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Mangiare in Fiera

Ecco i vini che Carlo Cracco presenta a Vinitaly. Mentre Bottura si cimenta con il cotechino

Sono entrambi nello stand dell’Emilia-Romagna. Uno con i vini dell’azienda VistaMare, l’altro con l'osteria Al Massimo

  • 08 Aprile, 2025

Non di solo vino si vive. A Vinitaly i grandi chef si ritrovano al Padiglione 1, quello dell’Emilia-Romagna, l’uno per cucinare e l’altro per presentare i suoi vini. Parliamo di Massimo Bottura e Carlo Cracco.

Cosa si mangia all’Osteria Al Massimo di Bottura a Vinitaly

Con l’osteria Al Massimo, lo chef modenese propone ogni giorno della fiera di Verona il suo menu fisso per il pubblico: 80 euro per tre piatti e tre turni di servizio. Il benvenuto è affidato al Parmigiano Reggiano del caseificio Rosola con spruzzata di aceto balsamico tradizionale. Poi alcuni signature dello chef (che si alternano nei giorni della fiera). Noi abbiamo assaggiato la Rosetta della domenica, una sfoglia verde con ripieno di spinaci, bietole e tosone con emulsione di erbe selvatiche.

A seguire cotechino Modena ricoperto con carbone vegetale servito con crema di patate, riduzione di barbiabetola rossa, clorofilla, pure di peperone giallo e arancione e aceto balsamico extra vecchio. Chiusura con la zuppa inglese. Da bere? Ovviamente Lambrusco.

Cracco a Vinitaly con i suoi vini

Cracco, invece, nello stesso Padiglione 1 ha vestito i panni del produttore di vino. Con la moglie, Rosa Fanti, ha infatti presentato – per la prima volta a Vinitaly – i vini della sua azienda agricola VistaMare Cracco Agricola sulle colline di Santarcangelo di Romagna.

«Stiamo facendo un bel lavoro di recupero di alcuni vitigni autoctoni, tra cui il Trebbiano della Fiamma – ha spiegato Rosa Fanti – Partecipare a Vinitaly con i nostri vini, all’interno del padiglione dell’Emilia-Romagna, in un’edizione speciale come questa in cui si celebrano la cucina e il vino, per noi è veramente un sogno».

In assaggio il Rimini Rosso Colle Giove 2022 (base sabgiovese), il Bianco La Ciola 2024 (blend di uve autoctone). Le etichette sono disegnate dall’artista Patrick Tuttofuoco.  Ma lo chef non ha rinunciato a cucinare. E lo ha fatto nel Pavillon del Prosecco Doc con uno show cooking riservato alla stampa. Ma questo è un’altra storia.

 

 

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