Andare al mercato centrale, per i fiorentini del centro, significava fare la spesa nel modo migliore, punto e basta, e per alcuni di loro è tuttora così. Per chi arrivava dalle periferie, invece, o da città vicine, poteva essere una scelta quasi filosofica. Giungere per esempio in stazione, col treno o con il bus, e piuttosto che tirare dritto per Santa Maria Novella, il Duomo e così via, svoltare in via Sant’Antonino e tuffarsi in San Lorenzo, il quartiere dei Medici che è sempre stato nobile e popolare. Lo abbiamo raccontato nel mensile di maggio del Gambero Rosso seguendo un percorso che ci porta per le strade della città. Qua l’arte e la storia formano un tutt’uno con botteghe e locande, trattorie, vinai, coi banchi dei commercianti che dalla piazza della chiesa arrivavano a quella del mercato centrale, una seconda cattedrale. Nel mezzo, si immagini il viavai di gente e di colori, gli odori, le chiacchiere e le contrattazioni: come fosse un tempio, vi ritrovavi il senso di Firenze tra i prodotti e la merce di tutta la Toscana, con la roba da mangiare che riempiva gli occhi e le borse, ancor prima che le pance. Poi il mondo è cambiato, il Paese è cambiato e Firenze è cambiata, è cambiato il quartiere ed è cambiato anche il mercato, stretto tra il rigenerarsi dei suoi abitanti, le scelte politiche, la febbre dei supermarket e le dinamiche di un turismo globale che pareva fucina inesauribile. E sempre divisioni, abbracci, bisticci e sintonie tra Guelfi e Ghibellini, “l’è diventata una città mangiatoia, chi la riconosce più?”. Infine, sono arrivati questi ultimi due anni che hanno nuovamente stravolto il quadro, costringendo a rivedere piani e strategie. Perlomeno chi ne aveva una. Ma si può ancora trovare Firenze, con il suo carattere, la sua identità, tra le pieghe degli storici mercati cittadini?
Da tempo le strade del quartiere di San Lorenzo sono una babele di lingue e di etnie, a questo rispondono in rima le botteghe e i ristori. Per cui non sarà difficile procurarsi un kebab o un raviolo cinese, e ce ne sono anche di buoni, fatti a mano, con vitello e cipolla o con maiale e bambù. Se è ora di colazione e puntiamo a sapori più “nostrali”, in angolo tra via Sant’Antonino e via dell’Ariento c’è la pasticceria Sieni, dal 1909, dove addentare la mitica sfoglia con la crema e ascoltare le prime battute in fiorentino, e lì nei pressi i panifici coi dolci e i salati, i cenci e le frittelle se la stagione è giusta. Qua si vaga tra i banchi esterni del mercato, oggi perlopiù di abbigliamento in pelle, si raggiungono la Basilica di San Lorenzo e le Cappelle Medicee, dove ogni sosta vale il prezzo del biglietto. Se il pranzo è uno spuntino serio, al chiosco dei Fratelli di Mare si mangia pane e polpo all’arrabbiata, o baccalà fritto, mentre alla Casa del Vino panini e crostini di alto livello (per non dire dei calici). Trippa e lampredotto, re indiscussi della cucina “povera” fiorentina, sono invece proposti da Lupen e Margo, il banco n° 75 che in San Lorenzo è ormai un’istituzione. E poi via, dentro la struttura ottocentesca del Mercato Centrale, 5.000 metri quadri progettati dall’architetto Mengoni sull’esempio de Les Halles parigine, in ferro e vetro, con la stessa tipica modularità degli stalli di vendita. Dove la roba da mangiare di certo non manca.
a cura di Emiliano Gucci
foto di Paolo Della Corte
QUESTO È NULLA…
Nel mensile di maggio del Gambero Rosso ci muoviamo per i mercati rionali fiorentini: il Mercato Centrale, naturalmente, che unisce la parte storica del piano terra, dove si incontrano persone e storie oltre che buon cibo e profumi inebrianti, e il format più moderno del piano superiore, che si adatta alle esigenze del turista, tante le botteghe che invitano il cliente alla sosta. Per passare poi a Sant’Ambrogio, il più antico della città, in un percorso che si snoda tra tappe artistiche e gastronomiche. Banchi, botteghe e stalli dove sedare la voglia di buono, e di bello: basta guardare le foto di Paolo Della Corte per convincersene. Tutto questo e molto altro all’interno del mensile di maggio del Gambero Rosso.
Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store
Abbonamento qui
© Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati