C’è una classifica che aleggia spesso nelle nostre bacheche social, complici le molteplici condivisioni, è la fantomatica classifica del sito TasteAtlas, un portale gastronomico fondato nel 2015 dal giornalista e imprenditore croato Matija Babi?. Si legge nel sito: “TasteAtlas è un’enciclopedia dei sapori, un atlante mondiale di piatti tradizionali, ingredienti locali e ristoranti autentici. Abbiamo catalogato oltre 10.000 alimenti e bevande e ce ne sono decine di migliaia ancora da ricercare e mappare”. E ancora: “Condividi con noi le tue impressioni. Salva le ricette delle tue nonne dall’oblio e condividi i piatti della tua infanzia. Unisciti a noi in questa emozionante avventura attraverso i sapori autentici del mondo”. Ora, è abbastanza chiaro che il primo obiettivo di questa impresa sia la condivisione. Obiettivo raggiunto.
Un giorno è toccato alla classifica dei formaggi migliori del mondo – “I formaggi italiani sono i migliori al mondo” han titolato molte testate che riportavano la classifica – peccato che tra questi comparivano i bocconcini o lo stracchino di crescenza, un altro giorno è stata la volta delle città del mondo dove si mangia meglio, con un primo posto per Firenze e medaglia d’argento per Roma. Prendi e porta a casa, verrebbe da pensare, ma poi uno vorrebbe pure saperli i criteri di queste classifiche. Pare che per stilare quella delle città TasteAtlas abbia analizzato il proprio database e combinato i risultati con le valutazioni dei ristoranti su Google fatte soprattutto dai turisti. Voi avete capito? Noi no.
Oggi è la volta dei migliori dessert frozen del mondo: al primo posto c’è l’iraniano Bastani Sonnati, al secondo il Queso Helado del Perù e al terzo il Dondurma, ovvero il gelato tipico turco. Con buona pace del nostrano gelato al pistacchio piazzatosi solo al sesto posto, superando di poco il sempre italiano affogato. E basta. Sul che cosa affoghi che cosa rimangono forti dubbi, i medesimi dubbi che abbiamo quando vediamo questo genere di classifiche che mescolano un po’ tutto senza avere dei criteri chiari.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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