Una delle tante cose che sconcertano il visitatore la prima volta che arriva a Tokyo è scoprire che alcuni dei ristoranti consigliati dalle guide si trovino nelle stazioni e nelle fermate della metropolitana. Anche il protagonista dell’incantevole Perfect Days di Wim Wenders (2023) include nella sua rasserenante routine zen la visita quotidiana a un ristorante incastrato nel buio di una fermata della metropolitana. Una scelta davvero innovativa per chi come noi che considera con (giustificato, per la nostra esperienza) sospetto i locali ferroviari, buoni al massimo per sfamarsi prima di un viaggio.
Una sala di Tan Street
Uno dei distretti gastronomici più celebri della sterminata capitale giapponese è la cosiddetta Ramen Street nel ventre della Tokyo Station, nel quartiere degli affari di Mrinouchi, per la quale transitano ogni giorno circa 400mila persone. Una strada sotterranea su cui si affacciano otto insegne specializzate nei noodles in brodo e che sono considerati tra i migliori della città, al punto che spesso bisogna fare lunghe attese davanti al folcloristico distributore automatico dal quale si ordina il proprio pasto (di solito, per noi occidentali, guardando le figure e sperando di imbroccarci). Insomma, insegne che tutte insieme danno vita a un’esperienza inconsueta e molto autentica, quella che vuole riprodurre Tan Street, il locale nel cuore pulsante di Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, che vuole diventare una nuova destinazione urbana che fonde una cucina asiatica contemporanea di buona qualità a un design narrativo in un format scalabile, dinamico e inedito per la scena sabauda, che ricorda molto le elettrizzanti insegne di Kodawari a Parigi e un po’ anche il milanese Roppongi.
Un altro scorcio di Tan Street
Ideatore di questo progetto è Gianluca Bocchetta, fondatore e ceo di Velvet Studio, un laboratorio creativo con sedi a Torino e a Milano specializzato nel trasformare luoghi in esperienze immersive, plasmando nuovi modi di vivere e interagire con l’ambiente. Tra i progetti iconici il rilancio di Piazza Carlina a Torino, sviluppi internazionali a New York e Miami, e la creazione del Barriera Design District. Per Tan Street, Velvet ha immaginato un viaggio: una metropolitana ideale che da Torino catapulta nel cuore vibrante dell’Asia, tra mercati notturni, insegne al neon e metropoli pulsanti. “Abbiamo riflettuto – dice Bocchetti – sull’elemento di innovazione da introdurre: un design in parte evocativo, in parte la nostra personale interpretazione del concetto di asiatico contemporaneo. Alcuni elementi, come le insegne luminose, i banner con il traffico urbano, la fermata della metropolitana giapponese, sono richiami dichiarati. Altri spazi, invece, sono reinterpretazioni originali: lanterne moderne, controsoffitti metallici, decori pensati per far viaggiare lo sguardo dell’avventore mentre esplora sapori asiatici autentici, ma accessibili”.
La proposta gastronomica si muove sulla stessa linea: pochi piatti iconici, sapientemente selezionati, a costi democratici, per offrire un viaggio veloce ma intenso in Oriente. Un’idea contemporanea che ha ispirato anche la scenografia architettonica: invece di rincorrere il minimalismo freddo e futurista, Velvet ha scelto di creare un contenitore caldo, immersivo. Ambizione di Tan Street è quello di essere la possibile prima tappa di un progetto più ampio, un piccolo polo urbano dove cibo, design e cultura si incontrano, contribuendo attivamente alla trasformazione della Torino contemporanea.
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