Raramente Bruxelles figura ai primi posti delle classifiche delle capitali d’Europa da non perdere. La città è quasi esclusivamente associata alle istituzioni europee, non è bella come Roma, Vienna o Parigi e il clima, diciamocelo, non è tra i più invitanti per sceglierla come meta per un weekend di svago. Eppure, tra le sue strade varcate ogni giorno da migliaia di funzionari europei si nascondono musei reali, un’infinità di parchi, street art e alcuni degli edifici più affascinanti del vecchio continente. Veri gioielli che si visitano con calma e senza folle di turisti impegnati a scattarsi selfie nella splendida Grand Place con i palazzi delle corporazioni alle spalle e fare acquisti nelle gustose cioccolaterie delle Galeries Royales Saint-Hubert.
Bruxelles, una città inaspettata
In pochi lo sanno, ma Bruxelles ospita oltre mille edifici in stile Art Nouveau. Quasi ogni strada del centro e negli immediati dintorni, infatti, rivela splendide facciate dietro cui si nascondono interni elaborati, mosaici, vetri colorati e cortili realizzati secondo questo stile architettonico nato proprio qui alla fine dell’Ottocento che ha conquistato tutta Europa. E poi, ancora: gallerie d’arte contemporanea, fumetti, negozi e mercatini vintage. Senza dimenticare la ricca proposta gastronomica di questa città associata solo alle famose patatine fritte (che, una volta qui, come vuole la tradizione, vanno certamente provate). Dai ristoranti contemporanei allo street food, dalle birrerie artigianali alle cioccolaterie, dai mercatini rionali fino ai rooftop panoramici dove degustare le migliori etichette di birra belga, Bruxelles vale un weekend o qualche giorno in più.
Birra e Belgio
Proprio un rooftop dovrebbe essere il punto di partenza ideale per un weekend a Bruxelles all’insegna della sua cultura gastronomia e del buon cibo. L’indirizzo è il Palazzo della Borsa, a una manciata di metri dalla Grand Place, vecchio cuore finanziario della capitale e dell’intero Belgio. In questo gioiello architettonico, costruito nella seconda metà dell’Ottocento in stile neoclassico e impreziosito da decorazioni eseguite da un giovane Rodin, ha da poco inaugurato il Belgian Beer World. Un centro espositivo permanente dedicato alla birra belga – nel Paese sono ben 1.600 le etichette prodotte in più di 430 birrifici sparsi su tutto il territorio – nelle cui sale si percorre un entusiasmante viaggio tra storia, tecniche, tradizioni e curiosi aneddoti della cultura della birra belga.
Una cultura secolare, dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, che affonda le radici nel Medioevo e che, col passare dei secoli, è diventata parte integrante della storia del Belgio. Questo tempio della birra parte dalle origini della celebre bevanda fino alla sua evoluzione nel tempo, rivelando i segreti tramandati dagli esperti del settore e dai monaci delle abbazie, le tecniche di fermentazione e il processo produttivo, attraverso un itinerario interattivo e istruttivo che comprende anche laboratori e workshop. Il modo migliore di terminare la visita? Degustando una delle numerose etichette nella cornice del nuovo Skybar panoramico ospitato sulla terrazza ricavata sul tetto del Palazzo della Borsa mentre si ammirano i camini e i campanili di Bruxelles dall’alto.
Brasserie, frittes e terrazze segrete
Proseguendo l’itinerario bruxellese sulla scia della birra, vale la pena ritagliarsi un po’ del proprio tempo per visitare uno, o più, dei migliori birrifici della città e approfondire così la storia della bevanda più rinomata del Belgio che è per i belgi l’equivalente del vino per gli italiani. È allora d’obbligo una sosta alla Brasserie Cantillon, tradizionale birrificio con cantine, esposizione museale e attrezzature risalenti a inizio Novecento, o alla Brasserie de la Senne, che produce birre in modo naturale utilizzando solo ingredienti di altissima qualità.
Anche La Source Beer co., micro-brewery con bar annesso a pochi metri dal famoso centro espositivo Tour&Taxis, è un indirizzo da segnarsi in agenda: qui la coppia formata da Mathieu Huygens e Nina Carleer produce una quindicina di birre artigianali e il menu, che cambia con l’avanzare delle stagioni, è continuamente in evoluzione. Aspettatevi birre IPA freschissime, birre nere e birre creative invecchiate in botte servite dal tino al bicchiere tramite un apposito rubinetto, così da poter bere direttamente “dalla fonte” senza passaggi intermedi.
Per un pasto veloce tra una visita e l’altra ai principali monumenti di interesse di Bruxelles – dalla Grand Place all’Atomium dal Museo Magritte all’Istituto di Scienze Naturali fino agli edifici delle istituzioni Europee – Maison Antoine, a pochi metri dal Parlamento Europeo, dal 1948 serve classiche patatine fritte belghe, hot-dog e hamburger.
Un punto di riferimento cittadino che è salito definitivamente alla ribalta pochi anni fa grazie ad Angela Merkel che tra una sessione e l’altra al Parlamento, ordinava qui patatine fritte per sé stessa e il suo staff. Per qualcosa di diverso (e più sano), Les Filles è the place to go: quattro gli indirizzi in città, ma quello a pochi passi dal museo Magritte e delle Belle Arti ha una graziosa terrazza segreta con affaccio sul verde, e ai suoi tavoli si mangiano piatti gourmand realizzati con prodotti biologici, stagionali e artigianali acquistati esclusivamente da produttori belgi. Zuppe di stagione, pane fatto in casa, verdure dell’orto e torte di mele: i sapori di una volta in una delle location più esclusive di Bruxelles.
It’s waffles time!
Se si viaggia nella capitale belga con bambini – ma non occorre utilizzarli come scusa – non si può fare a meno di provare un’altra specialità tutta locale e cioè i waffles o gaufres. Questi dolcetti a cialda, croccanti fuori e morbidi dentro, cotti su doppie piastre roventi che gli conferiscono l’aspetto a nido d’ape sono consumati sin dall’antichità ma divenuti famosi in Belgio e utilizzati come doni in occasioni delle festività. Nel Paese ne esistono due tipi, quelli di Bruxelles dall’aspetto rettangolare e quelli di Liegi (capoluogo della Vallonia) di forma tonda che differiscono non solo nella presentazione ma anche nel sapore, questi ultimi infatti sono decisamente molto più dolci dei primi.
Nella capitale belga si trovano un’infinità di chioschi e bar che realizzano numerose varianti di waffles, ma tra i tanti vale la pena provare quelli di Gaufres & Waffles nelle Gallerie Reali Saint-Hubert. Ogni ricetta, sia dolce che salata, è creata personalmente dallo chef (2 stelle Michelin) Yves Mattagne. Il menù spazia da waffle con anatra alla pechinese, salsa di prugne e fois gras, quelli con tartare di vitello, a waffle con cioccolato, waffle con frutti di bosco, yogurt, lime e cioccolato rubino, fino all’originale ricetta belga da mangiare al naturale con una sola spruzzata di zucchero a velo.
Mercati & Street food
Uno dei modi migliori per scoprire Bruxelles – e immergersi nella sua anima multiculturale – è dedicare un po’ del proprio tempo ai mercatini rionali. Quasi ogni quartiere ha un suo mercato di frutta e verdura con bancarelle dove assaggiare i migliori prodotti delle campagne intorno alla capitale e non solo, street food locale e internazionale. Il Marché di Place Flagey, che si tiene ogni sabato e domenica mattina, è un’esplosione di colori, suoni e profumi. Tra i suoi banchi si acquistano frutta, verdura, carne, pesce oltre a gustosi formaggi – un tripudio di brie, formaggi al latte di capra, camembert ed herve – succhi di frutta fresca e street food da tutte le parti del mondo.
Lo storico mercato di Châtelain, aperto invece ogni mercoledì mattina, con le sue torte salate, pane, uova fresche e prodotti agricoli, è una gioia per gli occhi e il palato. Tra i vari stand, quello di Jacques Defrenne è una tappa obbligatoria per acquistare il suo burro di fattoria e i deliziosi formaggi con certificazione biologica. Anche il Marché du Midi, ogni domenica dalle 7.00 alle 14.00, è un must: qui, oltre ai banchi di frutta e verdura, si possono fare acquisti di ogni tipo, in particolare il grande vivaio è il paradiso per gli appassionati di piante.
Il polo commerciale più grande della città, però, è l’Abattoir di Anderlecht, un microcosmo con venditori vocianti aperto venerdì, sabato e domenica fino alle 14.00 sulle cui bancarelle sono esposti cibi, prodotti, tessuti e oggetti da ogni parte del mondo. Una vera esperienza per scoprire una delle tante anime di Bruxelles.
Magico cioccolato
Tornare a casa con qualche chilo in più dopo un viaggio a Bruxelles è molto facile. Come se birra, patatine fritte e waffles non bastassero, la capitale d’Europa è nota per ospitare le cioccolaterie più famose del mondo. La maggior parte delle boutique più conosciute sono concentrate nelle Gallerie Reali Saint-Hubert le cui vetrine ammaliano visitatori e turisti invitandoli a immergersi nel magico mondo del cioccolato. Come l’iconica Nehaus operativa dalla seconda metà dell’Ottocento, il cui fondatore Jean Nehaus, farmacista svizzero di origini italiane, ebbe l’idea di sostituire la vendita di medicinali con cioccolatini ripieni, da lui ribattezzati praline.
E ancora, la maison Pierre Marcolini, il cui fondatore produce cioccolato dall’età di 14 anni e ogni anno viaggia per il mondo alla ricerca delle migliori fave di cacao, e altri ingredienti di primissima qualità come le bacche rosa del Marocco, il pistacchio dell’Iran, il pepe di Sichuan e i limoni siciliani, con cui realizzare piccole opere d’arte commestibili.
A farsi strada tra questi giganti del mondo della cioccolateria belga è da qualche anno anche la nuova maison artigianale The Belgian Chocolate Makers fondata nel 2020 dalla giovane cioccolatiera italiana Elisabetta Passafaro. Nella sua boutique-laboratorio a due passi dal Mont des Arts prepara cioccolatini, tavolette, figurine, praline, tartufi, ma anche macarons, cioccolato per bevande e lecca-lecca in maniera esclusivamente artigianale, tanto da aver ottenuto la certificazione come unica cioccolateria artigianale della capitale belga. Sotto la supervisione di Elisabetta, si può partecipare anche al laboratorio per imparare l’arte del cioccolato e portarsi a casa un ricordo, e qualche dolcetto, unico di Bruxelles.