
Dai 30 miliardi di euro del 2024 ai 35-40 miliardi entro il 2030. Il futuro del mercato dei vini di pregio è destinato a crescere nel prossimo quinquennio, a tassi composti annui compresi tra 4 e 6 per cento. Secondo il primo Altagamma-Bain fine wines and restaurants market monitor, nonostante le difficoltà di mercato, il mondo dei fine wine, che lo scorso anno ha registrato una flessione tra 2 e 3 per cento, appare proiettato verso una progressione quasi costante che potrebbe essere, tuttavia, rallentata dalle tensioni commerciali internazionali, dai nuovi dazi negli Stati Uniti sulle etichette europee, specialmente nel segmento di ingresso.
Lo studio, presentato all’ultimo Vinitaly, ha messo in luce come i vini pregiati pesino solo per l’1,5% sul volume totale del mercato vinicolo, ma se si considerano i valori la quota salga all’11% del giro d’affari. Il vino pregiato è una nicchia rispetto ad altri settori del lusso come a moda (20-25%) e la cosmesi (15-20%), ma riesce a mantenere un ruolo primario e ad attirare investimenti. Grandi marchi dominano questa specifica parte dell’industria vitivinicola, ma ci sono anche molti piccoli produttori.
Secondo i dati Altagamma-Bain, i primi dieci brand detengono il 35% del mercato (con una quota vicina a quella del lusso personale (39%) e del design di alta gamma (29%), mentre il resto è suddiviso tra oltre 400 aziende.
In forte ripresa l’alta ristorazione, altro segmento del lusso analizzato dalla ricerca. La crescita specifica è del 27% tra 2022 e 2024, per un valore stimato in 28 miliardi di euro. Con più di metà dei 14mila ristoranti di fascia alta nel mondo, l’Europa primeggia. Considerando i format, quelli tradizionali sono prevalenti, ma le esperienze immersive (ovvero la combinazione di cibo, intrattenimento, convivialità e socialità) sono in ascesa (con quote di mercato stimate tra 15% e 20% per il 2024).
Un ruolo determinante nei fatturati dell’alta ristorazione è occupato dal vino. In alcuni ristoranti premiati dalla Guida Michelin con il riconoscimento della stella, gli abbinamenti col vino rappresentano fino al 40% del fatturato.
Per il 2024, il giro d’affari vinicolo nei ristoranti di alta gamma è stimato tra 6 e 7 miliardi di euro. Oltre metà del vino consumato nel canale fuori casa, secondo il report di Altagamma-Bain, è spumante (sia Champagne sia altre varietà). Mentre le occasioni di consumo sono quelle celebrative, con un incremento di quelle enoturistiche.
Domanda elevata e offerta limitata: i vini pregiati sono oggetti su cui investire. In dieci anni, si sottolinea nel rapporto, i prezzi sono più che raddoppiati, facendo meglio di altri oggetti di lusso tra cui orologi, gioielli e borse. Considerando i noti indici di settore, il Liv-Ex Champagne-50 e il Liv-Ex Italy-100 sono cresciuti rispettivamente del 34% e 20% negli ultimi 5 anni.
«I vini pregiati si confermano un pilastro dell’alto di gamma a livello mondiale. Un comparto – è il commento di Matteo Lunelli, presidente di Altagamma – che è passato negli ultimi 15 anni da 18 a 30 miliardi di euro di valore e che, nonostante un lieve calo nel 2024, si stima che aumenterà del 4-6% annuo fino al 2030».
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