Gennaio e febbraio rappresentano la bassa stagione per i centri storici cittadini: fisiologicamente, dopo le festività natalizie il turismo nazionale ed estero cala. C’è un locale nel centro di Roma, però, che non pare subire nessuna flessione nemmeno in questo timido inizio anno, che, nonostante il Giubileo, ha visto il cuore della Capitale spopolarsi. È Barnum, caffetteria specialty dall’anima internazionale, in via del Pellegrino, che batte quotidianamente i record. Decine le persone che, pazientemente in fila, attendono per accomodarsi a uno dei tavoli del locale. Ogni santo giorno.
Eziologia di un successo
Il locale è di qualità e il personale pure, ma non basta questo a spiegare l’affollamento, che solitamente entra in gioco in locali di diverso carattere, quelli dai prezzi popolari e dall’offerta ammiccante all’italianità o alla romanità (vedi i casi Antico Vinaio o Osteria da Fortunata). Qui invece siamo in un’insegna, nata come bar e cocktail bar molti anni orsono, nel lontano 2009, e reinventatasi caffetteria nel 2020, che ha trovato la chiave del proprio successo in una proposta fortemente identitaria, quasi monoprodotto: caffè specialty su tutto, accompagnati da sfogliati di ispirazione francese/nordeuropea, ai quali si aggiunge una proposta di brunch quotidiana.
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foto instagram.com/barnumroma
La bandiera della specializzazione
Se nell’ultimo decennio i locali polifunzionali hanno rappresentato una tendenza diffusissima nelle strategie di marketing della ristorazione, all’estremo opposto, in anni recenti, si sono invece diffusi i concept super specializzati, che puntano su un prodotto e di esso fanno la propria bandiera. I vantaggi sono evidenti, soprattutto in termini di chiarezza dell’offerta, che però deve ovviare alla conseguente staticità, sia posizionandosi in un luogo ad alta frequentazione con ricambio continuo di pubblico – Barnum, a pochi passi da Campo de' Fiori e da piazza Navona, ha sicuramente questa caratteristica - sia promettendo un'esperienza in divenire, con l’asticella qualitativa molto alta: anche qui l'insegna sembra centrare l’obiettivo.
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La proposta di Barnum
La clientela - soprattutto internazionale - che arriva qui e che qui si mette in fila (fenomeno totalmente ignoto nei nostri lidi prima degli anni social) è di conseguenza fortemente specializzata: sono coffee lovers, che hanno conosciuto Barnum attraverso varie menzioni in reel, guide, classifiche e magazine internazionali. Approdano qui per accomodarsi con calma in sala e scegliere tra una selezione mensile di chicchi tra micro torrefazioni di qualità di tutta Europa, spesso fatte conoscere in esclusiva al proprio pubblico, in vari tipi di estrazioni proposte e fatte a dovere (l'alta professionalità della squadra di servizio è innegabile). La gamma di ottimi dolci ammicca al gusto da bakery internazionale che tanto spopola nei nostri tempi: kouign-amann, croissant con lemon curd, danish con mela e cannella, pancake, pain suisse, tutto in varianti stagionali.
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foto instagram.com/barnumroma
E se la fila è un problema? Chi non vuole aspettare ore da Barnum ha comunque un’alternativa: prendere da bere e da mangiare al banco. Nel match classico Italia vs mondo al bancone siamo soprattutto noi (autoctoni) a ordinare un espresso o un cappuccino da bere in piedi, senza fermarci più di qualche minuto. Fa parte della nostra cultura del caffè ma c'è anche una ragione pratica: chi, in una quotidianità non turistica, ha il tempo di far la fila per colazione o pranzo?