Il collettivo ambientalista e sociale Ultima Generazione torna a far parlare di sé con un'azione di protesta contro la disuguaglianza economica. Con il blitz di ieri al ristorante Cracco, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, il gruppo ha rilanciato la propria campagna #IlGiustoPrezzo con un appello diffuso sui social, invitando cittadini e sostenitori a unirsi alla mobilitazione.

“Blocchiamo il lusso”, scrivono gli attivisti, denunciando il costo di un pranzo per due nel ristorante stellato, che potrebbe equivalere a un affitto o alla spesa mensile di una famiglia. "Mentre quasi due terzi degli italiani faticano ad arrivare a fine mese, c'è chi vive il privilegio di non dover scegliere tra un risotto d'autore e i pasti di un mese", si legge nel comunicato.
L’azione di protesta, avvenuta ieri alle 14, ha visto sei persone occupare il piano terra del locale con striscioni e un sit-in pacifico. Una di loro ha dialogato con i passanti, mentre il gruppo ribadiva il messaggio che "la disuguaglianza non è un incidente, ma il risultato di precise politiche economiche mirate alla massimizzazione del profitto in ogni ambito della vita: casa, studio, cura, cibo, lavoro".
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Le forze dell’ordine sono intervenute poco dopo, denunciando i manifestanti a piede libero, ma il collettivo non si ferma. Sabato mattina, Ultima Generazione tornerà in Galleria Vittorio Emanuele per distribuire cibo gratuitamente, un’azione simbolica per contrastare quella che definiscono "la narrazione della Milano del lusso e dell’esclusione".
Parallelamente, domenica sera alle 21 è previsto un incontro online per chi desidera partecipare alla campagna #IlGiustoPrezzo, che punta a rendere impossibile ignorare il divario tra chi può permettersi un’esperienza gastronomica esclusiva e chi fatica a coprire le spese essenziali.
La richiesta a Cracco
Nel loro messaggio, gli attivisti si rivolgono direttamente allo chef Cracco, chiedendogli di aprire il suo ristorante ogni giovedì per offrire pasti gratuiti a chi è in difficoltà, in nome di quella “Milano solidale” che, dicono, non è sparita ma nascosta “sotto fitte coltri di lusso e disuguaglianze estreme”.
Per ora, nessuna risposta dallo chef. Ma la protesta, assicurano gli attivisti, non si fermerà.