Il Regno Unito cambia la legge sugli alcolici aumentando le imposte per le bevande con alto contenuto alcolico. A deciderlo sono stati il primo ministro Rishi Sunak e il cancelliere Jjeremy Hunt con il provvedimento entrato in vigore il 1° agosto.
Le imposte e il grado alcolico
Il riferimento da prendere in considerazione è l’Abv (alcol by volume) che definisce, per l’appunto, il grado alcolico di una bevanda. Su drink con un Abv inferiore a 3,5% si pagheranno meno tasse rispetto a quelli con un Abv superiore all’8,5%.
L’aumento è pari in media a circa il 10% rispetto a prima e si applica a tutti gli alcolici prodotti e importati nel Regno Unito. La birra alla spina non verrà quasi intaccata perché rientra nel programma di governo che vuole proteggere i pub, vera e propria istituzione del Paese e punto di riferimento per le comunità al punto da spingere clienti e cittadini a lanciare petizioni per salvare alcuni locali, come nel caso dello storico Crooked House, il pub storto che potrebbe chiudere dopo 2 secoli di vita.
Cosa vuol dire tutto questo?
Che bevande alcoliche come birra e alcuni spumanti costeranno meno. In effetti, certi vini spumanti prima venivano tassati di più rispetto ai vini fermi, ora costano all’incirca 19 cent in meno. I vini con una gradazione superiore a 12% constano circa 50 cent in più, quelli con Abv maggiore di 15% arrivano anche a 1 sterlina; una bottiglia di Porto può costare anche 1,5 sterline in più.
Le motivazioni del provvedimento
In una nota pubblica, il primo ministro fa sapere "Voglio sostenere le industrie delle bevande e dell'ospitalità che contribuiscono a far crescere l'economia e i consumatori che ne godono il risultato finale. I cambiamenti di oggi non solo proteggeranno il prezzo della vostra pinta al pub, ma andranno anche a beneficio di migliaia di imprese in tutto il Paese. Abbiamo approfittato della Brexit per semplificare il sistema dei dazi, per ridurre il prezzo di una pinta e per sostenere i pub britannici".
Il cancelliere Hunt punta l’attenzione sulla “popolarità delle bevande a bassa gradazione alcolica” con l’intenzione di sostenere i piccoli produttori. Le motivazioni non sono solo da ricercare in questo: il nuovo provvedimento si inserisce nel contesto di riduzione del consumo di alcol nella popolazione e punta a risanare un minimo le casse dello Stato già provate da Brexit e pandemia. E non è un caso che proprio nel Regno Unito, la Wine and Spirit Trade Association ha pubblicato per la prima volta una guida dedicata alle bevande no and low alcol.