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Formazione

Vuoi diventare pastore? Vai a scuola! Partono i corsi anche nel Casentino

Nasce una nuova scuola per pastori in Italia, a cavallo fra Romagna e Toscana. Non è la prima, a conferma di un rinnovato interesse verso un mestiere antico

  • 23 Aprile, 2023

I banchi di scuola sono i pascoli del Casentino. Nasce anche a cavallo fra Romagna e Toscana la scuola per pastori, in altri paesi europei esistono già decennali esperienze, come ad esempio in Francia, in Italia dal 2021 anni esiste una Scuola nazionale di pastorizia che ha avviato progetti in Sardegna e in Piemonte. Quello che prende il via ora è un altro progetto ancora targato LIFE ShepForBio, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE, per il quale è capofila la cooperativa di servizi forestali Dream Italia e che vede il coinvolgimento importante del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna e altri 9 partner (Regione Toscana, Università di Firenze e Roma – La Sapienza, Unioni dei Comuni del Casentino, Pratomagno, Valdarno e Valdisieve e Romagna Forlivese, Studio Verde e Euromontana), con la collaborazione delle associazioni DifesAttiva e Rete Appia che già cura altri due progetti di scuole pastorali in Sardegna e Piemonte.

Perché una scuola per pastori

La scuola nasce con un obiettivo: salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di alcuni habitat di ambiente aperto, vale a dire praterie e pascoli, in alcuni siti toscani e romagnoli della Rete Natura 2000, ed è in questa ottica che dev’essere inteso il riconoscimento Unesco che dal 2019 dichiara la transumanza patrimonio immateriale dell’umanità. La scuola fornisce strumenti teorici e pratici a un gruppo di coraggiosi che hanno deciso di intraprendere questa strada faticosa, e con essa spesso anche un cambio di vita radicale. Le aziende del settore hanno oggi più che mai bisogno di nuova linfa, lo scarso ricambio generazionale è uno degli ostacoli, oltre a quelli ambientali, che minacciano il mestiere di pastore in particolare nelle aree rurali e montane. La formazione avviene tramite quattro cicli, da quest’anno fino al 2027.

Chi sono gli aspiranti pastori

Le domande di aspiranti pastori sono state molte di più di quanto si fosse potuto immaginare: 167 in tutto. Sono state ammesse a colloquio 54 persone e di queste 41 si sono presentate ai colloqui finali per accedere agli 8 posti disponibili, che in virtù della grande richiesta erano stati aumentati dagli iniziali 6 preventivati. I candidati, metà maschi e metà femmine, sono prevalentemente giovani under 30 (7 su 8), uno under 40, al pastore servono buon fiato e gambe allenate, provenienti da tutt’Italia: 4 ragazzi dalla Toscana (Arezzo e Firenze), uno dall’Emilia-Romagna (Reggio Emilia), uno dalla Liguria (Savona), uno dalle Marche (Ancona) e uno alla Lombardia (Provincia di Varese). Ci sono fra questi laureati in discipline del settore, o occupati nello stesso ambito, ma anche chi è fermamente intenzionato a cambiare il proprio progetto di vita. Gli studenti saranno impegnati con le lezioni teoriche nei fine settimana di aprile e maggio. Alla parte teorica seguirà lo stage di 30 giorni direttamente sui pascoli nelle aziende agricole del Parco e dei suoi comuni, selezionate tramite un apposito bando che si chiuderà entro marzo. La prima uscita in campo, anzi in pascolo, sarà il 7 maggio all’azienda agricola Le Casine di San Godenzo, in collaborazione con Slow Food.

 

a cura di Laura Giorgi

 

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