Era un bar come un altro, non di certo frequentato da persone con esigenze gourmet o simili. Posizionato all'angolo davanti ai vecchi Magazzini allo Statuto, oggi sede dell’Accademia di Costume e Moda. Indimenticabile Mas, immobile per decenni, un'icona del quartiere Esquilino, quelle mura trasudano malinconica nostalgia, per anni sono state la piazza domenicale di anziane signore romane e giovani hipster fuorisede in pellegrinaggio dal Pigneto alla ricerca di una maglietta d'antan, le scale mobili cigolanti che attraversavano i reparti uomo donna bambino, "qui c'è tutto quello che cerchi", che ricordi. Quel bar ha visto gli iconici magazzini in tutto il loro splendore ed è rimasto in silenzio durante il lento declino. I suoi clienti hanno assistito anche alla chiusura. Il Bar allo Statuto ha cambiato molte gestioni, una dietro l'altra, nel frattempo il parco di Piazza Vittorio a pochi metri è stato riqualificato, spaccio permettendo, e il bar è rimasto lì senza mai attirare grandi attenzioni. Ma da un paio d'anni a questa parte se si passa davanti a quell'angolo con le strade dissestate c'è del movimento nuovo. Un brulicare di persone si siede ai tavoli all'esterno, entra ed esce, da colazione a cena. Ordina Spritz la sera e spremute d'arancia al mattino. E mangiano pizza, un'ottima pizza, in teglia o al piatto. È Cristian Floris, pizzaiolo di origine sarda, insieme ai suoi soci, ad aver portato questa rinnovata vivacità. E per fortuna!
Una fotografia su Roma
La pizza dello Statuto infatti è un buon motivo per farsi un giro sotto i portici ottocenteschi dell'Esquilino. La prepara Floris: arrivato a Roma nel 2013 ha iniziato a farsi le ossa in uno dei locali iconici della pizza romana di una volta, I Fratelli a San Lorenzo, un breve passaggio ad Asti prima di gestire per alcuni anni la pizzeria della Rinascente firmata da Feudi San Gregorio. Poi qualche collaborazione e proposte non andate in porto. Nel 2020 poco prima dell'arrivo del Covid si fa coraggio e si lancia con dei soci in quella che sembrava una scommessa persa in partenza: rilanciare il bar anonimo di cui sopra puntando sugli impasti. Passano due anni difficili ma poi con pazienza e un buon lavoro di qualità i risultati arrivano. Sedersi all'aperto in quell'angolo di Roma è una delle cose che fa bene all'anima di chi Roma la subisce con i suoi disordini quotidiani.
Affacciati da quell'angoletto c'è una fotografia quotidiana della Capitale. Portici che brulicano di persone, bancarelle accampate con carrelli di vestiti sgualciti, tavolini e sedie in plastica rossi e bianchi, marciapiedi troppo spesso sporchi, i fiorai notturni, sì quelli che non chiudono mai mentre un po' tutti si chiedono perché non chiudano mai, il rumore a singhiozzo dei motorini che procedono nella gincana senza fine a base di sampietrini, un uomo sulla cinquantina si affaccia dal finestrino rivolgendosi all'autista di fronte a lui (il resto lo conoscete), in lontananza le file davanti alla pasticceria Regoli.
La pizza tonda di cui l'Esquilino aveva bisogno
Ma dicevamo della pizza. Dalle dieci del mattino si sfornano le prime teglie fumanti. Un buon impasto, condimenti interessanti, a volte qualche eccesso, ma il risultato nel complesso è sempre piacevole. Ma da BAS il prodotto più interessante rimane la tonda che viene preparata dalle 17 in poi, tutti i giorni. Una pizza tra Napoli e Roma, cotta nel forno elettrico a 400 gradi, un paio di minuti, ne esce una tonda ben idratata ma al tempo stesso friabile. L'impasto è piacevole e leggero.
Ci ha stupito la Ciau-Ciau con ciauscolo, crema di stracchino e pecorino, rucola e zest di limone. Una volta finita ne vorresti un'altra. E Fiore di muggine con fior di latte e in aggiunta - in uscita - i fiori di zucca, alla base stracciatella di Andria, bottarga e sesamo nero. E poi versioni classiche: Margherita, Quattro formaggi, Diavola. I condimenti cambiano spesso in base anche agli ingredienti di stagione. Non ci sono velleità gourmet ma sicuramente un lavoro di qualità che nel quartiere manca da troppo tempo, fatta eccezione per alcune insegne, alcune delle quali storiche. Al Bar allo Statuto ci si va per l'esperienza, per vivere Roma rannicchiati in un angolo, per una serata tranquilla, per tutte le generazioni. In questo piccolo paradiso gli anziani passano a prendere il caffè o un'ottima spremuta d'arancia, i giovani lo Spritz a un pezzo stracciato. La pizza fa si che tutti tornino.