Il Dipartimento della Salute e la Food and Drug Administration hanno annunciato un piano per eliminare gradualmente otto coloranti a base di petrolio dagli alimenti, essendo essi collegati a diversi gravi problemi di salute. Secondo il piano, le agenzie si affideranno principalmente alle aziende alimentari affinché interrompano volontariamente l’uso della maggior parte dei coloranti. Il Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha dichiarato in una conferenza stampa che il piano si basa su “un’intesa” che le agenzie hanno raggiunto con l’industria. Nei prossimi mesi, la Fda revocherà l’autorizzazione per due coloranti alimentari sintetici, il Rosso Agrumi n. 2 e l’Arancia B, e collaborerà con l’industria alimentare per rimuovere altri sei coloranti sintetici. Questi ultimi, infatti, verranno gradualmente eliminati nel tempo e sono il Verde n. 3, il Rosso n. 40, il Giallo n. 5, il Giallo n. 6, il Blu n. 1 e il Blu n. 2 «Questa amministrazione non è interessata a fare le solite cose mentre vediamo i nostri figli ammalarsi sempre di più», ha dichiarato in conferenza stampa il Commissario della Fda Marty Makary. Il piano è però carente di dettagli sulle azioni che le agenzie intraprenderanno se le aziende alimentari non rimuoveranno i coloranti entro la fine del 2026.
Nell’ambito delle misure di riforma, i funzionari sanitari della Fda e dell’Hhs intendono stabilire un calendario con le aziende alimentari per spingere l’industria ad abbandonare i coloranti petrolchimici e ad orientarsi verso alternative naturali. Per accelerare questa transizione, la Fda prevede di autorizzare quattro alternative naturali entro le prossime settimane e di accelerare la revisione di altre. «Se vogliono mangiare petrolio dovrebbero aggiungerlo a casa, ma non dovrebbero darlo da mangiare al resto di noi senza il nostro consenso», ha affermato il Segretario alla Salute Kennedy. Un piano che ricalca a grandi linee la normativa europea, molto più stringente, che fa riferimento al regolamento (CE) n. 1332/2008 nel quale si dice chiaramente che sono considerate “coloranti” le preparazioni ottenute da alimenti e altri materiali commestibili di base di origine naturale ricavati mediante procedimento fisico e/o chimico che comporti l’estrazione selettiva dei pigmenti in relazione ai loro componenti nutritivi o aromatici. In sostanza sono più di 15 anni che questi additivi sono vietati nel Vecchio Continente.
Il consumo di coloranti alimentari sintetici è stato collegato a sintomi neurocomportamentali avversi, come disattenzione, impulsività e iperattività in alcuni bambini, in particolare quelli a rischio di disturbo da deficit di attenzione e iperattività. L’Office of Environmental Health Hazard Assessment della California ha concluso in un rapporto dell’aprile 2021 che la letteratura scientifica indica che i coloranti alimentari sintetici possono avere un impatto sul neurocomportamento di alcuni bambini. Il rapporto ha inoltre rilevato che le famiglie a basso reddito avevano un consumo maggiore di coloranti alimentari sintetici e che le donne nere e i loro figli avevano un consumo significativamente maggiore di coloranti alimentari sintetici rispetto ad altri gruppi.
Questi additivi si trovano in migliaia di prodotti alimentari e bevande e vengono utilizzati per renderli vivaci e visivamente accattivanti. All’inizio di quest’anno, il West Virginia ha vietato la maggior parte dei coloranti artificiali dagli alimenti e più di due dozzine di altri Stati stanno prendendo in considerazione divieti simili per le sostanze chimiche alimentari. Tre colori in particolare – il colorante rosso n. 40, il colorante giallo n. 5 e il colorante giallo n. 6 – costituiscono il 90% dei coloranti alimentari utilizzati negli Stati Uniti. Oltre 36.000 prodotti alimentari venduti negli Stati Uniti contengono il colorante rosso 40, secondo il database degli alimenti di marca del Dipartimento dell’Agricoltura, arrivando così a essere di gran lunga il colorante più utilizzato. Queste sostanze si possono trovare in molti noti cibi come caramelle, bibite gassate e cereali, ma anche in alimenti insospettabili come lo yogurt alla frutta, patatine, salmone affumicato e papaya secca.
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