Basque Culinary World Prize. Un premio allo chef etico
C’è anche un cuoco italiano tra i 10 finalisti del Basque Culinary World Prize, che ogni estate, da qualche anno a questa parte, accende i riflettori sull’operato di chef etici, impegnati a fare sì che la cucina diventi un motore di cambiamento a sostegno della società. Un anno fa la cerimonia di premiazione del premio istituito dal Basque Culinary Center di San Sebastian si era svolta proprio in Italia, a Modena, con il patrocinio di Massimo Bottura; e l’edizione 2019 conferma la vocazione itinerante della manifestazione, che il 16 luglio si sposterà a San Francisco per celebrare il vincitore del premio in palio, 100mila euro da investire a sostegno di un progetto solidale. Madrina dell’evento sarà Dominique Crenn, in giuria insieme ai colleghi (per l’Italia c’è Massimo Bottura) che decreteranno il vincitore tra i finalisti scelti dal Comitato Tecnico del concorso a partire dalla 230 candidature pervenute da 42 Paesi.
Un’edizione da record
Dati che parlano dell’edizione – la quarta - che ha raccolto il più alto numero di adesioni da sempre. E la cerimonia conclusiva, in California, sarà anche occasione per ritrovarsi a riflettere sul Pensiero Sostenibile, titolo del simposio che precederà la proclamazione. Nel momento più atteso, però, sono riposte anche le speranze dell’Italia di portare a casa il suo primo Basque Culinary World Prize, dopo che, negli anni precedenti, la vittoria è arrivata in Australia (con Jock Zonfrillo, 2018), Colombia (Leonor Espinosa) e Venezuela (Maria Fernanda di Giacobbe).
Giovanni Cuocci. Chi è
E a rappresentare la compagine nazionale sarà Giovanni Cuocci, alla guida della fattoria-ristorante La Lanterna di Diogene, nel modenese, dove valorizza il lavoro di persone con disabilità intellettiva, coinvolte nella riscoperta della terra e del lavoro artigianale e consapevole. Il progetto si è costituito in cooperativa sociale nel 2003, concentrando in fattoria allevamento di animali (galline, maiali, pecore, capre) e coltivazione di ortaggi e alberi da frutta, oltre a un vigneto di trebbiano per la produzione di aceto balsamico tradizionale di Modena. Il lavoro si costruisce giorno per giorno insieme ai ragazzi con disabilità - sindrome di down, psicosi, paralisi cerebrale infantile – e alimenta anche la cucina dell’osteria, inaugurata nel 2006. La cucina è quella semplice della tradizione emiliana, che va alla ricerca delle origini per offrire ai clienti un luogo familiare, dove si sta bene insieme. E proprio il valore dell’inclusione è la chiave di volta dell’impegno di Giovanni Cuocci, che vive la cucina “come un modo per prendersi cura del territorio e delle persone che lo circondano”, spiega la motivazione ufficiale della candidatura al premio internazionale.
I 10 finalisti al Basque Culinary World Prize
Con lui, competono per la vittoria vecchie conoscenze della finale – Virgilio Martinez ed Anthony Myint – e cuochi da tutto il mondo: il danese Lars Williams, ex direttore del Nordic Food Lab, la malese Siew-Chinn Chin, che in America promuove un programma di educazione alimentare contro il cibo da fast food, lo spagnolo Xanty Elias. E ancora il guru inglese della cucina del riciclo Douglas McMaster, il panamense Mario Castrellon, impegnato a sostenere il commercio equo e solidale nelle comunità caffearie, la messicana di stanza a Philadelphia Cristina Martinez (la sua storia in una puntata di Chef’s Table, su Netflix). Appuntamento il 16 luglio a San Francisco, per scoprire chi vincerà.