore sembra registrarsi nel centro di Pozzuoli: i suoi vicoli sono diventati deserti. «Ho colleghi che vivono una situazione molto difficile – racconta Salemme – Ci sono ristoratori non riescono a preparare neppure un coperto al venerdì sera: la città è deserta».
Un’immagine che è conseguenza anche di una situazione concreta di allarme: diverse case sono state dichiarate inagibili e i cittadini che sono stati evacuati hanno perso sempre più potere di acquisto. «Ho amici che stanno pagando il mutuo per la casa dichiarata inagibile e ora sono stati obbligati a pagare un altro affitto per avere un tetto sulla testa». È anche per questo che non si va al ristorante, visto che tra bere e affogare, un tetto è sempre preferibile a una buona mangiata. «L’emergenza ora è aiutare gli abitanti, cercando di bloccare le rate dei mutui e poi, di sicuro si ritornerà al ristorante», spiega il patron di Abraxas.

Brusco stop ai tour enoturistici nelle cantine
L’emergenza coinvolge anche le cantine, i produttori di vino, l’enoturismo che qui ha vissuto una sorta di rinascita negli anni passati. «L’allarmismo della stampa ha bloccato praticamente tutto». Non ha mezze parole Cristina Varchetta, titolare insieme a suo cugino Gerardo Vernazzaro di Cantine Astroni, che ha registrato una battuta d’arresto ai tanti tour che organizza nella sua azienda di famiglia. Secondo lei, focalizzarsi sul singolo evento tragico non corrisponde alla realtà nel suo complesso: «I sassi su un auto o un tetto crollato non sono la somma del tutto». Certo, qui non ci si nasconde che potrebbe succedere ancora: «Ma è quello che potrebbe accadere anche a Tenerife o a Santorini». Terre vulcaniche che, pur registrando lo stesso rischio dei Campi Flegrei, non sembrano però colpite da una comunicazione altrettanto allarmistica. «In molti pensano che qui si sia trattato addirittura di scosse tettoniche, e in molti hanno disdetto alberghi anche in pieno centro a Napoli».
Sotto accusa la "disinformazione" dei media
Gli effetti di questa «disinformazione» si riversano alla fine nelle casse dei ristoratori. «È indubbio che si è registrato un calo di fatturato – osserva Luca Esposito di Locanda del testardo a Bacoli – Comunicare tragedie su tragedie, per una situazione che così tragica non è, di certo non ci aiuta». È vero, le scosse ci sono state e ci sono ancora. Ma non è detto che il male venga tutto per nuocere… Per i ristoratori, gli chef e gli operatori turistici di #CampiFlegreilive, bisogna sviluppare una visione per il futuro e non arrendersi: «Alla fine, il bradisismo può essere un punto in più per il turismo locale, piuttosto che uno in meno».