Numeri di tutto rispetto per il Vinitaly 2025. L’edizione 57, inevitabilmente condizionata dal tema dei dazi sul vino italiano ed europeo negli Usa, ha registrato 97mila presenze totali nei padiglioni di Veronafiere, in aumento del 7 per cento, con un 33% di operatori stranieri, vale a dire oltre 32mila e provenienti da più di 130 nazioni.
Ma anche l’evento Vinitaly and the City, celebrato nel centro di Verona, ha superato 50mila tagliandi, ovvero lo stesso numero di un anno fa ma con una giornata in meno di programmazione. «Edizione di successo» ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – con la città che si è riaffermata come capitale europea del vino, grazie alla partecipazione dei commissari europei» e dei ministri italiani.
Guardando alle provenienze dei buyer dei principali clienti del vino made in Italy, tutti e tre hanno registrato bilanci positivi: Stati Uniti (+5%), Germania (+5%) e Regno Unito (30%). In calo, invece, le provenienze dalla Cina (-20 per cento). Tra i Paesi Ue, sono aumentate le presenze da Francia (+30%), Belgio (+20%) e Olanda (+20%). Incrementi anche per Svizzera (+10%) e Giappone (+10%), a fronte di arrivi stabili da Canada e Brasile. Secondo il presidente Bricolo, la presenza in fiera di numerose istituzioni (tra cui i commissari Ue, Christophe Hansen, all’Agricoltura, e Olivér Várhelyi, alla Salute, oltre ai ministri italiani, da Francesco Lollobrigida ad Antonio Tajani e Adolfo Urso) ha consentito di dare un «segnale forte, in un momento che richiedeva chiarezza, coesione e visione strategica».
Annunciata la data della prossima edizione di Vinitaly, in programma dal 12 al 15 aprile 2026.
L’edizione 2025 è stata ricca di novità all’interno dei padiglioni e del programma fieristico. Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere, ha parlato di Vinitaly come di «brand solido, capace di fornire al mondo del vino una risposta di sistema allo scenario internazionale». Diversi gli esordi, come Vinitaly Tourism, format dedicato all’enoturismo, e l’ingresso nel palinsesto di tendenze emergenti «come vini no/low alcol, Raw wine e vini in anfora». L’idea degli organizzatori è arricchire l’esperienza, ascoltando il settore e anticipandone i trend. «Oggi Vinitaly è un asset strategico in un momento di profonde trasformazioni, con un ruolo centrale della manifestazione nell’ascolto dei mercati e nella promozione del vino italiano a livello globale».
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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